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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Mario Lavia
Il Lenin di Volturara - Il pacifismo baro di Conte, e la tragicommedia della sinistra sulla difesa europea

11/3/2025 - 9:25

Il Lenin di Volturara - Il pacifismo baro di Conte, e la tragicommedia della sinistra sulla difesa europea

Il capo del Movimento 5 stelle manifesta a Strasburgo, portandosi i deputati da Roma, contro «l’Europa guerrafondaia» per strappare voti a Fratoianni e alla segretaria del Pd, che continua a tentennare nel paese delle meraviglie. Per fortuna le famiglie politiche europee serie, a cominciare da quella socialista, non sono guidate da quaquaraquà

La gran commedia all’italiana del centrosinistra approda oggi a Strasburgo, dove Giuseppe Conte va a protestare contro «l’Europa guerrafondaia», come scrive su Facebook l’eurodeputato contiano Mario Furore, nomen omen. L’ex presidente del Consiglio si è fatto accompagnare da cinquanta parlamentari italiani (chissà quanti scontrini, chissà quante rendicontazioni delle spese a carico dei cittadini italiani) con i quali – ha annunciato Pasquale Tridico via email ai colleghi eurodeputati – oggi alle 11.30, al grido di «NoRearmEU», Conte farà una sceneggiata in favore di telecamere (e anche di una potenza straniera) davanti l’Emiciclo di Strasburgo, e trasformerà in curva sud la tribuna ospiti dell’Aula al momento dell’intervento di Ursula von der Leyen.

Giuseppe Conte ha lanciato un’Opa sul pacifismo diciamo così di sinistra (mentre il vecchio sodale Matteo Salvini l’ha lanciata sul mondo bruno, di destra), nello smaccato tentativo di strappare voti alla sinistra più radicale di Nicola Fratoianni e naturalmente al competitor numero uno, il Partito democratico di Elly Schlein. È chiaro che di pacifista l’avvocato del popolo ha poco o nulla. Quand’era presidente del Consiglio ha abbastanza coccolato Vladimir Putin – memorabili i camion dell’esercito russo in Italia appena scoppiato il Covid senza che vi fosse una giustificazione – e intrattenuto ottimi rapporti con un tipo poco rassicurante come Donald Trump. 

Nei suoi vaneggiamenti, Beppe Grillo contemplava una striatura arcobaleno, e non si può dire che in lui fosse stonata. Ma Conte è un’altra cosa. Un uomo senza scrupoli, alla continua ricerca di consensi come un affamato del pezzetto di pane, soprattutto, come detto, se in questa azione famelica può arraffare voti a Schlein. La quale finora ha fatto finta di nulla («testardamente unitaria»): non solo non contrattacca, ma fa sua la linea di Conte pur di non perdere il contatto con lui e soprattutto con un pezzo grande della base del partito. 

Però la segretaria del Pd non può certo avere i toni ferocemente antieuropeisti di Conte: chi lo ha visto domenica sera alla trasmissione di Fabio Fazio avrà colto un furore contro il ReArmEu che in un mondo normale dovrebbe rimettere in discussione la possibilità di candidarsi al governo con questi qui (c’è persino chi ha ipotizzato Conte alla Farnesina). 

Il problemone ricade per l’ennesima volta sulle spalle di Elly Schlein, partita lancia in resta contro il Piano dei ventisette e via via rimasta isolata tra i socialisti europei e contraddetta da esponenti come Romano Prodi, Paolo Gentiloni, Enrico Letta, e scusate se è poco. 
E se cambiasse linea, nella commedia all’italiana che è il centrosinistra, si troverebbe a sorpresa contro un Matteo Renzi anch’egli furioso quasi quanto Giuseppi con Ursula von der Leyen, questa «algida burocrate» autrice della «sparata» degli ottocento miliardi per il ReArmEu. Il leader di Italia viva ritiene che i soldi andrebbero spesi in modo diverso, anche se non dice come, che è un modo elegante per bocciare sostanzialmente anch’egli il Piano piazzandosi dalle parti dei gialloverdi e di quella sinistra che, ricambiato, ha sempre detestato. 

Il paradosso sarebbe averlo fatto per dare una mano a Elly, da cui ormai nulla lo distingue, proprio alla vigilia di un possibile dietrofront della numero uno del Nazareno. Infatti la risoluzione della maggioranza Ursula (S&D, popolari, liberali e conservatori) che verrà votata domani a Strasburgo conferma l’appoggio al ReArmEu, richiede di esplorare il sistema degli European Defence Bonds per finanziare in anticipo gli investimenti militari su larga scala, chiede di esplorare l’uso dei Coronabond non utilizzati per lo strumento di difesa, invita la Bei e le banche private europee a investire più attivamente nell’industria europea della difesa e infine chiede di eliminare le attuali restrizioni al finanziamento della difesa e di studiare l’emissione di debito a destinazione vincolata per finanziare progetti di sicurezza e difesa. 
Tutto questo è concordato con i socialisti e i democratici europei, dunque è difficile per gli schleiniani votare contro a Strasburgo, ma è altrettanto difficile votare a favore a pochi giorni dalla manifestazione di Roma ormai egemonizzata dai no al riarmo europeo. Si prevedono, quindi, le solite furbate procedurali che consentiranno agli eurodeputati Pd astensioni, impegni improvvisi e voti contrari, ma per fortuna quasi tutti i riformisti, guidati dalla vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, voteranno sì.

La commedia continua.





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