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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
La bellezza è negli occhi di chi guarda
di Luigi Polito e Sandro Petri
I trabocchi di Bocca d'Arno

16/1/2022 - 16:34


 Il terzo appuntamento con le foto di Luigi Polito è dedicato ai trabocchi di Bocca d'Arno, a Marina di Pisa.

I trabocchi sono un soggetto molto ricorrente nelle foto del litorale di Marina, e non potrebbe essere altrimenti, posizionati come sono nel mare davanti alla spiaggia del Gombo con lo sfondo delle Alpi Apuane. 

Una posizione che li rende confrontabili per bellezza ai trabocchi "originali", quelli abruzzesi della Costa dei Trabocchi, costruiti tra il 1400 e il 1600.

Entrambi hanno avuto un testimone d'eccezione, Gabriele D'annunzio, che così descriveva quelli dell'Adriatico:

“La lunga e pertinace lotta contro la furia e l’insidia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni. La macchina pareva vivere d’una vita propria, avere un’aria e una effigie di corpo animato. Il legno esposto per anni e anni al sole, alla pioggia, alla raffica, mostrava tutte le fibre, metteva fuori tutte le sue asprezze e tutti i suoi nocchi, rivelava tutte le particolarità resistenti della sua struttura, si sfaldava, si consumava, si faceva candido come una tibia o lucido come l’argento o grigiastro come la selce, acquistava un carattere e una significazione speciali, un’impronta distinta come quella d’una persona su cui la vecchiaia e la sofferenza avesser compiuto la loro opera crudele.”

Nell'estate del 1899, D'annunzio trascorse alcuni mesi a Marina di Pisa, come ricorda il verso "O Marina di Pisa quando folgora il solleone!" impresso su uno scoglio, insieme con Eleonora Duse, componendo in quel periodo numerose poesie, per la maggior parte raccolte poi nella raccolta "Alcione", pubblicata qualche anno dopo.
La più famosa, non c'è da dirlo, è "la  pioggia nel pineto".

La lirica, pubblicata nel 1903, appartiene alla sezione centrale di Alcyone, dedicata all’estate.

Il poeta, insieme a una donna chiamata Ermione, è sorpreso dalla pioggia mentre passeggia nella pineta di Marina di Pisa.
 


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