Giovedì 28 alle 18.00 si terrà, presso la Villa Roncioni di Pugnano, uno straordinario evento: con la mostra Romeo e Giulietta - 1968 la Fondazione Cerratelli riapre le sue attività a San Giuliano, permettendo di nuovo l'esposizione dei fantastici costumi che rappresentano, come sottolineano il sindaco Sergio Di Maio e la vicesindaca Lucia Scatena sul Tirreno, un patrimonio culturale di inestimabile valore.
Conte ‘shock’: io come Draghi, ma crocifisso dai media
Il quarto d’ora di celebrità che Warhol sosteneva prima o poi sarebbe capitato a chiunque, certe volte può prendere alla testa. Insomma, convincersi di essere diventati veramente dei fenomeni, degni dell’ammirazione, della popolarità e del rispetto di tutti. Anche se le luci si abbassano, l’attenzione sfuma e si ritorna all’inaccettabile anonimato da cui si è venuti.
E’ quello che sta accadendo, più o meno, a Giuseppe Conte anche se per lui l’oblio al momento pare sia scongiurato. Passa da un talk all’altro, dispensa interviste, inascoltato detta la linea del M5S di cui è il Capo, civetta con il Pd che gli ha fatto credere di essere un “punto di riferimento fortissimo” del centrosinistra.
Finché dura perché rompere l’incantesimo? E allora, capita che, senza pudore, prenda le fattezze del grande statista e arrivi a dichiararsi un pari di Mario Draghi al quale, da parte dei media, è stato riservato un trattamento molto più benevolo rispetto al governo precedente giallo-rosso da lui presieduto.
Neanche lo ha sfiorato l’idea di chiedersi il perché, preferendo recitare la parte del martire sacrificato agli interessi dei ‘poteri forti’. Ospite di Tagadà su La7, ha spiegato che al posto di Draghi sarebbe stato crocifisso “come tante volte, l’ennesima, il clima mediatico e gli attacchi subiti durante il Conte 2 sono stati molto diversi rispetto al dibattito politico attuale”.
Sarà un problema di autorevolezza, competenza, affidabilità, prestigio internazionale a fare la differenza? I risultati brillanti raggiunti nel contrasto all’emergenza economico-sanitaria che hanno dato lustro al nostro paese ergendolo ad esempio per il resto del mondo intero? Vallo a capire.
Quel che conta è poter godere ancora un poco delle luci della ribalta, giocando a fare il leader di un partito ormai ai titoli di coda, non rinunciando a dire la sua sulla partita Quirinale, anche se non sembra avere alcuna idea di come giocarla.
Il massimo che è riuscito a dire sull’argomento è che sarebbe “impropria” una autocandidatura del premier in carica e per questo “non la vedo”. Una banalità buona per riempire qualche minuto di televisione, dando l’impressione di dire una cosa intelligente tanto da far sbizzarrire i retroscenisti.
Un po’ poco, ma tanto basta, soprattutto se si è già ‘saggiamente’ deciso che, quel che resta del Movimento, sul nome del prossimo Presidente andrà a rimorchio del Pd, anche se non si dice.