Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
Girovagando per le colline toscane
La giornata del 2 gennaio è stata dedicata ad una gita fuori porta su e giù per le colline toscane, toccando le province di Firenze, Pisa e Siena.
Approfittando della permanenza a Pisa di Sandra, storica compagna delle scuole superiori che da anni vive a Bruxelles, e che da altrettanti anni è fuori dalle rotte toscane, le ho preparato un programma per visitare alcuni borghi che non conosceva.
Siamo partite in macchina nel primo mattino e ci siamo dirette verso le colline pisane, ancora dormienti sotto una leggera nebbiolina, con i vigneti spogli e in riposo.
Abbiamo proseguito fino ad arrivare a Castelfalfi, antico borgo ristrutturato che ha perduto il fascino che la caratterizzava fino ad una trentina di anni fa perché, non appena arrivano sempre più turisti stranieri, qualcuno decide di comprare qua e là, fino a che non sorge una struttura enorme, vengono aperti negozi che nulla hanno a che vedere con il luogo e quell’atmosfera che tanto la rendeva unica, nel giro di pochi anni svanisce.
La tappa successiva è stato il Santuario di San Vivaldo, noto come la Gerusalemme di Toscana, che si trova a pochi km da Montaione, in una vasta area boscosa dove, all’inizio del Trecento, il frate Vivaldo Stricchi da San Gimignano si ritirò a vita eremitica scegliendo come dimora il cavo di un castagno.
È un luogo mistico e ricco di spiritualità. Tra il 1500 e il 1515, Fra Tommaso da Firenze fece costruire un complesso di cappelle e tempietti decorati con terrecotte policrome ispirate alla vita e alla Passione di Cristo e disposti in maniera da riprodurre in scala ridotta la planimetria della Gerusalemme del tempo. Grazie ad una bolla di Papa Leone X che concedeva l’indulgenza a chi visitava San Vivaldo, questo santuario immerso nella natura divenne meta di pellegrinaggio sostitutivo per tutti coloro che non potevano sostenere il viaggio vero e proprio in Terrasanta.
Proseguendo il nostro viaggio e lasciando la provincia di Firenze, abbiamo raggiunto la Val d’Elsa, nella provincia senese, fino ad arrivare a Monteriggioni, un bellissimo borgo medievale che conserva ancora intatte le sue mura. Il terreno su cui sorgeva il castello era la sede di un’antica fattoria longobarda; la costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell'Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena.
Dopo un giro tra le poche stradine del borgo, siamo ripartite con l’idea di fermarci a pranzo a San Gimignano, ma ad un certo punto ci siamo trovate sulla nostra sinistra una cittadina che si estendeva in lunghezza su una collina. “Ma dove siamo?” “Da dove spunta questa città?” “Che facciamo, ci fermiamo? Ma poi arriviamo tardi a San Gimignano…via allora proseguiamo”. Ma, aiutate da lavori sulla strada, e quindi più tempo per riflettere, abbiamo deciso di parcheggiare e capire dove ci trovavamo. Il parcheggio era proprio di fronte all’ufficio del turismo e Sandra è entrata chiedendo “Come si chiama questo posto?”, io intanto avevo già letto un cartello che riportava ‘Colle Val d'Elsa’!
A me soltanto il nome non ha mai ispirato molto, invece siamo approdate per caso in uno dei borghi più belli che io abbia mai visto in zona, fuori dai circuiti turistici di massa. Eravamo nella parte alta della cittadina, dove si trova il centro storico, la cui via principale è costellata di imponenti palazzi del XIII-XVI secolo, ed è famosa per la lavorazione del cristallo. Ma è anche la città che ha dato i natali ad Arnolfo di Cambio, scultore, architetto e urbanista che, tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento lavorò principalmente a Roma e a Firenze.
Piacevolmente sorprese di questa scoperta e grate per la sosta imprevista, abbiamo ripreso la macchina e ci siamo dirette a San Gimignano, su sui non c’è molto da dire, visto che è di gran lunga più conosciuta delle altre precedenti tappe. Però vederla da lontano, accoccolata sulla collina, con le sue torri medievali che spuntano da vari punti della città, con le mura del XIII secolo che la circondano e l’abbracciano stretta da secoli, dà sempre una nuova gioia. Qui abbiamo passeggiato e mangiato un buon trancio di pizza, per poi finire in piazza della Cisterna dove abbiamo gustato un gelato spettacolare, per me cannella e arancia, cremino di pistacchi e melograno e crema con zafferano di San Gimignano!
E sulla via del ritorno abbiamo fatto una breve sosta a Lajatico con il suo Teatro del silenzio.
Una giornata intensa e di parecchi km, ma la vista che accompagna il girovagare in questi luoghi, è quanto di più bello e rilassante si possa chiedere. Si gira tanto per il mondo, e il mondo lo abbiamo a due passi da casa.