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Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.

Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.

Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini. 

Non credo che tutte le volte sia come tu dici.
Nelle .....
Bisogna essere chiari e dire democraticamente per chi .....
Stavolta a causa di un' auto parcheggiata fuori dal .....
. . . . . . . . . . . . . hanno fatto un " dispetto .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Gabriele Paglialonga
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Arafat rifiutò, il governo israeliano di Ehud Barak disse sì.
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Che sia scricciolo o pettirosso
aquila o colibrì
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Mi domando spesso cosa ci faccio qui
Non amo viaggiare, troppo .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Paolo Pombeni
Una questione seria: la crisi del campo largo

3/10/2024 - 8:28

         Una questione seria: la crisi del campo largo

La crisi provocata nel cosiddetto “campo largo” da Giuseppe Conte con il sostegno del duo Fratoianni-Bonelli non è una banale lite per tattiche elettorali, anche se queste vi hanno parte (i Cinque Stelle in Liguria devono confrontarsi con la concorrenza di una dissidenza grillina lieta di attaccarli per il cedimento a Renzi e se M5S uscisse male dalla conta elettorale il suo futuro sarebbe grigio).

Si tratta piuttosto del riaccendersi della competizione per l’alternativa alla testa del futuro equilibrio politico italiano dopo la fine dell’età di Berlusconi.
Per capire, è necessario risalire alle origini dell’insediamento di Conte alla testa del movimento grillino. Come è noto, il cosiddetto “avvocato del popolo” non proveniva dalle file del movimento del vaffa, ma piuttosto dagli ambienti della più o meno medio-alta classe dirigente arrembante. La sua presa di potere fu in gran parte connotata dallo spazio che egli aprì per quel ceto politico-burocratico grazie alla guida dell’esecutivo, giocandosi abilmente il sostegno di grillini poco formati al gioco romano e di una Lega salviniana che si pensava fortissima perché detentrice della chiave populista per gestire un largo consenso.
Quando la coalizione giallo-verde crollò per l’avventurismo dell’allora “Capitano”, Conte riuscì a rimanere in sella cambiando spalla al suo fucile, cioè usando un PD in crisi di nervi per continuare nel suo progetto. La gestione della crisi pandemica così come il super bonus per l’edilizia, ma stiamo parlando solo della parte emergente dell’iceberg, servirono per consolidare questo tentativo di avviare un cambio dell’egemonia nella distribuzione del potere.

Gli errori di gestione e la scarsa qualità del personale politico-burocratico impiegato portarono alla crisi del progetto, come intuì l’abile corsaro politico Renzi, che infatti si intestò il ritorno ad un governo di stabilizzazione affidato ad un uomo del grande establishment dirigente come è Mario Draghi.
Conte non mollò. Riuscì a far cadere Draghi, continuando a contare sulla debolezza strutturale di un PD che non riusciva a stabilizzare la sua situazione interna e che aveva perso appeal come partito storico di governo.

La seguente vittoria elettorale della destra-centro non contrastava più di tanto il disegno di Conte: poteva essere la fase necessaria per consolidare la nuova distribuzione degli equilibri all’interno della “alternativa” che prima o poi sarebbe inevitabilmente arrivata in un sistema che ormai non contemplava più egemonie politiche di lunga durata. Aggiungiamoci che la persistente crisi nel PD, squassato da lotte di corrente, sempre più vittima delle pressioni delle lobby dell’informazione che ne delegittimavano la storia, incapace di elaborare una linea politica autorevole, confermava la permanenza di spazi di azione per lo sconvolgimento del tradizionale quadro politico, quello della contrapposizione fra sinistra più o meno storica e destra conservatrice ora rinvigorita dalle angosce populiste.

Il contrastato avvento alla segreteria del PD della “estranea/esterna” Elly Schlein andava nella direzione indicata, tanto da far addirittura scommettere vuoi su una scissione fra movimentisti e riformisti nel partito storico della sinistra, vuoi sul riaprirsi di uno spazio politico “di centro” che potesse assumere una qualche funzione di ago della bilancia.
Arriviamo così alla fine, per ora, della nostra storia. La spaccatura nel PD non è avvenuta, perché tutto sommato quando un partito è grosso ed ha un bel po’ di potere dispone di una collante formidabile per tenere insieme le tensioni (ricordarsi della vicenda della DC). La ventata di ottimismi sulla decrescita felice, gli integralismi pseudo-ambientalisti, le retoriche sulle uscite utopiche dalle nostre crisi socio-economiche perde come minimo vigore. Tutto questo rilancia la domanda di una eventuale alternativa affidata ad una classe politica che abbia almeno un certo grado di preparazione “professionale” e depotenzia il sogno di quei ceti socio-economico-burocratici che pensavano scalzare o almeno di scalare i vecchi equilibri (ma così non c’era spazio per esperimenti “centristi”).
Di qui la crisi dei sogni del partito di Conte, che si vede costretto nel cosiddetto “campo largo” a fare la fine del “cespuglio” della fu Quercia-PD.

E per il suo progetto fare quella fine significa in prospettiva sparire, magari per lasciare quello che fu il suo ruolo di promotore di un ricambio di ceti dirigenti all’odiato Renzi o a Calenda (che lo farebbero, è ovvio, in modo diverso). Non dovrebbe stupire che il capo di M5S non ci stia e rovesci il tavolo (altro che sedersi attorno ad esso per concordare strategie).

Tirarsi dietro l’estrema sinistra che è da sempre frustrata per non riuscire a guadagnare quella egemonia storica a cui si ostina a ritenere di avere diritto non è poi così difficile, perché anche da quelle parti il ruolo di “cespugli” non piace per nulla.
Come finirà? I tempi non sono brevi, le incognite sul terreno molteplici (dalla ridefinizione degli equilibri geopolitici sia economici che di potenza), l’evoluzione del sistema sociale molto mobile e turbolenta. L’Italia è in pieno dentro queste dinamiche.

Tuttavia, se non ci sbagliamo, il movimento che si sta chiarendo con la crisi del cosiddetto campo largo prelude ad un ulteriore stadio di evoluzione del nostro sistema politico, ancor più di prima destinato ad uscire dal quadro dei residui della obsoleta sistemazione della distribuzione di ruoli, compiti e istituzioni ereditati dalla rovina della “repubblica dei partiti”.

Ci sarebbe necessità e spazio di riflessione politica, ma è un genere passato di moda.

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3/10/2024 - 17:34

AUTORE:
Dispetto

...pure basterebbe saper leggere quello che scrivono gli altri. La mia storia raccontata è quello che è successo, senza tanti fronzoli di contorno.
Il " veniamo ai fatti " che racconti che senso ha ? Per dimostare che Renzi fa e disfa ? I risultati ottenuti
sono davanti agli occhi di chi vuol vedere. Certo se ci tieni le fette di prosciutto...
Giuseppe Conte fa benissimo ha lottare per il suo Movimento, sarebbe strano il contrario. Ed è perfettamente inutile rivangare l'elezione della Schlein dovuta ai non iscritti : se le primarie si fanno aperte ci sta la sorpresa. La Paita, per dire, in Liguria vinse perchè votata da elettori di Scajola a Savona e da immigrati a La Spezia. Càpita.
E se il centro sinistra è riconoscibile e riconducibile, spiegare perchè Iv prima della crisi mistica di Renzi svolazzava leggera per proprio conto o in compagnia di liste di centro destra, favorendo spesso la vittoria di queste ultime.
Non credo serva che ripeta in quali casi è successo, tre sono elencati nel mio primo commento.
Ps. visto il livello ricordo che all'Eurospin ci sono anche prodotti a 1,99 e 2,99...ma in pochi gli acquistano...

3/10/2024 - 16:11

AUTORE:
Bruno della Baldinacca elettore del Centrosinistra

...ogni 1 tira l'acqua al suo mulino e quindi si aggiusta la storia passata a suo gradimento e così pure il prospettico futuribile.
Ripeto quello già detto almeno 46 volte: Salvini in una notte agostana dal Papeete chiamò tutti a Roma la mattina per la guazza dicendo che voleva pieni poteri e quindi nuove elezioni convinto di vincerle a man bassa anche perchè il segretario PD Zingaretti era d'accordo e con una fava prendeva due piccioni imbarcando i suoi e scaricando i cosiddetti renziani; tanto per lui ed altri "caporioni" PD con seggio sicuro rimanevano in Parlamento e quindi a stipendio certo e meno impegno dall'opposizione per 40 anni come ai tempi del PCI.
Con la mossa del cavallo renziana si videro però con 8 ministri + Speranza in maggioranza ed il "povero" Zeppola si sorbì ancora per vario tempo i deputati promossi dal segretario precedente.
Scenario 2° Con il governo Salvini Berlusconi era al posto di Mattarella 2.
E così Giuseppe 2 si ritrovò sballottato dal governo giallo/verde ad uno giallo/rosso; ma siccome il Conte Giuseppe fu preso alla lacciaia già nel suo primo governo dove per "legge naturale" doveva essere Gigino Di Maio PdC ma Grillo si accorse che nessuno degli eletti superava in esperienza governativa la "famosa" massaia di Vigevano e quindi presero "uno" al difuori del Parlamento.
Mi si dirà; opperchè il capo politico di dunniosa dell'epoca "indicò" l'uomo preso alla lacciaia da Grillo?
Semplice; o così o pomì.
La maggioranza relativa la deteneva la 5* con il 32% e quindi Carlo Cottarelli indicato PdC da Matteo Renzi rimase al palo.

Veniamo ai fatti!
Sempre Matteo Renzi sventò la rivincita di Berlusconi dopo che Pierluigi Bersani perse le elezioni politiche (già vinte sulla carta) Piepoli lo dava ad un + 10% su Berlusconi.
Ergo; Enrico Letta, vice di Bersani aveva perso insieme a lui le elezioni ma fu incaricato da Giorgio Napolitano a fare un governo con chi ci stava (anche con Berlusconi) ma dopo poco, il 93% dei dirigenti PD lo sfiduciarono per inconsistenza governativa; niente riforme e niente miglioramento economico come richiesto dal PdR.
Stessa sorte toccò al Conte 2 che con le sue seggioline a rotelle, un quadrifoglio vaccinale per ogni regione e...dovevi dimostrare durante la pandemia che recarti a casa della tua fidanzata sia stata la VERA fidanzata/o e che diamine il Conte vuoi che non faccia decreti ponderati?

...dice il Conte attuale: non voglio Matteo Renzi nel "campo" perchè Lui vuol distruggere il Movimento a 5*.
Stai sereno, non occorre il senatore fiorentino a distruggere il MoviMento di Grillo che con Lui era al 34% e con te Conte sei al 9,99 come all'Eurospin.

nb:La PoverElly quanto ancora poteva reggere nel suo asservimento elettorale delle primarie PD votate dai passanti a 5* e dai rientranti LeU/Art1.
Il Presidente PD Stefano Bonaccini aveva vinto fra gli iscritti con il 51% e Leily il 37%.
Poi c'era anche Gianni Cuperlo e Paola De Micheli.

Ps; campolargo che vor di?
Centrosinistra è riconducibile e riconoscibile!

3/10/2024 - 15:00

AUTORE:
Dispetto

...che la storia siamo noi, però piegarla alle proprie teorie mi pare pretensioso. Il cosidetto " campo largo" degli ultimi tempi è nato senza Iv, anzi in alcuni casi se lo è trovato contro. Vedi Puglia, Sardegna e Basilicata per tacere di varie amministrazioni comunali. Renzi, con Calenda, era il fautore del " centro", puntava alle praterie di chi sarebbe fuggito dal Pd e da FI. Visto il risultato delle Europee, dove aveva pronosticato di diventare il primo partito, ha pensato bene, lui si per salvare la baracca, di girare a sinistra. E si aspettava anche folle in giubilo per lui e i suoi. Purtroppo, o per fortuna, esiste anche il passato. Che conta, eccome se conta. Tra l'altro la sua svolta ha prodotto una crisi interna a Iv che non si aspettava, favorendo una mini scissione che vedremo solo nel futuro che peso avrà. Quanto al Pd sarà bene che faccia i conti con se stesso, così come lo stanno facendo i 5Stelle.
E guardi il " disegno " di Conte lo hanno incorniciato altri, Di Maio allora reggente del Movimento e Zingaretti segretario del Pd. Conte. dopo aver sfanculato Salvini in Parlamento si era dimesso da PdC. Non era interno al movimento e neppure parlamentare. Se è stato richiamato a presiedere il nuovo governo è stato perchè il Movimento, forte del 33% di voti, lo ha riproposto. Il Pd, e Renzi che allora c'era ancora dentro, pur di tornare a governare senza elezioni non aspettava altro. Si fosse andati a elezioni, sempre ammesso che il Presidente Mattarella acconsentisse allo scioglimento delle Camere, per qualcuno sarebbe stata dura. A quel giro le liste in casa Pd le avrebbe fatte Zingaretti e sai quanti renziani rimanevano fuori. Di certo anche i 5Stelle sarebbero stati ridimensionati con possibile vittoria della destra. Cosa avvenuta poi nel 2022. La riprova del nove di quanto detto poco sopra è stata la nascita di Iv, avvenuta un paio di mesi dopo la nascita del governo Conte 2, dove Renzi ha portato via 49 seggi parlamentari al Pd, rimanendo però nella maggioranza e nel governo con 2 ministri. Il resto della storia lo sappiamo.
Il Mov5Stelle sta decidendo cosa essere e cosa dovrà essere, di certo non si farà rinchiudere in un recinto già deciso da altri. C'è chi lo capisce e chi pensa di avere l'egemonia politico/culturale per prevalere sulle ragioni degli altri.
Per certi versi Elly Schlein in questo somiglia a Renzi. Gli italiani per fortuna no...