Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Dopo l’estate riprendiamo la collaborazione con Paola Bernardini che adesso ci fa conoscere donne esploratrici del mondo esterno ed interno non più legate soltanto al nostro territorio.
Alexandra David-Néel
Louise Eugénie Alexandrine Marie David nacque nel villaggio francese di Saint-Mandé il 24 ottobre 1868. Sembrava destinata a seguire le orme della maggior parte delle ragazze europee di buona famiglia del tempo: sposarsi, avere figli e forse scrivere o dipingere, ma Alexandra aveva altre intenzioni e fin da giovane dimostrò il suo senso di libertà e ribellione. Nel 1886, all'età di soli diciotto anni, abbandonò la casa dei suoi genitori a Bruxelles per viaggiare in sella a una bicicletta con la quale si diresse in Spagna. Trasferitasi a Londra, si immerse nello studio delle filosofie orientali, contemporaneamente allo studio della lingua inglese.
Lì ebbe modo di conoscere Agvan Dorzhiev, futuro fondatore del primo tempio buddhista in Europa. A Parigi si iscrisse alla Società Teosofica, approfondendo così gli studi sul buddhismo tibetano, e seguì le lezioni di Lingue Orientali alla Università della Sorbona. In quello stesso periodo si iscrisse o frequentò numerose società segrete, tra cui la Massoneria, movimenti femministi e anarchici. Nel 1899 scrisse un saggio anarchico; l'opera non trovò nessun editore che avesse il coraggio di pubblicarla, fino a quando il suo compagno, Jean Haustont, non decise di pubblicare il libro a proprie spese: lo scritto di David-Néel si diffuse ampiamente negli ambienti anarchici e venne tradotto in ben cinque lingue, compreso il russo.
Nel 1890 - 1891, grazie a una eredità proveniente dalla nonna materna, viaggiò in lungo e in largo per tutta l'India, dove rimase affascinata dalla musica tibetana e dalle tecniche di meditazione apprese grazie al suo maestro locale, Swami Bhaskarânanda. Ma la saggistica e lo studio orientalista non erano sufficiente per vivere e mise quindi a frutto un'altra sua dote eccellente: il canto.
È così che cominciò a girare il mondo come cantante lirica, divenendo anche prima donna all'Opera di Hanoi. Nel 1902 le venne offerta la direzione artistica del teatro di Tunisi e così, con la promessa di fare ritorno in Asia dov'era il suo cuore, si trasferì in Africa settentrionale dove si diede allo studio del Corano, e dove conobbe l'ingegnere ferroviario Philippe Néel che sposò nel 1904. Sebbene la loro vita coniugale sia stata a volte burrascosa, fu sempre intrisa di rispetto reciproco.
Pur vivendo in Nordafrica, un luogo che la affascinava, e facendo continui viaggi in nave e in ferrovia, Alexandra si rese conto che la vita matrimoniale non faceva per lei. Non si considerò mai una donna "felicemente sposata". Nonostante fosse libera di viaggiare da sola, di scrivere libri e di tenere conferenze, divenne ansiosa e iniziò a soffrire di continui mal di testa e esaurimenti nervosi. Il matrimonio finì definitivamente il 9 agosto 1911, quando Alexandra decise d'intraprendere il suo terzo viaggio in India. Questa scelta, insieme al fatto che non desiderava avere figli, fece precipitare la rottura. Durante il viaggio Alexandra visitò Egitto, Ceylon, India, Sikkim, Nepal e Tibet: aveva detto che sarebbe tornata dopo diciotto mesi, in realtà rimase in viaggio per quattordici anni.
Scrisse a Philippe: «Ho preso la strada giusta, non ho più tempo per la nevrastenia». Dal 1914 al 1916 visse in eremitaggio in una caverna nel Sikkim praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Aphur Yongden che divenne il suo compagno di vita e avventure e che in seguito adottò come figlio. Nel 1916 a Shigatse incontrò il Panchen Lama che la riconobbe come reincarnazione. Impossibilitata a tornare in Europa a causa della guerra si recò in Giappone. Là incontrò Ekai Kawaguchi che nel 1901 aveva visitato Lhasa. Desiderosa di imitarlo, si recò a Pechino e di lì, travestita da tibetana, attraversò la Cina in piena guerra civile e a piedi raggiunse Lhasa.
Dopo una parentesi europea, Alexandra nel 1937 tornò in Cina dove rimase, a causa della seconda guerra mondiale, fino al 1946. Dopo essere tornata in Francia, Alexandra acquistò un terreno a Digne-les-Bains, un piccolo villaggio in Provenza: qui costruì la sua casa, che chiamò Samten Dzong (fortezza della meditazione). Da allora in poi questo luogo divenne il suo rifugio. Scrisse più di trenta libri sulle sue avventure, tenne conferenze, intrattenne celebrità e continuò a leggere testi buddisti. All'età di sessantasette anni Alexandra prese la patente di guida e viaggiò sulla Transiberiana fino in Cina, paese che visitò per dieci anni.
Al compimento dei cent'anni rinnovò il passaporto. «Non si sa mai», diceva. Questa instancabile viaggiatrice morì all'età di 101 anni a Samten Dzong e le sue ceneri furono sparse insieme a quelle del suo amato Yongden, morto quattordici anni prima, nel Gange. Tra i suoi libri consiglio: Viaggio di una parigina a Lhasa In un paese magico e incontaminato, il Tibet, Alexandra David-Néel, si avventura per raggiungere Lhasa, la capitale. È l’autunno del 1920. Alexandra intraprende un cammino difficile, sopportando fame, sete e freddo, superando imprevisti e ostacoli continui, travestita da mendicante tibetana. Niente e nessuno riuscirà a fermare questa donna che, a piedi ed elemosinando, con eroica e ammirevole lentezza, raggiungerà dopo tre anni la meta prefissata. Sarò la prima donna europea a entrare nella città proibita agli stranieri.
Mistici e maghi del Tibet “Subito dopo la pubblicazione del racconto del mio viaggio a Lhasa, moltissime persone. hanno espresso il desiderio di sapere cosa mi avesse spinto a vivere con i Lama, e hanno chiesto di essere informate sulle dottrine e le pratiche dei mistici e degli occultisti del Tibet. Tenterò di soddisfare la loro benevola curiosità.” Misticismo, filosofia, occultismo, ma anche magia e superstizioni.
Il racconto di un viaggio nell’incredibile e proibito Paese delle Nevi, tra il deserto d’erba e le vette più alte del mondo, che è anche un percorso spirituale alla ricerca di ciò che tra i tibetani è sempre vivo: l’ideale mistico della salvezza attraverso la conoscenza. Il potere del nulla Munpa, discepolo e servitore di un santo eremita, trova il suo Maestro assassinato. Pieno di dolore e di rabbia si mette sulle tracce dell’omicida. I mille sviluppi della sua indagine lo porteranno dal Tibet in Cina, dalla prigione a un monastero, da una zuffa al letto di una locandiera. Un detective improvvisato alle prese con un misto di superstizione e logica, di ingenuità e furbizia. Scritto da Alexandra David-Néel e dal figlio adottivo, il Lama Yongden, il romanzo è ricco di colpi di scena e pervaso di filosofia orientale.
Ricordiamo a tutte coloro che vogliono approfondire le letture di Alexandra che possono cercare e trovare i libri di lei e su di lei in italiano e in francese presso bibliolandia.
Paola Bernardini
foto prese in rete