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Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.

Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"

Comune di Vecchiano
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di Stefania Magagna
Presidente Filarmonica Senofonte Prato
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Comune di Vecchiano
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Libero caro
mio dolce tesoro
più ti guardo, ti "esploro"
più sembri un capolavoro
Un'inesauribile fonte
di emozioni
una sorgente
un erogatore .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
San Giuliano Terme, 9 settembre
“Ogni storia d’amore è una fine”
romanzo presentato da Riccardo Nencini per il Settembre Sangiulianese

7/9/2024 - 22:36


Settembre Sangiulianese

Piazza Italia lunedi 9 settembre ore 18.00

“Ogni storia d’amore è una fine”, il romanzo a quattro mani degli autori misteriosi.

 

Lunedì 9 settembre, alle ore 18.00, verrà presentato in Piazza Italia a San Giuliano Terme il libro "Ogni stora d'amore è una fine", di Aura Cenni e Lorenzo Donati, edito da Mondadori. A presentarlo sarà Riccardo Nencini, con l’assessora alla cultura Angela Pisano.

 

Un romanzo d'amore e sull'amore, un racconto intimo e folle, un ritmo inarrestabile e uno stile originale a testimoniare l’essenza del sentimento più sconvolgente sul quale non smettiamo mai di interrogarci, una storia scritta a quattro mani .

Questa storia non assomiglia a nessun’altra.

L’amore non procede lungo una linea retta. Sboccia, sprofonda, rinasce, muore senza resurrezione.

Lo sa bene Aura che, dopo una cocente delusione, ha deciso di abbandonare la sua città per cercare riparo a San Gimignano.

Nella quiete della campagna toscana spera di placare il suo caos interiore.

L’isolamento a cui si è votata si interrompe soltanto quando incontra Beatrice.

L’anziana nobildonna restituisce un senso alle sue giornate, la consegna al futuro offrendole di riorganizzare la preziosa biblioteca e il secolare archivio di famiglia.

Fra i libri della Torre del Diavolo, Aura conosce Lorenzo, scrittore affermato che sta lavorando al suo romanzo più ambizioso, una storia d’amore e di morte realmente accaduta nei giorni della Liberazione. Aura e Lorenzo si avvicinano con circospetta cautela.

Entrambi sono dei sopravvissuti, due anime spezzate che si riconoscono al primo sguardo.

Fra di loro nasce un innamoramento diverso da ogni altro, fragile come le pagine di un codice, vivido come l’inchiostro di una miniatura. Un legame profondo, imperfetto, una passione che sgorga da un dolore comune, la vita che batte in un viaggio spericolato tra arte e letteratura, meraviglia e silenzi.

 

Gli stessi ingredienti che rendono indimenticabile il loro primo romanzo. Firmato da Aura Cenni e Lorenzo Donati, pseudonimi degli autori che spiegano la nascita di un romanzo ambientato in Toscana, un’avventura che ci accompagna nella passione vera vissuta da loro stessi.

Chi si celi dietro questi due pseudonimi non si sa.

Si conoscono invece bene i luoghi tra Firenze, San Gimignano, la Versilia.

E i tempi, l’oggi e ieri nei giorni della Liberazione fiorentina.

La storia di un cammino di ferite e cicatrici, riscatti e speranza, sulle ali di un amore che è sempre rinascita, fra paesaggi toscani, arte e letteratura.

 

Aura Cenni, romana di nascita, milanese di adozione, scrive da sempre. Ha esordito giovanissima e oggi vanta pubblicazioni in Italia e all’estero, fra racconti brevi e saggi che hanno riscosso il plauso della critica. Nutre una grande passione per la natura, ha dedicato la sua vita alla bellezza.

 

Lorenzo Donati, fiorentino, è autore di una vasta produzione di saggi e romanzi tradotti anche all’estero. Collabora con quotidiani e periodici, e lavora come sceneggiatore per il cinema e il teatro.

 

Insieme spiegano il perchè degli pseudonimi:

Lorenzo: «Perché le storie che si raccontano sono più importanti del nome degli autori, soprattutto una storia come questa, d’amore e di morte. Una franca tiratrice fascista, Anita, che spara dai tetti d’Oltrarno; due anime sopravvissute legate da una nobildonna al loro destino; il dolore e il riscatto. La conferma che è labile il confine tra il bene e il male».

Aura: «Volevamo che i protagonisti della storia fossero in primo piano, sia dentro il romanzo che al di fuori di esso. L’unico modo era sparire come autori. Scegliere l’anonimato, proprio come fa Aura».

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