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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

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AlterEgo Fiere
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Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Non avrei mai voluto vederti così
Ma è inevitabile
Chiudo gli occhi per non guardare
Ma quella livida rigidità
appare scompare riappare
Io ti .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Pierluigi Mele
La guerra cognitiva russa contro l’Occidente. Intervista a Luigi Sergio Germani

20/7/2024 - 8:12

La guerra cognitiva russa contro l’Occidente. Intervista a Luigi Sergio Germani

 
Nella guerra ibrida rientra anche la “guerra cognitiva”. Che cos’è? Quali scopi vuole raggiungere?

 

Ne parliamo col direttore dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, esperto di intelligence russa

Prof. Germani, l'argomento che trattiamo è affascinante e terribile: parliamo della guerra cognitiva. Un termine che, da qualche anno, sta andando, mi passi il termine,  di moda tra gli operatori di intelligence e analisti strategici. Quando nasce il termine?

  Il concetto di guerra cognitiva è diventato “di moda” , soprattutto in ambito NATO, negli ultimi 4-5 anni. Tra i primi a utilizzare pubblicamente il termine cognitive warfare  va menzionato David Goldfein , Generale dell’Aeronautica degli Stati Uniti, che nel 2017 accennò al concetto in occasione della Conferenza annuale “Air, Space and Cyber”  dell’Associazione Aeronautica statunitense. Successivamente, nel 2018, James Giordano, studioso americano di neuroscienze, affermò che “il cervello è il campo di battaglia del XXI secolo” in una intervista dedicata agli avanzamenti nelle neuroscienze e nelle neurotecnologie , e alle loro profonde ripercussioni nel settore militare. L’obiettivo della guerra cognitiva è di manipolare le percezioni di un bersaglio e interferire nei suoi processi cognitivi, alterando le sue capacità di pensare, di ragionare, e di prendere decisioni. Come ha sottolineato l’esperto francese François Géré, autore di importanti saggi sulla  guerra psicologica e la disinformazione:  “la guerra cognitiva non mira  soltanto a  modificare i pensieri e le percezioni del bersaglio,  ma anche il suo modo di pensare e di agire”. La guerra cognitiva  non è un fenomeno nuovo:   le strategie e le tecniche per impadronirsi della mente degli esseri umani sono sempre esistite,  ma in passato venivano utilizzati altri concetti, come “guerra psicologica”, “propaganda”,  “psico-strategia”, la “conquista delle menti e dei cuori” e più recentemente “information warfare” (infowar). Il controllo della mente degli esseri umani ha sempre esercitato un certo fascino sugli intellettuali e sul grande pubblico. 

Nel Novecento, il secolo dei totalitarismi nazista e comunista, la propaganda e la manipolazione psicologica delle masse erano temi centrali della sociologia, della psicologia sociale e della scienza politica, nonché  argomenti approfonditi da romanzi, dal cinema, dall’arte e dalla riflessione filosofica. Una delle caratteristiche dei regimi totalitari nazista e comunista  era  l’uso della “guerra cognitiva” da parte  del Potere per controllare la mente dei propri cittadini, e di manipolare le menti della popolazione di altri paesi che miravano a soggiogare. 

 Hitler e suoi specialisti di propaganda svilupparono una serie di tecniche di manipolazione delle masse tese  a depotenziare e annientare il pensiero razionale nelle persone facendo prevalere le emozioni e gli istinti. Nel totalitarismo comunista (l’Unione Sovietica, la Cina maoista e altri regimi marx-leninisti ) , come affermò il grande sociologo Luciano Pellicani, l'individuo era  costretto “a riconoscere come corrispondente al mondo reale l'immagine del mondo che il regime costruiva e divulgava attraverso i mass media. Così l'ideologia e la realtà diventarono di fatto un'unica cosa (nel senso che la prima schiacciava e occultava la seconda) e la manipolazione delle menti poteva essere totale”.Nel XXI secolo la guerra cognitiva diventa  un fenomeno sempre più importante sia nella politica interna agli Stati  che nella politica internazionale.  Oggi, grazie alle nuove tecnologie digitali, ai social media, all’intelligenza artificiale e agli avanzamenti nelle neuroscienze e nelle neurotecnologie, Stati e attori non-statali (gruppi economico-finanziari, partiti e movimenti politici, gruppi terroristici ed eversivi, sette religiose, “poteri occulti” politici o criminali)  possono disporre di strumenti e tecniche sempre più potenti di influenza e manipolazione psicologica  di massa. In cosa si distingue la guerra cognitiva dalla guerra psicologica? La guerra cognitiva è essenzialmente la guerra psicologica potenziata dall’impiego delle innovazioni tecnologiche e scientifiche del XXI secolo in diversi campi: le  tecnologie informatiche e della comunicazione, l’intelligenza artificiale, le biotecnologie e le  scienze cognitive.Tra gli studiosi si dice, come lei ricordava, che lo scopo della guerra cognitiva sia quello "di sgretolare, indebolire i punti di vista, le idee del soggetto target", quindi la vittoria, in questo ambito, si ha se si conquista il dominio cognitivo. Cosa vuol dire conquistare il dominio cognitivo? 

Conquistare il “dominio cognitivo” significa alterare la percezione della realtà del bersaglio, indurlo ad adottare la percezione della realtà voluta dall’aggressore cognitivo  e a prendere  le decisioni  volute da quest’ultimo.Ad esempio,  i militari cinesi hanno elaborato, in anni recenti, il concetto di intelligentized warfare,   ossia l’uso dell’Intelligenza Artificiale per controllare la mente e le azioni  dei massimi decisori politici di un altro paese, nonché per manipolare la loro opinione pubblica.La letteratura sulla cognitive warfare che negli ultimi  4-5 ultimi anni si è sviluppata in ambito NATO sottolinea l’uso crescente della  guerra cognitiva da parte delle grandi potenze autocratiche del mondo non-occidentale – in primo luogo Cina e Russia – non solo per controllare le proprie popolazioni, ma anche  per tentare di destabilizzare le democrazie occidentali dall’interno, minando la loro coesione, estremizzando le loro divisioni interne, screditando e delegittimando le istituzioni democratiche. 

Quali sono le armi per questo scopo?Facciamo l’esempio della guerra cognitiva condotta dal regime russo nei confronti delle democrazie occidentali, tra cui anche l’Italia. Il Cremlino, nell’ultimo decennio, ha utilizzato  diversi strumenti di guerra cognitiva  miranti a influenzare e destabilizzare le società occidentali. In primo luogo ci sono i media, palesemente controllate dal Cremlino  (ad esempio RT e Sputnik, che in Europa sono stati oscurati). Ma i mass media del regime sono solo uno degli strumenti adoperati dal Cremlino per manipolare le opinioni pubbliche occidentali intossicando l’ambiente informativo delle società democratiche.  Le campagne cognitive russe vengono condotte anche sui social media utilizzando i cosiddetti internet trolls ( commentatori anonimi assoldati dal Cremlino),   i bots (account automatici o semiautomatici che twittano o ritwittano automaticamente in quantità massicce ) e altri falsi account sui social media.   Un altro tipo di strumento di cui si avvale ll Cremlino  sono i siti-web di informazione e analisi geopolitica  che apparentemente non hanno alcun collegamento con la Federazione Russa, ma che sono stati creati dai servizi d’intelligence russi, o sono da essi finanziati, per diffondere narrazioni strategiche gradite al regime putiniano. Il Cremlino si avvale, altresì, di giornalisti, uomini politici e altri personaggi pubblici, scrittori, bloggers, accademici e think tankers occidentali che operano, consapevolmente o inconsapevolmente, come “agenti di influenza” della Russia.  Infine, Mosca finanzia convegni, progetti universitari, e  think tanks per influenzare le percezioni  delle classi dirigenti e degli intellettuali dei paesi occidentali. Rientra, comunque, nell'insieme della guerra Ibrida. Le  chiedo la Dottrina Gerasimov è ancora valida?

La guerra cognitiva è una componente molto importante della cosiddetta “guerra ibrida”, ossia l’uso combinato e sinergico di diverse metodologie di attacco a un sistema-paese, metodologie  di carattere sia militare sia non-militare (tra cui anche la propaganda, la disinformazione e le operazioni psicologiche), allo scopo di  destabilizzare e indebolire il paese bersaglio.  A partire dalla metà degli anni 2000 la Russia ha elaborato una strategia di guerra ibrida basata sulla tradizione sovietica delle misure attive.  “Misure attive” (aktivnye meropriyatiya) era un termine della polizia segreta sovietica (il KGB -  Komitet Gosudarsvennoj Bezopasnosti)   che abbracciava svariate attività tese alla destabilizzazione politica e psicologica degli Stati avversari dell’URSS.   Tramite le misure attive il Cremlino mirava a indebolire e destabilizzare dall’interno l’Occidente capitalistico, fiaccando sempre di più la sua volontà di contrastare l’espansionismo sovietico a livello militare. In particolare, le misure attive erano finalizzate ad acutizzare le divisioni all’interno delle società democratiche, ad aizzare le loro popolazioni contro le Istituzioni, a fomentare tensioni tra alleati occidentali, a screditare e delegittimare i servizi d’intelligence occidentali e a diffondere un senso di demoralizzazione, sfiducia e pessimismo tra le popolazioni dei paesi occidentali, sfruttando paure (soprattutto la paura della guerra nucleare) e sensi di colpa.Le linee-guida del modello putiniano di guerra ibrida – che ha resuscitato e modernizzato la tradizione delle misure attive sovietiche,  sfruttando le tecnologie del XXI  secolo -   furono sintetizzate nel discorso del Generale Valerij Gerasimov, allora Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate Russe,  svoltosi nel gennaio 2013 all’Accademia Russa delle Scienze Militari.

Parliamo dell'Italia. Sappiamo che è oggetto di attenzioni da parte del Cremlino. Come si manifesta  la “guerra cognitiva” russa nel nostro paese e in Europa?Da almeno 10-15 anni la macchina di guerra cognitiva del Cremlino  diffonde nello spazio informativo italiano molteplici narrazioni propagandistiche e disinformative finalizzate a confondere l’opinione pubblica circa gli obiettivi e gli strumenti della politica estera russa, nonché a minare l’orientamento atlantista ed europeista dell’Italia e i suoi valori democratici In questa dinamica non si può trascurare il ruolo svolto da  influencer e media  italiani (sia di “Informazione alternativa” che mainstream) nel promuovere messaggi che amplificano le narrazioni  filo-Cremlino.

Dopo l’invasione militare totale dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 le campagne cognitive del Cremlino mirano a promuovere presso l'opinione pubblica e le élite politiche e intellettuali italiane interpretazioni fuorvianti circa le cause della guerra in Ucraina,  allo scopo di  giustificare o relativizzare l'aggressione russa e per screditare la politica italiana di sostegno militare all'Ucraina e la politica di sanzioni economiche nei confronti della Russia.Uno degli obiettivi prioritari della guerra cognitiva russa in Italia e in tutto l’Occidente  è  alimentare la paura di una guerra nucleare nell’opinione pubblica e nei leader politici. Il Cremlino punta a esercitare  una  pressione psicologica crescente  sui cittadini e i  decisori politici e militari occidentali, alimentando le loro paure di una escalation nucleare, allo scopo di indurli a rinunciare ad assistere l’Ucraina sul piano militare. Il nostro Istituto ha pubblicato diversi rapporti sulla guerra cognitiva russa in Italia, ad esempio questo (https://fondazionegermani.org/2-report-analitico-dezinformacija-nato-sicurezza-rischio-nucleare/) La nostra intelligence è attrezzata per rispondere?

I nostri servizi di intelligence sono impegnati nelle attività di contrasto alla guerra cognitiva russa ma occorre potenziare le loro capacità e risorse nel settore della controingerenza e controspionaggio. Ma la risposta alla sfida della guerra ibrida non riguarda solo il comparto intelligence: essa deve coinvolgere tutto il sistema-Paese.   L’Italia, come anche molte altre democrazie occidentali, non è preparata per questo nuovo tipo di guerra.  L’Italia deve dotarsi di una specifica strategia di difesa del Sistema-Paese in questo campo, tesa a individuare e a contrastare gli attacchi cognitivi, a rafforzare la propria resilienza sociale e psicologica nei confronti della disinformazione e a elaborare e diffondere (tramite la comunicazione strategica) forti contro-narrazioni finalizzate a tutelare la coesione nazionale e le Istituzioni democratiche. Tale strategia dovrà necessariamente essere fondata su un approccio “whole of nation”, ossia uno sforzo coordinato tra tutte le componenti della società: organismi governativi, comparto intelligence, Forze Armate, Forze di Polizia, industria, sistema mediatico, mondo accademico, mondo della scuola,  organizzazioni della società civile. 
Su quali tasti dovrebbe insistere per dare una risposta efficace?

Per difendere efficacemente il sistema-Italia dalle campagne di guerra cognitiva condotte dalla Russia e da altre potenze autocratiche occorre adottare una strategia culturale di lungo termine,  tesa anzitutto a difendere i valori e le Istituzioni della democrazia liberale e della società aperta dagli attacchi cognitivi condotti dalla Russia e da altri Stati autocratici come Cina e Iran, nonché da movimenti politici autoritari di matrice populista o estremista sia interni che transnazionali. 
Parallelamente occorre promuovere, nell’ambito del sistema scolastico, il pensiero critico come strumento di contrasto alla disinformazione e alla manipolazione.





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21/7/2024 - 16:23

AUTORE:
Tommaso

Senza voler essere offensivo ma se questo dibattito è sceso a questo livello è per demerito suo. Qui si sta parlando di " guerra " cognitiva, (l'intervista al prof. Germani testé pubblicata parla di questo ) ossia la capacità da parte di potenze mondiali di poter influenzare, attraverso notizie e propaganda, il pensiero dell'opinione pubblica. In tutti i continenti. Ma questo è sempre successo non è scoperta di oggi. Oggi prova a farlo la Russia, nel recente passato lo hanno fatto gli Usa. Un esempio l'ho già fatto nel primo commento. Per questo va sviluppato il pensiero critico.Altra cosa è il libero pensiero almeno fino a che rimane tale.
Dopo di che resta da capire che c'entra il processo di Norimberga, a questo penso lei si riferisca, con la guerra cognitiva o il libero pensiero. In quel processo le 4 grandi potenze vittoriose della ll° guerra mondiale, Usa- GB- FRA - Un.Sovietica, processarono i gerarchi nazisti responsabili di crimini contro l'umanità. E la Germania non era un paese orientale ma all'epoca veniva riconosciuta come una delle culle della cultura europea e mondiale. Solo per farle un nome faccio quello di Albert Einstein.
Quindi quando parlo di bene e male assoluto senza distinzione penso anche a questo.
Adesso però non ho altro da dirle.
Buona serata.

21/7/2024 - 10:39

AUTORE:
BdB

...per i suoi famosi gelati alla fragola?
L'apologia di fascismo non è perseguita?
Per il libero pensiero si può disegnare una svastica nelle lavagne di scuola?
Che Putin sia un ricercato non esime il pensare di chi lo sostiene in pensieri ed opere che non siano norcini di carne umana con le loro spedizioni di vagonate di missili e droni da scaricare nella martoriata Ucraina.

Non conosco Germani, ma conosco di fama Salvini, Savoini, Di Battista ed altri che ultimamente sono andati in Russia a caso e non per caso indossando magliette influencer a caso? a gratis?

21/7/2024 - 10:00

AUTORE:
Tommaso

Mi perdoni se glielo chiedo, senza acrimonia, quindi lei pensa che le persone che ha menzionato nel suo commento, siano al soldo di Mosca ? O perlomeno che agiscano come agitatori politici in quella direzione ? Mi scusi, ma se così fosse, lei è fuori strada e di brutto. Esiste la libertà di parola e pensiero. Sono altre le persone, già sgamate e in un caso condannate perché spie a libro paga della Cia, in questo cado. A mio parere bisognerebbe smettere di pensare che il cosiddetto " occidente " sia il bene assoluto e gli altri il male altrettanto assoluto. La storia ce l'ha detto, ce lo dice e ce lo dirà. Come dice il prof. Germani dobbiamo promuovere il pensiero critico, ma a tutti i livelli non solo nelle scuole.
Buona giornata.

20/7/2024 - 17:44

AUTORE:
BdB

...equiparare la Russia che compra armi da altri regimi totalitari come Iran, Corea del Nord e usa i vari Prigozin per sgozzare la povera gente di Buka e...purtroppo riuscire a convincere anche tre miei amici che nel 2014 fu l'Ucraina a cominciare.
Credere ai San-Toro, Orsini, Travaglio, Di Battista e il truce Salvini (quello che voleva scambiare due Mattarella per un Putin) e credere che lo facciano disinteressatamene non è da ciucchi nati ciucchi come per gli scemi non c'è medicina.
Infatti tutti e tre questi miei conoscenti locali mettono sempre avanti a tutto la distruzione del mondo evocata da Pescov e soprattutto Lavrov che prima non diceva così ma il polonio di Putin è lì pronto e Lavrov non è un briao come l'altro e tira a campare e far campare bene la prole in lussuosisse ville in occidente; o bere o affogare!
Nd: dopo cari amichi il: te lo dicevo io, non vale!

20/7/2024 - 16:33

AUTORE:
Tommaso

Secondo il terzo principio della dinamica, enunciato da Newton, per cui se il corpo A esercita una pressione sul corpo B, allora B esercita una forza uguale e contraria su A. Più banalmente ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Questo per dire che si la Russia fa, ha fatto, e farà una " guerra cognitiva " verso l'occidente ma è altrettanto vero che all'inverso lo fanno, lo stanno facendo e lo faranno gli Usa. O qualche solone pensa che all'ISW di Washington insegnino a giocare a Risiko ?
Esempio di guerra cognitiva, stavolta però effettuata da A verso A e B, furono le armi di distruzione di massa che si diceva avesse l'Iraq di Saddam Hussein.
Bene insegnare il pensiero critico nelle scuole a patto di orientarlo in tutte le direzioni. Il passato è lì a ricordarcelo.
Buona serata.