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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Circolo ARCI Migliarino
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Cooperativa Teatro del Popolo Migliarino
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Calcinaia, 13 dicembre
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Vicopisano, 15 dicembre
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Pisa, 11 dicembre
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Di Peppe Papa
Terzo mandato, De Luca la spunta e offre a Schlein una via d'uscita per non perdere la faccia

8/11/2024 - 12:17

Terzo mandato, De Luca la spunta e offre a Schlein una via d’uscita per non perdere la faccia


Il Pd campano disattende le indicazioni di Roma e vota a favore della legge elettorale che consente una nuova candidatura al governatore uscente. Segretaria nei guai, ma potrebbe rimediare

Vincenzo De Luca si aggiudica il primo round dello scontro con Elly Schlein, la segretaria del Pd che sarebbe anche il suo partito, ma questo è un dettaglio. La modifica della legge elettorale che gli consente di concorrere a un terzo mandato alla presidenza della Regione Campania, è stata approvata a maggioranza, con il contributo quasi unanime dei consiglieri dem che erano stati invitati dal Nazareno a votare contro.
Una vera e propria insubordinazione che sancisce una spaccatura profonda tra il Pd romano e quello campano, schierato a testuggine intorno al governatore. Il capogruppo in Consiglio, Mario Casillo è stato chiaro poco prima del voto, spiegando in Aula di quanto fosse sbagliato “buttare a mare il lavoro fatto in cinque anni”, e di avere scritto per questo alla segretaria “per invitarla a far sì che il cardine della coalizione sia il lavoro fatto dal nostro presidente”. Un avvertimento che, in tutta evidenza, non è stato preso in considerazione preferendo forzare la mano, con il risultato che si è visto.
Schlein e il suo cerchio magico di giovani indiani metropolitani, accecata dalla lotta senza quartiere ai cacicchi, ha perso di vista la Politica che non è cosa da dilettanti, richiede visione e flessibilità di pensiero. Insomma, vanno bene i principi, poi serve concretezza per vincere la sfida del governo, costruire l’alternativa, conquistare il consenso. Rischiare di perdere un pezzo di partito importante, nella terza regione d’Italia, sarebbe fatale, un prezzo altissimo da pagare alla propria presunzione di intangibile infallibilità.
Eppure, sa che in Campania il 70% al congresso non ha appoggiato la sua mozione, il motivo per cui viene attaccata da De Luca che l’accusa di aver commissariato il partito regionale per questo motivo: “Neanche nella Nord Corea di Kim Jong-Un, altro che democrazia”, ha tuonato qualche giorno fa. Avrebbe fatto meglio, in poche parole, a risparmiarsi almeno i toni da dura e pura tipo “possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, noi non sosterremo presidenti uscenti per il terzo mandato”, che poi potrebbe essere costretta a fare marcia indietro e perdere la faccia.
Presentarsi in queste condizioni alle elezioni del prossimo anno, magari con l’ex grillino disoccupato, Roberto Fico candidato per la “testarda” idea di tenersi buono Giuseppe Conte e il suo M5S, che tra l’altro non si sa come uscirà dalla imminente Assemblea nazionale della resa dei conti con Beppe Grillo, vuol dire farsi del male, soprattutto, se nel frattempo dovesse risultare fallimentare il voto in Umbria a metà novembre.

 De Luca, ci sono pochi dubbi, non mollerà di un millimetro e se non vincerà lui le elezioni di sicuro le farà perdere al Pd e alla sua coalizione.
Sul fronte opposto osservano interessati, in questo quadro per loro le cose si mettono bene e stanno cercando di schierare un nome autorevole in grado di giocarsi la partita con chiunque. Si parla di Antonio D’Amato l’ex presidente di Confindustria, già più volte tentato dalle lusinghe di Berlusconi, che questa volta potrebbe decidere di scendere in campo con buone possibilità di spuntarla, visto l’ambaradan sull’altro fronte. Per Schlein un problema in più.
Una via d’uscita però ci sarebbe, sempre se si avesse voglia di percorrerla, e l’ha suggerita proprio il presidente. Fittizia, quanto si vuole, ma pur sempre un tentativo di armistizio.

De Luca, infatti, ha messo a disposizione della coalizione, in cambio del sostegno alla legge, la scelta del candidato. Non lui, dunque, necessariamente, se ne potrà discutere. E’ il minimo sindacale, è vero, ma prendere o lasciare, tocca alla segretaria decidere.



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