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Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.

Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"

Comune di Vecchiano
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di Stefania Magagna
Presidente Filarmonica Senofonte Prato
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Comune di Vecchiano
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. . . che sei amico curioso, chiedi all'amico del .....
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. . . dicci ndove, il come ed il perché la minoranza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Libero caro
mio dolce tesoro
più ti guardo, ti "esploro"
più sembri un capolavoro
Un'inesauribile fonte
di emozioni
una sorgente
un erogatore .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Il Peso Invisibile delle Donne che Lavorano: Tra Famiglia e Carriera, Dimenticando Se Stesse

8/9/2024 - 15:32


In un mondo che si muove sempre più veloce, molte donne si trovano intrappolate in un circolo vizioso di responsabilità professionali e familiari, dimenticando un aspetto cruciale: prendersi cura di sé stesse. Le donne che lavorano e gestiscono una famiglia spesso si trovano a fare i conti con una doppia pressione: quella di essere perfette sul lavoro e quella di essere presenti in ogni dettaglio della vita familiare. Ma dove rimane lo spazio per sé?


Queste donne vivono una realtà fatta di sacrifici continui, spesso invisibili, eppure fondamentali. Dietro ogni giornata di lavoro ci sono panni da stirare, pasti da preparare, compiti da controllare e una casa da gestire. È un lavoro invisibile, non retribuito e raramente apprezzato. E mentre le aspettative sociali continuano a cambiare, l'equilibrio tra lavoro e famiglia resta una sfida enorme.


In molti casi, le donne finiscono per sacrificare il loro tempo libero, i loro hobby e persino la loro salute. Non trovano lo spazio per dedicarsi ad attività che nutrano il loro benessere mentale e fisico. Il tempo per una passeggiata, per leggere un libro, o semplicemente per respirare e godere del silenzio diventa un lusso che non possono permettersi. Questa mancanza di auto-cura non è solo un problema personale; è una questione sociale che colpisce la qualità della vita e la salute mentale di molte donne.


L'idea della "donna che può fare tutto" è una trappola insidiosa. Essere forti e resilienti non dovrebbe significare esaurirsi in un incessante sforzo di bilanciare tutto e tutti, meno sé stesse. Le donne hanno il diritto di ritagliarsi del tempo per loro stesse senza sensi di colpa, e la società deve smettere di glorificare l'immagine della donna instancabile che non si ferma mai.


Perché le donne spesso non riescono a prendersi cura di sé? In parte è per la mancanza di supporto, sia in casa che sul lavoro. Gli uomini devono essere incoraggiati a condividere equamente le responsabilità domestiche, e i datori di lavoro devono promuovere ambienti più flessibili che tengano conto delle esigenze familiari. Le istituzioni dovrebbero supportare queste donne con politiche che favoriscano l'equilibrio tra lavoro e vita privata, come congedi familiari estesi e accesso a servizi di assistenza all'infanzia.


Prendersi cura di sé non è un atto egoistico, è un atto necessario di resistenza e autoconservazione. Le donne non devono aspettare che sia qualcun altro a concedere loro il permesso di fermarsi. Devono rivendicare il diritto al tempo per sé, per la propria salute, per il proprio benessere. È fondamentale che questa consapevolezza cresca, e che si diffonda l'idea che prendersi cura di sé è un dovere verso sé stesse e verso le persone che si ama.


Le donne devono essere incoraggiate a smettere di mettere se stesse all'ultimo posto nella lista delle priorità. Devono essere celebrate non solo per ciò che fanno per gli altri, ma anche per il coraggio di fare qualcosa solo per loro stesse. È solo così che possiamo costruire una società dove ogni donna ha davvero lo spazio per brillare.


Giovanna Loccatelli

 

foto presa in rete



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10/9/2024 - 14:49

AUTORE:
AUTRICE Roberta

Vivo a Pisa in un condominio formato da tre palazzi che si affacciano su un cortile comune: 120 appartamenti. Non siamo lì tutti in amicizia ma sappiamo abbastanza delle nostre vite. Da questo mini osservatorio e dalle mie personali amicizie sono giunta alle seguenti conclusioni. Esiste per quanto riguarda la vita domestica una divisione netta nei gruppi familiari tra le competenze/responsabilità delle donne e quelle degli uomini (con eccezioni).L'organizzazione la preoccupazione la responsabilità dell'andamento domestico che include l'alimentazione di tutto il gruppo compresi animali e cuccioli, la cura dei neonati, di eventuali piccoli animali domestici, l'igiene della casa, il provvedere alla alimentazione, la responsabilità educativa e scolastica dei figli, la cura delle persone invalide e vecchie è nella grande maggioranza delegata alle donne, a noi donne. Chiedere per conoscere. Chiedete alle maestre, ai/alle insegnanti ecc chi tiene i rapporti tra chi va a scuola e la famiglia di origine, chiedete quanti padri e quante madri cercano eventuali aiuti scolastici in caso di bisogno insomma chi se ne occupa. Chiedete alle agenzie che smistano COLF e Badanti chi, se donne o uomini, telefona, cerca, gestisce si occupa e preoccupa della assistenza alle persone non autosufficienti.La gestioni dei turni delle Badanti è delicatissima e tutta in mano alle donne della famiglia o a donne pagate per fare questo. Chiedere agli/alle assistenti sociali chi fa la spola tra il problema e i vari servizi. Chiedete ai medici di base (donne e uomini) chi gestisce la salute della famiglia; chi telefona, chi regola i farmaci da prendere, chi si occcupa di organizzare gli aiuti medici. Chi troviamo al capezzale di una persona grande o piccola in difficoltà? Le donne. Guardate persino nei supermercati chi fa la spesa spesso ha Una Lista preparata a casa da una donna. E tutto questo vale anche nelle coppie e nelle famiglie dove anche la donna ha un lavoro retribuito extradomestico. E gli uomini? non fanno proprio nulla? Fanno, fanno moltissimo ma solo una piccola parte di tutto quello che necessita la articolata vita all'interno delle mura domestiche , che poi per noi, popoli non nomadi, è la vera vita. E quel che è più preoccupante è che di tutto questo sembra rendersi conto solo una minoranza della popolazione. Per ora.

9/9/2024 - 19:51

AUTORE:
AUTRICE Angelica

Un uomo (un papà, un figlio) che si vede magari costretto alla separazione non deve lavorare e provvedere al mantenimento o comunque ai bisogni della famiglia in toto?
Si trova nelle identiche condizioni di una donna, io non ci trovo differenze.
Il matrimonio unisce ma pone delle regole che vengono sancite nelle promesse, e la prima è la condivisione di tutte le problematiche insite nella quotidianità, che poi non è altro che lo scorrere dell'esistenza, e delle risposte o soluzioni che entrambi i coniugi sono chiamati a fare possibilmente insieme o comunque di comune accordo.
Neanche i single non possono permettersi di latitare nei confronti delle loro famiglie d'origine, assolvere i loro dovere, venire in aiuto in caso di necessità è un dovere morale che non ha nulla a che fare con il genere...