none_o

Oggi è deceduto Oliviero Toscani.
Era ricoverato presso l'ospedale di Cecina per l'aggravarsi della sua malattia, l'amiloidosi, malattia rara e incurabile.Rimane la sua opera rivoluzionaria nel mondo della fotografia.
Lo ricordiamo con le parole di Paola Gavia, che ha avuto il privilegio di conoscerlo e di essere fotografata da lui per una campagna mondiale

. . . avevo risposto al tuo " apprezzamento" poi ho .....
da uno che evidentemente si considera un Pico della .....
. . . l'ultima volta che parlai con il renziano Massimo .....
La nuova vita di Luigi Di Maio continua con una conferma .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
di - Maestra Antonella
none_a
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
Il cielo è quasi sempre imbronciato
di pessimo o di cattivo umore
e nel suo tenace perdurare
appiccica addosso il malumore
Grondano i tetti, gli .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Fausta Cialente, una scrittrice importante per la storia delle donne italiane.

1/12/2024 - 7:37

Fausta Cialente

 

Scrittrice cosmopolita, intellettuale impegnata, redattrice radiofonica e giornalista militante, traduttrice, femminista prima ancora che in Italia si fosse formata una salda coscienza in tal senso, antifascista e in prima linea nella Resistenza mentre era in Egitto, al Cairo, dove ha vissuto fino al 1947, Fausta Cialente è una delle interpreti più significative del Novecento italiano. Un’autrice, come molte altre per lungo tempo dimenticata, che ha lasciato splendidi racconti di ambientazione levantina e di interni borghesi e alcuni tra i romanzi più belli del Novecento. 

Fausta Cialente nasce il 25 febbraio 1898 a Cagliari; il padre Alfredo è un ufficiale dell’esercito regio spesso trasferito per motivi di servizio, così la famiglia vive in molte città italiane: da Roma a Firenze, da Genova a Bologna. I periodi più belli e spensierati della giovinezza di Fausta sono nella casa del nonno davanti al mare, a Trieste, di cui è originaria la madre Elsa Wieselberger, nobildonna costretta a lasciare la carriera di soprano per seguire il marito. Il fratello di Fausta, Renato, diventerà un importante doppiatore e attore teatrale e cinematografico: sarà ucciso tragicamente da un camion militare tedesco mentre usciva da teatro. Nel 1921 Fausta sposa Enrico Terni, un uomo più anziano, ma colto, benestante, appassionato di musica. Il matrimonio le permette di allontanarsi dall’ambiente familiare, profondamente segnato dal carattere tirannico del padre, e di trasferirsi in Egitto, fra Alessandria e Il Cairo; nel 1923 nascerà l’unica figlia Lionella, detta Lili.

 

Appassionata di scrittura fin da ragazzina, Fausta mette a frutto le sue doti, attinge alla ricca biblioteca del marito e inizia la carriera di narratrice ispirata dalle affascinanti atmosfere africane. Nascono il romanzo Cortile a Cleopatra e il racconto Pamela o la bella estate. Il primo romanzo stampato è Natalia con cui vince il premio dei Dieci (1930) e che ottiene un bel successo nella traduzione francese.

 

In Italia invece ha vita breve perché due scene vengono ritenute censurabili: una perché si parla del rapporto fra due donne, l’altra perché si fanno critiche alla disfatta di Caporetto. Cialente si rifiuta di modificare il testo e il libro verrà ristampato solo dopo la guerra. Durante la Seconda guerra mondiale Fausta segue da lontano le tragiche vicende che investono l’Europa e, lasciata la famiglia ad Alessandria, si impegna attivamente nella propaganda radiofonica antifascista con Radio Cairo; entra in contatto con persone fuggite dall’Italia, fonda e dirige lei stessa un settimanale.

 

La sua casa diviene un centro di aggregazione e, da cenacolo culturale, si trasforma in vero e proprio cenacolo politico. Si allontana così per anni dalla letteratura. Alla fine del conflitto lascia il marito e torna a vivere in Italia, tra Roma e Varese; collabora a quotidiani e periodici di sinistra: L’Unità, Rinascita, Noi donne, Il Contemporaneo, Vie nuove. La sua attenzione è rivolta principalmente alle donne, al loro ruolo nel matrimonio, nel mondo del lavoro e nella società. Scrive un reportage sulle mondine, uno sulle artigiane della costa marchigiana, uno sulle contadine toscane costrette a lavorare anche in stato di gravidanza avanzata, sottolinea il contributo femminile nella lotta partigiana.

 

Ricomincia a dedicarsi alla scrittura solo negli anni Sessanta e Settanta, il suo periodo più produttivo e felice, che culmina nella pubblicazione de Le quattro ragazze Wieselberger, un romanzo autobiografico in cui è possibile non solo scoprire le origini della famiglia dell’autrice, ma anche immergersi nella storia di un’Italia che cambia, in un arco di tempo molto ampio, tra la fine del IXX secolo e la fine del XX.

È dunque una memoria personale che diventa memoria collettiva, capace di far immergere il lettore nelle dinamiche di una famiglia complessa, culturalmente e caratterialmente, in cui la genealogia femminile ha un ruolo fondamentale. Con  Le quattro ragazze Wieselberger Fausta Cialente vinceil premio Strega nel 1976; dopo diviene nient’altro che un’effimera presenza che pochissimi ricordano.

Nel 1994 muore in Inghilterra dove ha raggiunto la figlia.
Tra i suoi romanzi Un inverno freddissimo, da cui sarà tratto nel 1976 il popolare sceneggiato televisivo Camilla, interpretato da Giulietta Masina.
È un inverno freddissimo quello del 1946 a Milano, un inverno tra le macerie. Una vecchia soffitta diventa il rifugio di una famiglia numerosa che dopo le perdite della guerra cerca un nuovo inizio tra mille difficoltà. È Camilla a tenere tutti insieme: abbandonata dal marito, con tenacia e spirito di sacrificio si impegna a garantire un futuro alla sua famiglia allargata. I figli sono pieni di sogni: la ribelle Alba desidera una vita più agiata, Lalla vuole scrivere romanzi, Guido spera di diventare un attore. Vivono nella stessa casa anche il nipote Arrigo, musicista, con la moglie Milena; e Regina, vedova del partigiano Nicola, insieme alla sua bambina neonata.

A interagire con loro un vicino di casa dal passato misterioso, Enzo, e un’amica di famiglia, Matelda. Il marito di Camilla è un grande assente, andato via anni addietro lasciando sola la donna con i loro figli. La soffitta milanese, popolata dai fantasmi del passato, deve difendere anche dal freddo interiore, fatto di distacchi e lutti. Ma è da questo freddo che riemergono anche le spinte più vitali, e Camilla, pur lacerata da profonde ferite, saprà alla fine riscoprirsi una donna libera e forte.

Una figura complessa quella di Camilla, piena di paure e fragilità , anche perché la sua condizione è stigmatizzata dall’ambiente circostante, come se Camilla fosse colpevole di non essere riuscita a “tenersi” il marito. In lei convivono le pressioni del sistema di valori dominanti, la volontà di assolvere al ruolo materno e la certezza di dover rispondere anche ai doveri verso se stessa: e’ una donna cosciente del suo corpo e delle sue pulsioni, che vive la propria sessualità con spontaneità. Camilla tradisce il modello di famiglia tradizionale di stampo patriarcale per  proporre quello di famiglia allargata, senza uomini dai quali dipendere e in cui la donna, pur nelle sue contraddizioni, è al centro.

Il suo e’ un percorso di formazione verso l’indipendenza, alla ridefinizione di se stessa non tanto come “donna sola”, ma come donna e basta.

È con questo personaggio che Cialente sfida il tempo freddissimo delle sconfitte individuali e collettive, in un libro che è un ritratto fedelissimo della condizione sociale nel dopoguerra, che racconta il lutto e il rimpianto, ma anche il bisogno  irrinunciabile di vivere. 

Paola Bernardini


+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri