Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Pina Picierno (PD) vice-presidente del Parlamento di Strasburgo
Quello sulla difesa Ue è stato un voto cruciale per l’Europa che verrà, il Pd è finito su un «binario sbagliato».
Noi dem europei abbiamo discusso e lavorato insieme con il Pse, per migliorare il testo, ottenendo risultati importanti. Poi da Roma è arrivata la doccia fredda, con la decisione di astenersi. È il dialogo con il Nazareno che è mancato, ed è singolare che si sia deciso lì come votare, scavalcando le posizioni nel gruppo europeo.
Così alla fine sono emerse due linee, di peso equivalente.
Questa spaccatura segnala che nel Pd c’è un’anima riformista ed europeista forte, che non si può ignorare e annichilire, scambiando i propri desideri per la realtà.
La decisione di non votare la risoluzione ha creato un problema assai serio: per questo, con molti altri colleghi, abbiamo deciso di votare sì. Per evitare che il Pd si staccasse dal Pse e smentisse la sua vocazione europeista. Se la risoluzione non fosse passata, avremmo messo una pietra tombale sulla difesa comune europea.
C’è stata una frattura interna profonda, su una scelta fondamentale per la nostra collocazione europea, e ora bisogna rifletterci e cercare di raddrizzare la rotta.
Il dovere di una classe dirigente è quello di spiegare priorità e scelte senza rifugiarsi in banalizzazioni su pacifisti contro bellicisti. O vogliamo sostenere che leader come Sanchez o Costa siano guerrafondai non degni del progressismo?
Le decisioni che si prendono in Ue non possono essere affrontate da un partito adulto guardandole dal buco della serratura delle convenienze politico-elettorali interne al campo largo, e della gara a chi è più a sinistra. Per quello c’è già Avs, noi siamo nati per esprimere una cultura di governo assai più larga. E abbiamo la responsabilità di essere la componente maggioritaria nel Pse: dovremmo essere in grado di esprimere una leadership.
Raccontare che la proposta von der Leyen punta al “riarmo nazionale” è sbagliato. Per la semplice ragione che non è vero: in quei 150 miliardi di debito comune previsti per la difesa c’è una svolta che in Italia e a sinistra nessuno ha colto, ma che è comparabile a quella di Next Generation Eu. Sarebbe bene che chi vuol discutere delle scelte fatte al Parlamento europeo leggesse e capisse i testi che si votano: il “riarmo nazionale” non esiste, così come è una sciocchezza dire che si spendono miliardi in armi anziché in ospedali: nel piano ci sono gli eurobond e gli acquisti congiunti, c’è una piena consapevolezza della dimensione comunitaria, c’è il primo deciso passo verso la Difesa europea.
E non c’è nessuna sottrazione di finanziamenti alla spesa sociale o diversione dei fondi di coesione: la scelta spetta agli Stati membri, e il governo italiano l’ha già escluso. Si è fatta una gran confusione.