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Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.

Resta da capire se con scappellamento a dx o sx. O .....
sono borborismi -ndr: borborigmi- mantrici, piu chiaro .....
Elena Schlein:
“Bisogna abbracciare prospetti dinamici .....
come se servisse a qualcosa. . . anzi peggio
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale della Toscana
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A cura di Andrea Paganelli
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di Iki Scortsaru
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di Lia Quartapelle
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Non appena ci salutano le feste del Natale
lasciando una scia di pandori e dolciumi,
panettoni e e frutta secca a fiumi
Ecco affacciarsi ovunque
zeppole, .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Di Francesco Cundari
Via l'abuso d'ufficio Ddl Nordio è la cosa migliore fatta dal governo (e da Nordio)

11/7/2024 - 9:48


Via l’abuso d’ufficioIl Ddl Nordio è la cosa migliore fatta dal governo (e da Nordio)

Confondere tutto in una generica denuncia di autoritarismo non è una buona strategia, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

Pochi argomenti hanno ancora il potere di dividere così radicalmente la stampa italiana – e non solo, ovviamente, i giornali più accanitamente schierati agli estremi opposti dello spettro politico – come le riforme della giustizia: non il fisco, non la sicurezza, non il lavoro, nemmeno l’immigrazione.
L’approvazione definitiva del disegno di legge Nordio, contenente l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, ma anche limitazioni alla custodia cautelare e all’uso delle intercettazioni telefoniche, si guadagna oggi ad esempio l’apertura di Repubblica. «Colpo di spugna», titola il giornale a caratteri cubitali, neanche fosse un colpo di stato. Seguono editoriali e interviste variamente apocalittiche, a cominciare, purtroppo, da quelle alla capogruppo del Partito democratico, Debora Serracchiani. Per fortuna non si tratta di un coro unanime.

Nel merito, tra i commenti che mi sembrano più equilibrati, segnalo quello di Massimo Adinolfi sulla Stampa, che ricorda come fino a oggi l’abuso d’ufficio abbia prodotto migliaia di processi, soprattutto sui mezzi di comunicazione, e pochissime condanne, e che introdurre l’interrogatorio prima di decidere la custodia cautelare o la collegialità della scelta, così come la limitazione alla possibilità di appellare le sentenze da parte del pm, sono principi di civiltà a garanzia di tutti i cittadini. Ma al tempo stesso che questa maggioranza (e questo ministro, aggiungo io) si mostra molto liberale su alcuni argomenti e molto meno su altri (quindi, aggiungo sempre io, non si mostra liberale affatto): «Vedi, soprattutto, alla voce immigrazione, ma vedi pure, in materia di giustizia, all’ansia di introdurre nuovi reati: e che, si toglie l’abuso d’ufficio dopo aver introdotto il variopinto reato di rave party?».

D’altra parte, le preoccupazioni per il quadro politico generale e l’atteggiamento del governo nei confronti di qualsiasi contropotere, a cominciare dalla magistratura (per non parlare della stampa, e del servizio pubblico in particolare), sono tutt’altro che infondate. Ma non credo che aiuti confondere ogni argomento in una generica denuncia di autoritarismo. Anzi, direi che la capacità di distinguere nel merito e riconoscere anche le rare volte in cui le scelte di governo poggiano su qualche buona ragione (come per l’abolizione del Superbonus, o il sostegno all’Ucraina), renderebbe più credibile la denuncia delle pulsioni autoritarie e illiberali, che ci sono eccome. Anche perché tali pulsioni, nel dibattito in questione, non si ritrovano certo nel fronte garantista.
Il nostro dibattito pubblico sulla giustizia è non per niente, da trent’anni, una collezione di tutti i più diffusi tipi di fallacia logica individuati dalla mente umana sin dai tempi di Aristotele: dall’appello all’autorità, ovviamente sempre quella dei pubblici ministeri e dei giuristi schierati a loro sostegno, all’argomento del piano inclinato, capace di portare in un attimo l’ignaro spettatore dal cavillo più insignificante all’apocalisse, passando naturalmente per tutte le forme più estreme di argomento ad hominem nei confronti di qualunque giurista, giornalista o politico che si azzardi a sostenere tesi diverse da quelle dell’Associazione nazionale magistrati, squalificato in partenza come amico di corrotti e mafiosi. Un manicheismo che parte dalla rimozione di un dato di fatto fondamentale, e cioè che il rapporto tra politica e giustizia, in democrazia, è sempre, almeno in una certa misura, anche lo specchio di un «Conflitto tra poteri», per usare il titolo di un libro di Marcello Flores e Mimmo Franzinelli, recentemente pubblicato dal Saggiatore, di cui consiglio vivamente la lettura.
Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. 

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16/7/2024 - 23:57

AUTORE:
Dispetto

...sdrubale l'hai visto il tg1 stasera ? C'era un certo Gratteri che parlava di traffico di droghe e mafie varie. È il procuratore capo di Napoli, quello del gioco dell'oca. Ma pensa te....

13/7/2024 - 13:09

AUTORE:
A. Sdrubale

Certo, nemmeno vi accorgete di cadere nel ridicolo..il sindaco prima di firmare sente il prefetto.magari anche un magistrato...siamo al gioco dell'oca

12/7/2024 - 12:25

AUTORE:
Lettore

...un cittadino al di sopra
di ogni sospetto redivivo?

12/7/2024 - 11:38

AUTORE:
Dispetto

...il Cundari delle 7.00, il Gratteri delle 11.30..
" Un regalo ai colletti bianchi, sarà impossibile indagare»: Gratteri boccia (di nuovo) l’abolizione dell’abuso d’ufficio".
Stiamo alle ultime sentenze di condanna della Cassazione sul reato di abuso d’ufficio.

C’è, per esempio, il processo al carabiniere calabrese fuori servizio che si avvicina a due ragazze sudamericane a Montauro. Il militare vuole chiacchierare, loro non vogliono e vanno via. E lui intima di mostrare i documenti di identità costringendole ad attendere l’arrivo di una pattuglia. «Non potete andare via, sono un carabiniere», gli aveva urlato l'uomo. La denuncia è chiara: «Il carabiniere, davanti al nostro rifiuto di fare amicizia con lui, ci ha spaventato abusando del suo potere». E ha portato a un processo arrivato al terzo di grado di giudizio e sfociato in una condanna a quattro mesi per abuso di ufficio. Oggi quel carabiniere non sarebbe più punibile.
Così come impunito resterebbe il sindaco che annulla gli avvisi di pagamento dell’Ici in campagna elettorale. O, ancora, il pm che chiede, per ripicca, il rinvio a giudizio contro l’ex della sua compagna nei cui confronti, in precedenza, aveva deciso di archiviareil procedimento.
Da domani il prolema non si porrà più: tutto depenalizzato. Ed è soltanto una parte della questione legata all’abolizione dell’abuso d’ufficio. Gli altri inciampi giuridici vengono evidenziati da mesi e da diversi magistrati, senza che il loro collega Nordio, oggi ministro della Giustizia, abbia inteso ascoltarne i moniti. Tutti hanno spiegato come l’abuso di ufficio fosse da considerarsi “un reato spia” per circostanze più gravi, come la corruzione. Un rischio riproposto anche dal Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che ha parlato dell’abolizione come di «un grave errore: si sta rimuovendo un presidio della legalità dei comportamenti dei pubblici poteri, compreso quello della magistratura» ha detto.
Spiegando anche, nel corso dell’iter della norma, come il «venir meno della possibilità di sanzionare condotte abusive rappresenterebbe un vulnus agli obblighi internazionali sottoscritti dall’Italia in tema di corruzione con la convenzione di Strasburgo».
Gratteri, al solito, non usa giri di parole: «L’idea che i sindaci avessero paura di firmare gli atti amministrativi per timore di essere indagati è ridicola. I sindaci prima di firmare potevano consultarsi con il segretario comunale, il viceprefetto, lo stesso prefetto, tutti esperti di diritto amministrativo. E invece si è deciso per l’abrogazione. Di questo passo sarà sempre più difficile indagare su colletti bianchi e Pubblica amministrazione. Se non è un regalo ai colletti bianchi, poco ci manca».
Buona lettura