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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

CERTO CHE E UN PARADISO PER I CANI, MA ESSENDO PARCO .....
esiste un luogo meraviglioso dove i cani possono esprimere .....
Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di UMBERTO MOSSO
Il 9 giugno non c’è stata una semplice sconfitta elettorale

31/7/2024 - 13:12

Il 9 giugno non c’è stata una semplice sconfitta elettorale, ma è risultata impraticabile una intera strategia che puntava al superamento del bipolarismo destra/sinistra attraverso l’affermazione di una terza forza riformista di ispirazione liberaldemocratica.
La sconfitta elettorale è certamente figlia della delusione di molti potenziali elettori per la mancata costruzione del Terzo Polo e della ulteriore divisione di un campo già minoritario vista l’impossibilità di presentare una lista unitaria alle elezioni europee.
Inutile tornare sulle responsabilità di Calenda in entrambi gli avvenimenti, se non per dire che qualunque ipotesi di costruzione di un polo alternativo alla destra e alla sinistra andrà, come nelle due precedenti occasioni, a infrangersi contro lo stesso scoglio.

Chi vuole provare è libero di farlo, ma l’esito è segnato: o mettersi al servizio di Calenda, o perdere tempo.
Ed è singolare che chi vuole perseverare quel terzo polo stia conducendo una battaglia aspra contro la proposta di Renzi, di guardare al centro sinistra per costruire una alternativa al centrodestra, ma non stia dicendo una sola parola rispetto all’ostacolo politico principale che ha impedito, impedisce e impedirà la replica di una strategia già fallita.
Perché la sconfitta elettorale, al di là degli errori tattici e della contingenza negativa di Calenda, ha rivelato, premetto purtroppo, che gli elettori non hanno alcuna intenzione di abbandonare la struttura bipolare del nostro sistema politico.
Dunque dietro a quella sconfitta non ci sono i limiti e gli errori delle consuete sconfitte elettorali, quelli che nella coazione a ripetere si celebrano nelle riunioni di autocritica, ma c’è molto di più.
C’è un errore strategico di fondo, il consenso pressoché totale al bipolarismo, che nessuno aveva considerato nelle sue dimensioni reali.
Non Renzi, ma meno che meno Marattin che, infatti, propone di insistere con una strategia terzista, sconfitta perché in controtendenza storica. Almeno per ora.
Non è un caso che l’opposizione alla proposta di Renzi sia tutta giocata su richiami di metodo. La democrazia, la partecipazione. Come se i nostri organismi dirigenti fossero inutili o come se Schlein avesse convocato un congresso del PD per decidere di tentare un nuovo centro sinistra.
Sarebbe utile, viceversa, che Marattin ci spieghi con chi si alleerebbe alle prossime elezioni, o pensa di poter raggiungere da solo il 50,01%? E come si regolerebbe nel frattempo con la concorrenza di Calenda? Allineandosi?


La proposta di Renzi è una presa d’atto di quell’errore strategico che corregge tempestivamente, trasformando una apparente scelta di necessità, in un rilancio del ruolo centrale di Italia Viva e del suo leader che dal 19 luglio sono sulle prime pagine di tutti i giornali e presenti sui media come mai prima lo è stato un piccolo partito sconfitto.
E’ anche così che si difende e valorizza una storia e un patrimonio di idee e buona politica che si voleva far scomparire. Ma questa è solo la parte a breve riguardante Italia Viva.
La presenza di Italia Viva nel centro sinistra produrrà modifiche sensibili alla politica dell’opposizione. Italia Viva manterrà la sua visione liberaldemocratica e la sua prassi riformista.
Non abbandonerà i suoi temi costituenti. Non pretenderà che nessuno si pieghi ai suoi voleri, ma non si piegherà a quelli altrui.
Ci sarà molto da discutere, approfondire, lavorare per trovare una sintesi e non è detto che al traguardo arrivi la stessa composizione politica della partenza.
Italia Viva, come al solito, sarà unitaria ed inclusiva al massimo, non porrà veti, ma non ne vorrà.
Se un terzo polo non ha spazio elettorale in quanto partito schiacciato tra due poli contrapposti, vale la pena lavorare per far crescere un partito riformista e liberaldemocratico all’interno di una coalizione. Quella più aperta e progressista.
Non servirà solo a battere il governo Meloni, ma a riportare al voto e alla politica tanti liberaldemocratici preoccupati di non disperdere il loro voto nel confronto con la destra.

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