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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Andrea Paganelli
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di Umberto Mosso
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di Andrea Paganelli
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di Tonino Serra Contu
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di Niram Ferretti
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Il Riformista
Matteo Renzi scopre le carte e abbraccia il campo largo

19/7/2024 - 6:20

L'apertura totale
Matteo Renzi scopre le carte e abbraccia il campo largo: “L’alleanza con Schlein e Conte è l’unica possibile alternativa a Meloni”
Redazione — 18 Luglio 2024

Matteo Renzi ha scoperto le carte, abbracciando definitivamente la possibilità di entrare nel campo largo a sinistra. Il leader di Italia Viva, partendo dallo spunto dell’abbraccio con Elly Schlein durante la Partita del Cuore, vede ormai il futuro del suo partito ben posizionato a sinistra seppur come una costola centrista e riformista, senza porre veti né sul Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte né su Alleanza Verdi e Sinistra di Bonelli e Fratoianni.

Matteo Renzi scopre le carte e abbraccia il campo largo
Renzi ne parla in un’intervista sul Corriere della Sera. La prima domanda è stata proprio dell’abbraccio in campo con la leader del Pd. “È stato bello giocare insieme per dare una mano agli ospedali pediatrici. L’abbraccio nasce dal fatto che avevamo fatto una grande azione e Elly aveva segnato anche grazie al mio assist. Peccato il gol annullato per fuorigioco…” ha detto Renzi. Ma poi entra più nel dettaglio politico e spiega di come tra il Partito Democratico e Italia Viva possa esserci un riavvicinamento strutturato: “Forte del successo alle Europee, il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022. Ma anche noi abbiamo un obbligo, allora: non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco. Noi alle Europee abbiamo sfiorato il 4% e dunque abbiamo un consenso che alle prossime politiche può fare la differenza in almeno una trentina di collegi marginali. Saremmo decisivi. Per noi è tempo di scelte. O si riapre la partita del Terzo Polo o si prende atto che il centro è decisivo solo se si allea in modo strutturale”.

Renzi: l’alleanza con Schlein e Conte unica alternativa
Per Renzi l’obiettivo è ormai chiaro: “Costruire un centro che guarda a sinistra, per dirla con De Gasperi. Non rinnego quello che abbiamo fatto: aver mandato a casa Salvini al Papeete, aver portato Draghi, aver costruito le condizioni per il bis di Mattarella. Ma accettare la nuova sfida significa costruire una coalizione organica dove noi proviamo a occupare il campo riformista almeno come altri provano a occupare lo spazio più a sinistra. Questa sarà la proposta che porterò all’Assemblea Nazionale di Italia Viva”. Poi l’apertura più che totale, alla domanda se fosse possibile un’alleanza tra lui, Schlein, Conte e gli altri della sinistra:

“Non facciamola lunga: non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante. La maggioranza è divisa su tutto, dalla politica estera ai vaccini per i bambini. Però sta insieme grazie al potere, perché usa il potere, senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti”.

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Renzi e la fine del governo Meloni
Nel corso dell’intervista, Renzi parla anche del futuro del governo Meloni. Secondo il leader di Iv potrebbe cadere prima della fine della legislatura: “Sarà la stessa Meloni ad anticipare per evitare di perdere il referendum costituzionale e perché, se anche trova i soldi della Legge di Bilancio 2025, sull’anno successivo è strangolata dai vincoli”. E a quel punto, per l’ex premier, bisogna andare subito alle elezioni: “Ho una certa esperienza nei giochi di palazzo e anche per questo dico che la via maestra è andare a votare. E siccome la presunta elezione diretta della Meloni è talmente pasticciata che non vedrà mai la luce, io dico subito che per me il candidato premier deve essere il leader o la leader di partito che prende più voti nella coalizione”.



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20/7/2024 - 17:41

AUTORE:
Bagnaiolo, attivista Pd

Se Letta...se Letta... se Letta.
Letta ha fatto quello che la direzione PD ha ritenuto opportuno. Il no a Iv, che poi si è alleata con Azione dando vita al fantomatico 3° polo, è il risultato di una discussione, da dove non sono escluse anche posizioni personali, interna dove sono stati analizzati tutti i pro e contro per una eventuale alleanza. La scelta fu di andare in altra direzione. Giustamente.
E ora venite col piattino in mano?
Sono finite le praterie del centro.

20/7/2024 - 11:07

AUTORE:
Elettore di centrosinistra

...nel 2022 non avesse posto il veto e Italia Viva fosse entrata nel cosiddetto campo largo; oltre come probabile non fare avere al Senato la maggioranza al centro destra; dove era il problema che alcuni vecchi comunistichi si pongono ora?

20/7/2024 - 0:32

AUTORE:
Bagnaiolo, attivista Pd

Quando Elly Schlein ha vinto le primarie Renzi disse subito che camionate di parlamentari PD sarebbero passati con Iv. S'è visto. Quando Elly firmo per il referendum sul Job act disse peste e corna di lei e dei presunti riformisti che non lasciavano il PD. Ha votato porcherie, riforma Nordio, abolizione abuso d'ufficio, con l'attuale maggioranza che il PD si è ben guardato dal fare.
Non conosco la tua età ma delle due l'una: o sei giovane o non conosci la storia. Il PCI non ha mai schifato i socialisti, casomai è l'esatto contrario. Per il governo nazionale preferivano stare con la Dc, nei comuni e nelle regioni, dove il PCI era forte, allora governava con noi.
Il primo governo di centro sinistra, con il Psi, la Dc, il Pli e il Pri, nacque nel 1963, dopo la sciagurata stagione di quel fascista di Tambroni, il PCI era all'opposizione dov'è sempre rimasto. Tranne l'astensione nel 1978,dopo il rapimento di Moro.
Sono troppo vecchio per turarmi il naso e a dirla tutta mi sono anche rotto i c....

19/7/2024 - 22:54

AUTORE:
Elettore di Centrosinistra

...aver schifato i socialisti di Lombardi e Craxi ci siam trovati con cinque governi Andreotti ed un'altra decina a guida Forlani e Cirinipomicini vari.
La DC invece sapeva "dove mandarli" Craxi e Spadolini quando la DC da sola non aveva la maggioranza: li ha eletti PdC.
nb, che le parole di Matteo Renzi a seguito dell'elezione della nuova segretaria PD non sono state di scherno e di offesa e...forse ora si è accorta che non basta vincere nei comuni per fare le leggi che riguardano lo Stato italiano e che con Bonelli, Soumahoro, Fratoianni e Salis varie rimane al palo per 40 anni come ai tempi del PCI.
Montanelli si turava il naso; fallo anche te, conviene a te ed a noi di sinistra democratica.
salute.

19/7/2024 - 20:13

AUTORE:
Bagnaiolo, attivista Pd

Ma non erano loro quelli che fino a ieri criticavano qualsiasi cosa facesse il PD ? Qualcuno si ricorda le parole di Renzi, e tutto il seguito, dopo l'elezione di Elly Schlein ? E le parole di scherno verso Conte e la Sinistra di Fratoianni ? Poi sono arrivate le prove sul campo delle elezioni e i sogni di gloria sono morti all'alba. Penso, e credo, che un minimo di scuse sarebbe dovuto. Poi facciano loro. Per me, saprei già dove mandarli.

19/7/2024 - 17:08

AUTORE:
Ivan Scalfarotto

Ho letto l’intervista di Matteo Renzi, questa mattina, e penso che abbia ragione su tutta la linea. Avevo già espresso la mia opinione in passato: in questo quadro, con questo governo, in questa situazione internazionale, c’è un’unica missione da intraprendere per chi, come noi, si riconosce in un’identità liberal-democratica. Quella di costruire la gamba riformista di un centrosinistra che possa, con il nostro contributo, diventare l’alternativa a un governo di destra da cui ci dividono non solo un’attività di governo che giudichiamo assolutamente scadente - e lo diciamo avendo sempre fatto un’opposizione responsabile e costruttiva - ma anche radici, valori e alleanze internazionali.

La costruzione di un’anima liberal nel centrosinistra italiano non è solo nell’interesse delle nostre idee - che nella posizione terzista e isolazionista che pure viene avanzata in queste ore dal mio amico Luigi Marattin - rischierebbero a mio avviso o di essere assorbite dalla destra o di essere confinate per sempre alla testimonianza. È anche nell’interesse del centrosinistra che, come sembra essere chiaro alla Segretaria del PD, non avrebbe nessuna possibilità di arrivare al governo senza un’anima che sia in grado di parlare con quel pezzo di Paese che non si riconosce nelle posizioni radicali che sempre più spesso caratterizzano l’attuale “campo largo”.

Questa è la ragione per cui io credo si debba aprire un lavoro paziente di creazione di un’alleanza che certo non può nascere solo da un’intervista di assoluta visione strategica, una di quelle di cui solo Renzi è capace, ma che richiederà al tempo stesso la costruzione di una consuetudine al dialogo, al rappresentare posizioni diverse e a trovare un punto di sintesi.

Sono uscito dal PD nel 2019 e non ho alcuna intenzione né di rientrarvi, né di limitarmi “fare il cespuglio”. Penso, al contrario, che il nostro ruolo debba essere di conferire alla coalizione di centro sinistra contenuti che in nostra assenza sono stati rappresentativi di posizioni molto minoritarie (e la mente va per esempio alla giustizia, al lavoro, alla politica internazionale) e che con il nostro contributo acquisiranno invece, in una prospettiva futura di governo, un peso assai più rilevante.

Si riuscirà a farlo se saremo tutte e tutti più disposti ad ascoltarci, a essere più accoglienti che polemici, più concavi che convessi, più capaci di costruire sulle cose che uniscono che su quelle che dividono. Senza veti, appunto. E quando non si troverà un punto di sintesi, si deciderà, come accade in democrazia, a maggioranza. Provando ciascuno, con la bontà delle proprie idee e il proprio lavoro, a farsi maggioranza. È l’unica lezione che possiamo prendere da Giorgia Meloni, che accettò questo principio quando era al 3% e oggi, proprio in forza di questo, guida la sua intera coalizione da Palazzo Chigi.

Queste sono le ragioni per cui, secondo me, non basta oggi riflettere sulla direzione strategica da prendere a valle di una brutta sconfitta elettorale. Io credo che il risultato delle europee ci imponga anche di chiudere una fase e di aprirne una completamente nuova: quella della sfida di recuperare le nostre ambizioni e quel consenso che ci ha portato in passato ad avere la fiducia 40% degli italiani. È vero: non è più il tempo di rivendicare gli antichi successi - come trofei malinconicamente impolverati nella bacheca di un club un tempo glorioso e ora decaduto - ma non dovremmo però mai perdere l’orgoglio di quanto profondo e innovativo nel metodo e nelle dimensioni sia stato il progetto che negli anni dei nostri governi si è realizzato per l’Italia.

È dunque tempo di chiederci, anche con una certa dose di brutalità, cosa non ha funzionato e cosa possiamo e dobbiamo fare diversamente per tornare a parlare a quanti più nostri concittadini sia possibile. Cosa possiamo e dobbiamo fare per tornare a essere attrattivi per tutti i riformisti italiani - compresi quelli che votano il PD di Elly Schlein o per una Forza Italia alleata con gli amici di Orbán e di Le Pen, scelta innaturale per entrambi - che io credo dovrebbero vedere senza alcuno sforzo qui la loro casa e il loro approdo. Oggi questo per qualche motivo non accade e e dunque non riusciamo a essere competitivi né con gli uni né con gli altri e restiamo inchiodati a percentuali che semplicemente non rappresentano il pezzo di Paese a cui vogliamo dare voce.

È insomma questa l’occasione per il nostro partito di diventare grande, in tutti i sensi: più popolare, ma anche più adulto. Di saper coniugare una leadership indiscussa con una capacità genuinamente collettiva di discutere e di elaborare nuove proposte programmatiche davanti alle sfide di questo tempo. Di darsi obiettivi a medio e a lungo termine e la costanza e il metodo per conseguirli, di dotarsi di un’organizzazione solida ed efficiente e di una comunicazione semplice e diretta, capace di utilizzare gli strumenti e i linguaggi della contemporaneità. L’assemblea alla quale ci avviamo costituisca dunque il momento per tutto questo: io sarò lì con la comunità unica e bellissima di Italia Viva a dare il mio contributo.

19/7/2024 - 15:14

AUTORE:
Dispetto

...passo le giornate ridendo e pensando a tutti i renziani, di stretta osservanza, che non sanno più che pesci prendere ascoltando il loro mentore smentire ciò che diceva meno di un paio di mesi fa...
Lo so è dura quando si vive con il paraocchi. Comunque c'ha pensato Conte ha rimettere le cose al loro posto. Saluti, anche ad A.B.,
chiunque sia, ma visto che lo accomuni a me è già nelle mie simpatie. E ora Tour de France...almeno lì non ci sono cavalli ma biciclette spinte da uomini !

19/7/2024 - 15:07

AUTORE:
Teresa Bellanova

Condivido nel merito l’intervista di Matteo Renzi oggi sul Corriere della Sera: ho sempre pensato che il centrosinistra dovesse essere la collocazione naturale del partito che ho contribuito a far nascere cinque anni fa. Ho vissuto con non poca sofferenza alcune scelte fatte in questi ultimi 18 mesi, dopo le ultime elezioni politiche, e oggi con soddisfazione prendo atto che finalmente si volta pagina.

Contro una destra che approva riforme costituzionali inaccettabili, mette in discussione i diritti, ci isola in Europa ed ha al suo interno contraddizioni insanabili, come il voto di ieri a Strasburgo ha certificato, si può e si deve costruire una alternativa credibile, con uno spazio riformista forte ed autonomo.
Bene quindi: voltiamo pagina, era l’ora. Ma non basta.

Ora serve davvero rimboccarci tutti le maniche per ripartire con slancio e metodi completamente rinnovati.
Elencherò alcune priorità da mettere sul tavolo, con la schiettezza che - lo sapete - raramente mi è mancata.

Serve costruire una piattaforma programmatica credibile, riformista e pragmatica: insistere su lavoro e sviluppo, continuare a battere sul garantismo, avere parole chiare su infrastrutture e sanità, riprendere in mano battaglie sui diritti che abbiamo trascurato, rilanciare su cultura ed educazione. Serve ritrovare una radicalità di proposte per contrastare la mancanza di libertà economiche e di concorrenza che imbriglia il nostro Paese.

Serve lavorare su una forma partito diversa. Matteo è e deve rimanere una persona centrale della nostra comunità, ma occorre che intorno a lui si formi una classe dirigente autonoma e determinata, rinnovata rispetto all’attuale anche per coerenza di comportamenti.
Serve che da una fase costituente nasca un soggetto politico contendibile e capace di praticare quotidianamente la democrazia interna, archiviando alcune aggressività comunicative e ondeggiamenti verso parole d’ordine conservatrici e ripartendo con una forte coerenza di messaggio.

Serve riprendere il filo del rapporto con la nostra comunità. Ve lo dice una persona che in questo anno e mezzo non si è risparmiata a girare l’Italia in lungo ed in largo per parlare con il nostro mondo: ripartire da qui, ascoltando con umiltà, dando valore agli altri e proponendo risposte, è altrettanto necessario.

Serve infine lavorare sulla credibilità: è l’ultimo punto di questa veloce lista, ma è il più importante ed è anche la conseguenza di tutti i precedenti.
Il soggetto nuovo dovrà essere credibile, condizione che si crea con una coerenza di parole e di comportamenti, di messaggi e di contenuti, di scelte e di alleanze, a livello nazionale e locale.
Per riconquistare la fiducia dei nostri militanti e dei nostri elettori, ma anche di quanti nel centrosinistra vivono con sofferenza certi estremismi e di coloro che, avendo scelto nelle urne il centrodestra, mal tollerano una coalizione dove i moderati ed i centristi sono all’angolo.

Ripartiamo da qui. Con la determinazione e la tenacia di sempre. Sapendo che sarà dura, ma che le condizioni per costruire una alternativa credibile e senza veti a Giorgia Meloni ed ai suoi accoliti è fattibile.

19/7/2024 - 10:20

AUTORE:
Bruno del Baglini &

...a sbirciare il mondo che fu dallo specchietto retrovisore e quando te ed A.B. vedesti il Conte due fare le valige in piena pandemia non ci capiste + niente vero?

19/7/2024 - 9:25

AUTORE:
Dispetto

...bella storiella. Anni di sfanculamenti reciproci finiti con 2 calci al pallone. Dev'essere il modello Lollobrigida. Ma prima di farsi intervistare ha avvertito i vari Mosso, Amadesi, Serpi, Baglini, Viola e tutto il resto della compagnia? Prossimo titolo del nuovo libro " il rinculo del cavallo "...