Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
Poca energia - I riformisti del Pd (parlandone da vivi) archiviano la fase del volemose bene
Dopo mesi di convivenza pacifica con Schlein, la corrente accantona la linea morbida di Bonaccini, e immagina un approccio meno accomodante con la segretaria
Non si può più andare avanti con riunioni della Direzione del Pd «che sembrano feste di compleanno». Riunione parecchio affollata a Roma di Energia popolare, la componente riformista del Partito democratico che, con i suoi tempi non esattamente da Speedy Gonzales, ha deciso di dire basta alla linea del volemose bene incarnata dal capo della corrente Stefano Bonaccini. Sono stati oltre cinquanta gli interventi, da Giorgio Gori a Lorenzo Guerini, da Graziano Delrio ad Antonio Decaro, da Simona Malpezzi a Valeria Valente, da Eugenio Giani a Simona Bonafè, da Sandra Zampa ad Anna Maria Furlan, da Dario Parrini a Piero De Luca.
Stefano Bonaccini resterà alla guida dell’area e Alessandro Alfieri farà il coordinatore nazionale. «Sostanzialmente la pax garantita da Bonaccini in nome del “ce lo chiede la nostra base” sembra non reggere più», dice uno degli intervenuti ieri, rafforzando l’idea che ora occorra una «dialettica virtuosa» che non faccia sconti alla leader alla quale vengono rimproverate non meglio definite iniziative divisive, forse sui temi etici, forse sull’appoggio al referendum sul Jobs act che quest’area non sosterrà mai.
Dal canto suo, Bonaccini ha aperto il conclave della minoranza spiegando le ragioni dell’appeasement con Elly Schlein che è servito a rafforzare il partito in questi mesi. Bene, bravo, hanno detto un po’ tutti, ora però voltiamo pagine e facciamoci sentire. Di fatto, è una correzione di linea.
Nessuno mette in discussione la segretaria, anche se non è automatico considerarla come la candidata del centrosinistra a Palazzo Chigi. Questa, si dice, è una questione ancora prematura anche se la verità è molto semplice: al momento non esistono altri nomi. Il fantasma di Paolo Gentiloni per il momento aleggia e basta, e non si trova nessuno disposto a bruciare il suo nome.
Gramscianamente si potrebbe dire che il nuovo stenta a nascere e che pertanto è saggio non mollare il vecchio, se l’aggettivo non suonasse poco consono per la giovane Schlein. La quale ieri ha tenuto una riunione che i governativi dovrebbero apprezzare, un incontro con tanti sindaci per mettere giù una politica sulla sicurezza.
Comunque il passaggio della riunione della minoranza va notato perché smuove un pochino le acque troppo stagnanti di un partito che non discute abbastanza, che non ha un compiuto profilo di governo (il perenne rimprovero di Gentiloni e Romano Prodi) e che al vertice è modellato a immagine e somiglianza della segretaria.
Bonaccini resta il riferimento di quest’area che si è nel frattempo strutturata, ma la sua linea troppo accomodante è da considerarsi superata.
Vedremo se per Elly Schlein questa è una buona notizia o no. A occhio e croce, la segretaria da ieri ha un problemino in più. Il volemose bene non è più scontato: per conquistarselo la segretaria dovrà smetterla con le feste di compleanno e disporsi all’ascolto di chi non è d’accordo.