Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Caro Papa, la pazzia è solo quella di Putin
Francesco si è espresso contro l’acquisto di armi. Ma gli ucraini come si difendono, con i fiori?
Sullo stesso argomento:
Decidere o meno di armare Kyiv non fa di noi dei guerrafondai o dei pacifisti
Draghi spiega la pace ai pacifisti: "Non si possono giustificare autocrati come Hitler e Mussolini"
Il Papa è tornato a parlare della guerra in Ucraina, ricevendo in Vaticano i partecipanti dell’incontro promosso dal Centro femminile italiano. Dinanzi a quanto “di insopportabile” sta accadendo in Europa orientale, per Francesco “la vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso.
La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali”.
E’ vero che un Papa non può dichiararsi militarista, ovviamente, ma desta perplessità il continuo riaffiorare del disorientamento vaticano davanti al conflitto russo-ucraino.
Un giorno il segretario di stato dice che gli aggrediti hanno il diritto di difendersi e che “l’invio di armi è comprensibile”, due giorni dopo il Pontefice si scaglia contro “l’acquisto di armi”, definendolo “una pazzia”. E come dovrebbero difendersi gli ucraini?
L’invio di armi, dunque, è o non è comprensibile? L’afflato a favore della pace è spiegabile e sincero, ma il moraleggiare sul “due per mille del pil nell’acquisto di armi”, dato il contesto, stride parecchio. Perché è facile, da parte di chi non aspetta altro, strumentalizzare tali dichiarazioni tramutandole subito in acqua da portare al mulino putiniano.
Se si è legittimamente scelto di non menzionare per nome e cognome l’aggressore né di citare il paese che ha invaso un altro stato sovrano, si può anche mantenere un prudente silenzio.
Sarebbe più spiegabile rispetto alle disquisizioni su sanzioni e fucili da inviare a Kyiv.