Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
In un mondo che si muove sempre più veloce, molte donne si trovano intrappolate in un circolo vizioso di responsabilità professionali e familiari, dimenticando un aspetto cruciale: prendersi cura di sé stesse. Le donne che lavorano e gestiscono una famiglia spesso si trovano a fare i conti con una doppia pressione: quella di essere perfette sul lavoro e quella di essere presenti in ogni dettaglio della vita familiare. Ma dove rimane lo spazio per sé?
Queste donne vivono una realtà fatta di sacrifici continui, spesso invisibili, eppure fondamentali. Dietro ogni giornata di lavoro ci sono panni da stirare, pasti da preparare, compiti da controllare e una casa da gestire. È un lavoro invisibile, non retribuito e raramente apprezzato. E mentre le aspettative sociali continuano a cambiare, l'equilibrio tra lavoro e famiglia resta una sfida enorme.
In molti casi, le donne finiscono per sacrificare il loro tempo libero, i loro hobby e persino la loro salute. Non trovano lo spazio per dedicarsi ad attività che nutrano il loro benessere mentale e fisico. Il tempo per una passeggiata, per leggere un libro, o semplicemente per respirare e godere del silenzio diventa un lusso che non possono permettersi. Questa mancanza di auto-cura non è solo un problema personale; è una questione sociale che colpisce la qualità della vita e la salute mentale di molte donne.
L'idea della "donna che può fare tutto" è una trappola insidiosa. Essere forti e resilienti non dovrebbe significare esaurirsi in un incessante sforzo di bilanciare tutto e tutti, meno sé stesse. Le donne hanno il diritto di ritagliarsi del tempo per loro stesse senza sensi di colpa, e la società deve smettere di glorificare l'immagine della donna instancabile che non si ferma mai.
Perché le donne spesso non riescono a prendersi cura di sé? In parte è per la mancanza di supporto, sia in casa che sul lavoro. Gli uomini devono essere incoraggiati a condividere equamente le responsabilità domestiche, e i datori di lavoro devono promuovere ambienti più flessibili che tengano conto delle esigenze familiari. Le istituzioni dovrebbero supportare queste donne con politiche che favoriscano l'equilibrio tra lavoro e vita privata, come congedi familiari estesi e accesso a servizi di assistenza all'infanzia.
Prendersi cura di sé non è un atto egoistico, è un atto necessario di resistenza e autoconservazione. Le donne non devono aspettare che sia qualcun altro a concedere loro il permesso di fermarsi. Devono rivendicare il diritto al tempo per sé, per la propria salute, per il proprio benessere. È fondamentale che questa consapevolezza cresca, e che si diffonda l'idea che prendersi cura di sé è un dovere verso sé stesse e verso le persone che si ama.
Le donne devono essere incoraggiate a smettere di mettere se stesse all'ultimo posto nella lista delle priorità. Devono essere celebrate non solo per ciò che fanno per gli altri, ma anche per il coraggio di fare qualcosa solo per loro stesse. È solo così che possiamo costruire una società dove ogni donna ha davvero lo spazio per brillare.
Giovanna Loccatelli
foto presa in rete