L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Una cosa che non si ricorda mai è che i palestinesi avrebbero già da più di vent'anni un loro Stato, se Arafat avesse accettato la proposta di pace di Clinton, che dava alla Autorità Nazionale Palestinese tutta Gaza, il 96% della Cisgiordania, un 4% di Israele, e Gerusalemme Est come capitale.
Oltre ad un passaggio diretto, tramite un viadotto sopraelevato, tra Gaza e la Cisgiordania.
Arafat rifiutò, il governo israeliano di Ehud Barak disse sì.
BILL CLINTON:" OFFRIMMO AI PALESTINESI LA SOLUZIONE A DUE STATI, MA DISSERO DI NO"
Durante un discorso per la campagna elettorale della vicepresidente Kamala Harris tenuto mercoledì nel Michigan (sede della più numerosa comunità arabo-americana), l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha preso le difese della guerra di Israele contro i terroristi di Hamas a Gaza e ha ricordato ancora una volta la proposta di soluzione a due stati che a suo tempo Israele accettò, ma venne rifiutata dall’Autorità Palestinese.
“Capisco perché i giovani palestinesi e arabo-americani nel Michigan pensano che siano morte troppe persone” ha detto Clinton, chiedendo tuttavia agli elettori di immaginare “se viveste in uno di quei kibbutz in Israele, proprio accanto a Gaza”.
“Le comunità israeliane più favorevoli tra tutte alla soluzione a due stati erano proprio quelle accanto a Gaza, e Hamas le ha massacrate” ha sottolineato Clinton, riferendosi alla carneficina del 7 ottobre 2023 che ha innescato la guerra in corso con cui Israele mira a debellare la minaccia terroristica ai suoi confini e liberare gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi.
“Coloro che criticano [la reazione di Israele] – ha continuato l’ex presidente americano – essenzialmente dicono: sì, ma guardate quante persone avete ucciso per ritorsione. Quante ve ne occorrono, per punirli delle cose orribili che hanno fatto? Tutto questo suona bene, finché non ti rendi conto di cosa faresti tu se si trattasse della tua famiglia, e tu non avessi fatto altro che sostenere una patria per i palestinesi, e un giorno loro vengono a prenderti e a massacrare la gente del tuo villaggio. Diresti: scusate, ma non tengo il conto in questo modo. Non si tratta di quanti ne abbiamo dovuti uccidere perché Hamas si assicura di farsi scudo dei civili, e ti costringerà a uccidere civili se vuoi difenderti”.
“Badate, io ci ho lavorato sodo” ha poi affermato Clinton, iniziando una panoramica degli sforzi che fece come presidente per mediare un accordo di pace tra Israele e palestinesi.
Clinton fu determinante nel mediare gli Accordi di Oslo, l’intesa provvisoria del 1993-95 che diede vita all’Autorità Palestinese avviando il trasferimento di poteri in Cisgiordania e Gaza all’autogoverno palestinese. Poi, fino agli ultimi giorni del suo mandato (luglio 2000-gennaio 2001), Clinton si adoperò per tradurre gli Accordi di Oslo in un trattato di pace definitivo che vedesse la nascita di uno stato palestinese a fianco di Israele.
“L’unica volta in cui Yasser Arafat non mi disse la verità – ha detto Clinton all’uditorio del Michigan – è stata quando mi promise che avrebbe accettato l’accordo di pace che avevamo elaborato. Quell’accordo – ha ricordato – avrebbe dato ai palestinesi uno stato sul 96% della Cisgiordania [oltre a tutta la striscia di Gaza] più un 4% di territorio israeliano, e avrebbero potuto scegliere quale 4%. E avrebbero avuto una capitale a Gerusalemme est”. Ma i palestinesi “dissero di no”.
Nella foto: La proposta di soluzione a due stati rifiutata nel 2000 da Yasser Arafat.