Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
MELONI PARLA DI VENTOTENE, MA VUOLE SPARARE SU BRUXELLES.
Con la due giorni parlamentare del 18 e 19 marzo Meloni ha superato l’empasse psico-politico che l’aveva tenuta lontana dal confronto diretto con le forze di opposizione e ha aperto una fase nuova.
Premessa. Meloni non è fatta per governare un grande Paese dell’Europa democratica. Al massimo può aspirare a fare la governante fantoccio alle dipendenze di un potente di turno.
Non importa se di sinistra o di destra, basta che le sia lasciato un po’ di spazio, anche se con uno di destra dovrà fare meno fatica ad uniformarsi.
Ma è forte il sospetto che se a capo della Casa Bianca ci fosse stato Altiero Spinelli lei ci avrebbe letto ogni giorno i brani migliori del Manifesto di Ventotene.
A destra si tramandano una naturale propensione al conformismo nei confronti del potere.
Fa parte della loro visione gerarchica della vita, la stessa che li trova in difficoltà a saper gestire le cose in modo democratico.
E già, perché la democrazia è difficile, lenta, tortuosa, vuoi mettere un bel regime dispotico?
Quindi? La sparata di Meloni contro il Manifesto di Ventotene non è stata una trovata polemica improvvisata da ieri sera a questa mattina. Quella roba disgustosa è stata studiata a tavolino e proposta, con una aria da bulla, per mandare un segnale complice a chi, oggi, rappresenta il principale avversario dell’Europa Unita: Trump.
Quel Trump che dopo un primo momento di illusione l’ha lasciata scivolare nell’irrilevanza che, purtroppo per l’Italia, si merita: ragazzina lasciami lavorare, qui non abbiamo bisogno di belle statuine, lavoriamo con gente seria come Putin, mettiti in fila e aspetta il tuo turno. A proposito che carte hai? Eccole le carte!
Tutti noi che abbiamo chiesto a Meloni di scegliere, immaginando un travaglio interno alla sua maggioranza, siamo serviti.
Meloni ha scelto e la citazione dell’Europa di Ventotene è solo un espediente retorico,
Il suo “questa non è la mia Europa” è riferito, in realtà, all’Europa attuale. Quella che cerca, tra mille difficoltà, di rendersi autonoma e di onorare i suoi impegni di difendere la libertà e la democrazia.
Non è riuscita a fare da ponte tra gli Usa e l’Europa, ora sta provando a fare la testa di ponte degli Usa in Europa.
Su quale programma? Trump e Putin hanno un punto di accordo alla base del loro rapporto: togliere di mezzo l’UE. L’UE che, addirittura insieme ad altri paesi di altri tre continenti, resiste e rilancia sul piano economico e su quello della difesa comune.
Ci saranno ritardi da colmare ed errori da correggere, ma quell’indirizzo è chiaro ed è considerato un rischio da evitare da parte di chi vuole spartirsi il nuovo mondo.
Cosa c’è di meglio di minare alla base quel progetto unitario, che è l’unico rimasto in campo che cerchi di rispettare le regole del vivere civile e democratico?
Meloni, parlando in quel modo di Ventotene, ha detto agli ordini, sperando di rientrare nel giro.
C'è rimasto un liberale nel centrodestra?