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Manca un mese alla scadenza del concorso internazionale “Equilibri”, promosso da MdS Editore con il sostegno del Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, di Unicoop Firenze e dell’Associazione Culturale La Voce del Serchio, in un progetto che unisce cultura, territorio e riflessione sociale.
C’è tempo fino al 10 luglio 2025 per partecipare alla seconda edizione del concorso artistico e letterario Equilibri, promosso da MdS Editore, realtà indipendente da sempre attenta alla valorizzazione dei nuovi linguaggi espressivi.

Perché questa è finita o finirà a salsa di pomodoro .....
Direttore: ma un lo avevi visto che era una pistola .....
Chiedo per un amico: chi è l’aggressore e chi è .....
di Serenella Bettin Fatto Quotidiano

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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Visti da vicino...
di Valdo Mori
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Palestina-Gaza
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Qualcuno mi guarda e mi dice:
Cos'è che ti rende felice?
Io ci penso un attimo su
e poi rispondo
alla solita domanda:
quello che non mi rende infelice!
Soprattutto .....
Buongiorno,
guardiamo se scrivendo qualcosa anche qui, oltre che averlo fatto su PisaToday, qualcosa si possa muovere.

Alla c. a Resp. Servizio .....
Di Andrea Cangini
Ucraina, l’inaffidabilità del campo largo come puntello ideale di un governo titubante

24/9/2024 - 18:36

Ucraina, l’inaffidabilità del campo largo come puntello ideale di un governo titubante

In un contesto politico diverso, quel voto sull’utilizzo delle armi occidentali in territorio russo potrebbe avere ripercussioni e potrebbe addirittura mettere in discussione la tenuta del governo. Ma il contesto gioca indiscutibilmente a favore di Giorgia Meloni. Finché l’unica alternativa a questo diviso centrodestra sarà il cosiddetto campo largo, la presidente del Consiglio potrà dormire sonni tranquilli. Il corsivo di Andrea Cangini

È nota la pessima figura fatta dall’Italia lo scorso giovedì a Bruxelles in occasione del voto sull’Ucraina. Come l’Ungheria di Orban, gli europarlamentari di tutti i partiti che a Roma rappresentano la maggioranza di governo hanno votato contro l’articolo che autorizzava l’Ucraina ad utilizzare le armi occidentali in territorio russo (unica, lodevole, eccezione, il forzista Massimiliano Salini) e al momento del voto finale la risoluzione è stata approvata solo da Fratelli d’Italia e da Forza Italia. Non dalla Lega. È vero che la risoluzione non era vincolante, ma non c’è dubbio che l’Italia abbia dato prova di scarsa affidabilità agli occhi dei partner europei e dei membri dell’Alleanza atlantica.
In un contesto politico diverso, quel voto potrebbe avere ripercussioni e potrebbe addirittura mettere in discussione la tenuta del governo. Ma il contesto gioca indiscutibilmente a favore di Giorgia Meloni. Finché l’unica alternativa a questo titubante e diviso centrodestra sarà il cosiddetto campo largo, la presidente del Consiglio potrà dormire sonni tranquilli.
Sull’Ucraina, infatti, la divaricazione a sinistra è ancor più consistente di quanto non lo sia a destra.

Partecipando alla marcia per la pace Perugia-Assisi, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha fatto di tutto per allargare la faglia che lo divide dal Pd di Elly Schlein. E lo ha fatto sapendo che il giorno prima a Bruxelles alcuni europarlamentari grillini hanno depositato due emendamenti per chiedere la sospensione tout court dell’invio di armi al popolo ucraino e per, tesi che più putiniana non potrebbe essere, adombrare presunti collegamenti tra le forze armate ucraine e i movimenti neonazisti europei.
Un eventuale governo Schlein-Conte, dunque, non reggerebbe alla prova della politica estera e di difesa. Anche perché, a traballare è lo stesso Partito democratico, i cui parlamentari europei in occasione del voto sulla risoluzione pro Ucraina a Bruxelles sono riusciti a dividersi in quattro posizioni diverse: c’è chi ha votato a favore, chi ha votato contro, chi si è astenuto, chi ha preferito non partecipare al voto.

Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che nel cosiddetto campo largo milita anche l’Alleanza verdi sinistra di Fratoianni e Bonelli, inopinatamente attestata su posizioni analoghe a quelle del Movimento 5 Stelle, comprendiamo le ragioni per cui agli occhi delle istituzioni europee e della Nato il governo Meloni e l’attuale centrodestra rappresentino senz’altro il minore dei mali possibili.

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