Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
Débâcle morale-Il Pd vota con i sovranisti per vietare all’Ucraina di colpire le basi russe
Oggi al Parlamento europeo, la maggioranza degli eurodeputati dem non si schiererà a favore dell'uso delle armi occidentali in dotazione a Kyjiv per colpire obiettivi in territorio russo, pur votando a favore della risoluzione nel suo complesso. Una sconfitta per ciò che resta dell’ala riformista del partito
Governo e opposizioni uniti nella lotta alle armi contro le basi russe in dotazione all’Ucraina, quelle armi che ieri hanno consentito alle truppe di Kyjiv di attaccare un importantissimo deposito di munizioni nella regione di Tver, appunto in Russia. Ma oggi a Strasburgo, con poche luminose eccezioni, l’arco politico italiano voterà contro l’uso delle armi occidentali per colpire le basi russe da cui partono gli attacchi.
Il Partito democratico come Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega. E Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e Sinistra. Una débâcle morale, un errore politico mettersi sulla stessa linea dei tre partiti di governo. Tranne Pina Picierno, Elisabetta Gualmini e il gueriniano Lello Topo che voteranno a favore, oggi al Parlamento europeo i dem italiani si asterranno su questo punto, il più qualificante della mozione presentata da socialisti, popolari e liberali.
Dunque la maggioranza schleiniana dei dem voterà in modo diverso dal gruppo dei Socialisti e Democratici europei, salvo poi – ma questo è ovvio – votare a favore della mozione nel suo complesso, tranne Cecilia Strada, Marco Tarquinio ma anche Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo che non approveranno la mozione nel suo complesso.
La novità è che l’ala riformista della delegazione dem appare un po’ sfarinata. Stefano Bonaccini e Antonio De Caro voteranno come il capodelegazione Nicola Zingaretti, cioè secondo la linea di Elly Schlein, cioè contro l’uso delle armi contro le basi russe: d’altronde il bonacciniano Alessandro Alfieri al Foglio aveva detto che «la posizione di sintesi del Pd ci vede in linea con quella del governo Meloni».
Dario Nardella e Giorgio Gori sono rientrati in Italia per impegni politici e dunque non voteranno (ma Gori aveva informato che lui avrebbe votato la mozione e senza eccezioni); e come detto, secondo quanto raccolto ieri sera, solamente Picierno, Gualmini e Topo voteranno sì all’articolo pro-Ucraina che recita: il Parlamento europeo «invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, che ostacolano la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa secondo il diritto pubblico internazionale e lasciano l’Ucraina esposta ad attacchi alla sua popolazione e alle sue infrastrutture».
Formulazione nettissima inserita in un quadro politicamente molto chiaro: «Le consegne insufficienti di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di vanificare gli sforzi compiuti finora e deplora profondamente il calo del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte degli Stati membri».
Le conclusioni della vicenda sono due: la prima è che su questa dirimente questione di politica estera Schlein consolida l’asse con i riformisti moderati, scuola Bonaccini-Decaro; la seconda è una evidente incapacità dei riformisti più filo-Ucraina di incidere in modo forte. L’Italia, maggioranza e opposizione dunque si segnala per un quasi unanime No alle armi contro le basi russe. E non è un bel vedere questa unità nazionale contro un popolo offeso ma non umiliato.