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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . bugiardo seriale e poco informato, te lo prendi .....
. . . bisogna perlomeno arrivare al sole di maggio .....
. . . il fatto che È l prima volta che viene presentata .....
. . . che il senatore Matteo Renzi dice e fa quella .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Valdo Mori
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di Valdo Mori
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da Jessy Taylor
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passano gli anni
cambiano i volti belli
ma i tuoi occhi sono rimasti
quelli di allora
ed è nei tuoi occhi che vedo
l'amore che non è mutato

e .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Dice il detto: “i discorsi li porta via ‘r vento...

28/9/2024 - 9:14


...  e le bicirette e livornesi!”


Non me ne vogliano gli amici labronici (ho fatto l’ITI a Livorno) ma da pisano devo far un dolce campanilismo, quello che fa ridere o almeno sorridere.
Nel lontano 1948 al nostro grande (ancora non lo era ma lo diventò) Vittorio DeSica venne in mente di fare un film imperniato sul nascente neorealismo che fu considerato poi un capolavoro universale, un classico della storia del cinema mondiale e uno dei massimi capolavori cinematografi italiani: “Ladri di biciclette”.


La storia è triste: ad un uomo viene rubata la bicicletta, che era il suo solo mezzo per andare al lavoro, e la lotta inutile poi per riaverla dal ladro, tanto da spingerlo a rubarne una con la sfortuna di essere poi arrestato.
Tutto questo: associazioni di idee, fatalità, un briciolo di fortuna, magia(?), lo ricordavo, non so perché, mentre vagavo nella pineta, forse perché in quel posto Cristian De Sica (figlio di Vittorio) aveva girato alcune scene di un altro film semiserio, 3, film che lo si direbbe più francese che italiano per il deliberato gusto del racconto erotico-filosofico tipico del secolo dei lumi (film ambientato negli ultimi anni del 1700).
Torniamo alle biciclette, guardate che meraviglia di scultura ci offre il Bosco e (forse) un livornese pentito che però non si fida dei lucchesi e mette un catenaccio alla sua amata (fuori luogo chiamarla 2 ruote) rugginosa altera compagna di pedale!
 

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28/9/2024 - 11:53

AUTORE:
Sofy

A parte il fatto che non capisco perche' il furto dovrebbe essere opera d'un labronico...
Considerato che tra Pisani e Livornesi non corre da sempre buon sangue, io che son Lucchese, mi sento in dovere, senze le prove, di prendere le distanze e le difese!

Che tristezza mi fa questo scheletro di bicicletta!
Ossia quel che resta dopo essere stata depredata
delle ruote e del sellino...
ma chi è quel losco figuro
quell'incurabile cretino
che l'ha portata
e poi abbandonata
in mezzo a questo luogo desolato?
Che miserabile reato!
Sono curiosa, vorrei tanto conoscere il motivo, la ragione
che ha spinto a rubare qust'umile
mezzo di locomozione
con un'impresa fasulla
per poi lasciarla marcire
pardon arrugginire
nel nulla...
Se penso che poteva servire
pedalare per tanto tempo ancora
e invece è andata in malora
è davvero una jattura per la bici
e una bruttura per l'occhio
che vuole la sua parte...
e per il ladro sciamannato
senza un briciolo d'arte!