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Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.

Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.

Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini. 

Non credo che tutte le volte sia come tu dici.
Nelle .....
Bisogna essere chiari e dire democraticamente per chi .....
Stavolta a causa di un' auto parcheggiata fuori dal .....
. . . . . . . . . . . . . hanno fatto un " dispetto .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Gabriele Paglialonga
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Arafat rifiutò, il governo israeliano di Ehud Barak disse sì.
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Comunicato di Uniti per Calci sui problemi alla nuova scuola media
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Che sia scricciolo o pettirosso
aquila o colibrì
vorrei tanto essere un uccelletto
Mi domando spesso cosa ci faccio qui
Non amo viaggiare, troppo .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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TI PORTO CON ME: viaggiando con Daniela per la Francia

22/9/2024 - 19:37


Le vacanze estive hanno visto me e mia sorella Patrizia volare in Francia.


Siamo atterrate a Bordeaux un sabato mattina e, dopo aver preso la macchina a noleggio, ci siamo dirette verso il bacino di Arcachon, dove si trova la Dune di Pilat, la duna più alta d'Europa, la cui altezza varia dai 100 ai 115 metri a seconda del periodo dell’anno. Essendo ancora in periodo di ferie, avvicinandoci alla duna una fiumana di gente scendeva e altrettanta saliva. Per arrivare sulla cima, durante il periodo estivo viene messa una scala a gradoni per facilitarne l’ascesa, mentre il ritorno si può scegliere anche di farlo tramite un sentiero sabbioso che costeggia la duna e che incendia i piedi tanto è caldo.
Da lassù si apre un panorama mozzafiato, la duna si affaccia sul bacino di Arcachon e sull’Oceano Atlantico, ti siedi ad ammirare l’infinito e una fresca brezza ti spettina i pensieri. Si può scendere fino all’oceano, solo che poi va rifatta la salita sulla sabbia ed è molto faticoso. La duna si sposta verso l’interno da 1 a 5 metri all’anno, il bosco che si trova alle sue spalle dovrebbe fungere da barriera, ma la duna sovrasta gli alberi e fermare il processo sembra molto difficoltoso. A luglio del 2022 si è verificato un grosso incendio, per cui se si guarda verso sud ci si trova davanti una vegetazione assai sparuta che pare quella di alcuni luoghi africani, ti copri gli occhi per vedere in lontananza e ti aspetteresti di avvistare giraffe, leoni ed elefanti! Questa diversità regala alla duna un fascino incredibile.
Saremmo rimaste molto più a lungo, ma dovevamo andare circa 300 km verso l’interno, dove ci ha ospitato un’amica-sorella, e non potevamo indugiare oltre.


Siamo finalmente arrivate nella Terre des Hommes, tra Lot e Dordogna, in Occitania, verso fine pomeriggio, e Chrystelle e le sue due cagnolone Prune e Romi ci hanno accolte con grande slancio. Stanche del viaggio e di quelle prime emozioni, ci siamo addormentate sotto un caldo piumone scoprendo l’indomani mattina alle otto che c’erano 10°! Ma subito la temperatura è salita a mano a mano che passavano i minuti, c’era una forte escursione termica; se i primi tre giorni è stato veramente un piacere godere di un clima asciutto e gradevole, i giorni successivi abbiamo vissuto lo stesso caldo e talvolta anche la stessa umidità pisana.
Dal giorno successivo al nostro arrivo, e per una settimana, ci siamo messe in moto per conoscere la regione, che si è svelata ai nostri occhi molto verde essendo prevalentemente agricola. Ogni visita era all’incirca a mezz’ora/massimo un’ora e poco più da casa, attraversando dolci colline e fitti boschi, incrociando daini, volpi, rapaci, pascoli di mucche e di pecore, noceti, castagneti, vigneti.
Abbiamo iniziato con il Chemin du halage, ovvero il sentiero dell'alzaia a Buziès, sulle rive del fiume Lot, dove una bella passeggiata ci ha fatto ripercorrere un breve tratto di viaggio che facevano le barche cariche di prodotti di vario tipo. Poi la grotta di Pech Merle, ricca di stalattiti, stalagmiti, drappeggi, ma soprattutto di pitture rupestri di 20000 anni fa. Le pitture rappresentanti i cavalli a pois sono stati datati a 29000 anni fa! Questa terra pullula di grotte preistoriche, è sempre un'emozione entrarvi, ma quello che mi tocca maggiormente sono le mani in negativo, la presenza umana che arrivo a sentire attraverso quei pochi colori.
Abbiamo visto Puy l’Eveque, una cittadina che, abbracciando la roccia, si specchia sul fiume Lot e sdoppiandosi appare come un dipinto. L’abbiamo attraversata in macchina per scoprire che sulla Grande Rue c’era una fila di ombrelli di ogni colore sospesi lungo tutta la strada, lunga e completamente deserta!
Tra i più bei villaggi di Francia abbiamo visitato:
Saint-Cirq-Lapopie, posto su uno sperone di roccia che si affaccia sul fiume Lot e la verde valle circostante. Le deliziose case in pietra dai tetti di tegole scure formano un insieme armonioso; molto bella la chiesa gotica fortificata che si erge sul ciglio dell'alta falesia. Qui piccole stradine accompagnano i visitatori in un mondo di altri tempi, le viti con vistosi grappoli d’uva fungono spesso da cornice ai negozi o ai ristoranti.
Monpazier, bastide (città fortificata a pianta quadrata) del XIII secolo. Al centro Place des Cornières, con una struttura in legno per il mercato di epoca medievale, circondata da portici che servivano da riparo in caso di pioggia o troppo caldo. Agli angoli si trovano le cornières, per permettere un più facile accesso alla piazza. È un gioiellino, reso ancora più piacevole dalle rose che si arrampicano alle mura e dai numerosi nidi di rondine costruiti sotto i terrazzi delle case che si affacciano sulla piazza. Numerosi sono i negozietti di artigianato locale. Non meno importante, a Monpazier e nella regione circostante, la resistenza è stata molto presente durante la seconda guerra mondiale, viaggiando tra un paese e l'altro si vedono monumenti che ricordano le vittime della follia nazista.
Collonges-la-Rouge, un borgo medievale costruito in terra arenaria rossa nel dipartimento di Corrèze. Un dedalo di viuzze silenziose, dove lo sguardo è attirato da piccoli dettagli deliziosi. È chiamata anche "città dalle 25 torri", tanti negozietti di artigianato e prodotti tipici ci accompagnano discretamente lungo le tipiche stradine. Il colore rosso delle costruzioni spicca in questo territorio verde ricco di noceti.
Turenne, nel dipartimento di Corrèze, per sei secoli sotto la giurisdizione del visconte da cui ha preso il nome. Ospita un castello, attualmente in restauro, sulla cima della collina; per arrivarci ci si deve praticamente arrampicare per le sue stradine ripide, che poi scendono a cascata sulla via del ritorno!
Rocamadour, costruito su uno sperone di roccia, domina il canyon di Alzou. Luogo sacro fin dal Medioevo, re e altri pellegrini intenti a percorrere il cammino per Santiago di Compostela si fermavano qui per venerare la Madonna Nera e la tomba di Sant'Amadour. Una volta arrivati alla Porte du Figuier si percorre la strada che porta ai piedi della scalinata dove la scelta è l'ascensore o a piedi. Ovviamente con il caldo e il sole a picco di ieri abbiamo deciso per i 233 scalini che portano al piazzale dove si affacciano le chiese e la cappella, e da lì la Via Crucis che porta alla cima della roccia dove si può fare il giro dei bastioni e vedere inoltre la croce di Gerusalemme. È un luogo speciale, un gioiello circondato di verde smeraldo, un'atmosfera mistica e di grande incanto.
Sarlat-la-Canéda, una città medievale sviluppatasi intorno ad una grande abbazia benedettina di origine carolingia esistente già nel IX secolo.La chiesa abbaziale divenne la cattedrale della diocesi di Sarlat. Sicuramente una bella città, ma c’erano così tanti turisti e un mercato che occupava le vie intorno alla cattedrale, che noi abbiamo preferito addentrarci nei vicoli pressoché deserti e assaporare gli incontri con vecchi palazzi e corti fiorite. È una città da visitare in bassa stagione.
Negli stessi giorni ci siamo dedicate alla scoperta di alcuni giardini:
Castello e i giardini di Milandes, per molti anni proprietà e dimora di Josephine Baker. La chiesetta che si trova quasi a ridosso del castello e il parco sono veramente belli, è un periplo fatto di fiori, di acqua, di piccole cascate. Visitare l’interno del castello è stato un percorso toccante nella vita di questa artista, nata poverissima ma con un talento immenso che l'ha portata a cavalcare le scene dei teatri più prestigiosi dell'epoca. Lei che aveva conosciuto il razzismo e la discriminazione sulla propria pelle, adottò 10 bambini e 2 bambine di origini e credo diversi, creando così una famiglia arcobaleno, dove l'amore era alla base della convivenza. Si è battuta per i diritti civili, ha marciato a fianco di Martin Luther King, ha sostenuto la resistenza durante la seconda guerra mondiale. Ho scoperto così la storia di una donna buona e generosa, di cui molti si sono approfittati fino a farle perdere questo suo stupendo castello, che aveva cercato di salvare con le unghie e coi denti. Meravigliose fotografie, abiti di scena, scorci di vita quotidiana con i suoi figli, lasciano il visitatore con il cuore colmo di commozione.
I giardini sospesi di Marqueyssac, 22 ettari di bellezza, 6 km di sentieri con 150.000 bossi centenari potati a mano, dalle forme tondeggianti e sinuose. Il parco si trova su uno sperone di roccia che domina la vallata della Dordogna, dal belvedere una vista stupenda su La Roque de Gageac.
I Jardins d'eau di Carsac, un arboreto acquatico con più di 500 metri di passerelle, alcune a filo d'acqua, bacini, ruscelli, cascate, fiori di loto, papiri, bambuseto, meraviglioso parco percorso sotto un caldo soffocante.
E dopo otto giorni in campagna, siamo tornate verso Bordeaux dove abbiamo trascorso due giorni e due notti prima della partenza.
Bordeaux, il cui nome è legato indissolubilmente al vino, è una piacevolissima città ricca di monumenti ma anche di spazi verdi. Una delle principali attrattive è il Miroir d’Eau, lo specchio d’acqua che si trova tra la Garonna e Piazza della Borsa, in cui si specchiano i due principali palazzi della piazza, il Museo delle Dogane e la Camera di Commercio.
La Cattedrale di Saint André, costruita nel 1096 per volontà di Papa Urbano II, è bellissima e maestosa con le sue cinque cappelle che si irradiano verso l’esterno. La facciata principale è romanica, quindi molto semplice, quella a nord , con il Portale Reale, è impreziosito da bassorilievi. L’interno è molto sobrio e quindi incontra perfettamente i miei gusti.
La Chiesa Saint Michel, così come la Cattedrale di Saint André, ha la particolarità del campanile staccato rispetto al complesso principale; è un bellissimo edificio, uno dei simboli della città, situato sul percorso francese del Cammino di Santiago, pertanto visitato da molti pellegrini.
Bordeaux si presenta quindi come una piacevolissima città da scoprire, con i suoi bei giardini e il lungo fiume con i vecchi magazzini adesso riconvertiti in luoghi di cultura, sport e divertimento, bar , ristoranti e negozi. La Rue Sainte Catherine è la via dello shopping, sembra sia la più lunga d’Europa con i suoi quasi 3 km di vetrine, ma alla fine è uguale a tante altre vie commercianti del mondo e se si può si evita volentieri!
Daniela Falconetti



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25/9/2024 - 16:24

AUTORE:
Daniela

Buonasera a tutte e a tutti, e grazie, infinitamente grazie dei vostri preziosi commenti!
Amo viaggiare e raccontare con le immagini e le parole, sono curiosa per natura e non mi accontento di poche didascalie; il mio desiderio è proprio quello di accompagnarvi attraverso il maggior numero di informazioni possibili (nel rispetto dello Spazio Donna) condividendo emozioni e scoperte.
Ci ritroveremo alla prossima avventura!

25/9/2024 - 11:20

AUTORE:
Rosalba

Che bello Daniela viaggiare con te mi porta ad esplorare con il cuore e i sensi.
Certamente salire la duna è una sfida fisica ma anche contemplazione e riflessione interiore…”il vento che libera la mente dai pensieri”.
Il racconto trasuda un’intimità speciale con la natura e le persone incontrate, come Chrystelle e i suoi animali, evocando un senso di sorellanza e di accoglienza.
Daniela ci porti in un viaggio non solo geografico, ma anche emozionale e spirituale. Grazie

24/9/2024 - 15:14

AUTORE:
Bertelli

Bello il vostro viaggio, stupende le foto. Alcune mi hanno stregato. Complimenti di nuovo.

24/9/2024 - 11:52

AUTORE:
Annamaria

Un bel viaggio davvero, brava a saper raccontare così bene i particolari e a far venire voglia di visitare quel luogo.

24/9/2024 - 9:11

AUTORE:
GIULIO

Il tuo viaggio in Francia Daniela riflette una grande cura per i dettagli e la bellezza dei luoghi visitati, la tua l'esplorazione e l'avventura in questo itinerario è un vero spasso. Metti a fuoco la sfida fisica della salita sulla duna di Pilat, il fascino della scoperta di luoghi antichi e isolati, e la connessione con la natura selvaggia della regione.
Mi sembra che ti adatti bene agli ambienti estremi e alla storia delle persone.
Ti devo dire che farei volentieri un viaggio con te.