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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Visita guidata con Ilario Luperini
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Molina mon amour "Scalpiccii sotto i platani"
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Assemblea soci Coop.
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Pina Pi erano (PD) vice presidente del Parlamento di Strasburgo
Quello sulla difesa UE. È stato un voto cruciale per l'Europa che verrà

21/3/2025 - 21:08

Pina Picierno (PD)  vice-presidente del Parlamento di Strasburgo
 
Quello sulla difesa Ue è stato un voto cruciale per l’Europa che verrà, il Pd è finito su un «binario sbagliato».
Noi dem europei abbiamo discusso e lavorato insieme  con il Pse, per migliorare il testo, ottenendo risultati importanti. Poi da Roma è arrivata la doccia fredda, con la decisione di astenersi. È il dialogo con il Nazareno che è mancato, ed è singolare che si sia deciso lì come votare, scavalcando le posizioni nel gruppo europeo.
Così alla fine sono emerse due linee, di peso equivalente. 
Questa spaccatura segnala che nel Pd c’è un’anima riformista ed europeista forte, che non si può ignorare e annichilire, scambiando i propri desideri per la realtà. 
La decisione di non votare la risoluzione ha creato un problema assai serio: per questo, con molti altri colleghi, abbiamo deciso di votare sì. Per evitare che il Pd si staccasse dal Pse e smentisse la sua vocazione europeista. Se la risoluzione non fosse passata, avremmo messo una pietra tombale sulla difesa comune europea. 
C’è stata una frattura interna profonda, su una scelta fondamentale per la nostra collocazione europea, e ora bisogna rifletterci e cercare di raddrizzare la rotta. 
Il dovere di una classe dirigente è quello di spiegare priorità e scelte senza rifugiarsi in banalizzazioni su pacifisti contro bellicisti. O vogliamo sostenere che leader come Sanchez o Costa siano guerrafondai non degni del progressismo? 
Le decisioni che si prendono in Ue non possono essere affrontate da un partito adulto guardandole dal buco della serratura delle convenienze politico-elettorali interne al campo largo, e della gara a chi è più a sinistra. Per quello c’è già Avs, noi siamo nati per esprimere una cultura di governo assai più larga. E abbiamo la responsabilità di essere la componente maggioritaria nel Pse: dovremmo essere in grado di esprimere una leadership. 
Raccontare che la proposta von der Leyen punta al “riarmo nazionale” è sbagliato. Per la semplice ragione che non è vero: in quei 150 miliardi di debito comune previsti per la difesa c’è una svolta che in Italia e a sinistra nessuno ha colto, ma che è comparabile a quella di Next Generation Eu. Sarebbe bene che chi vuol discutere delle scelte fatte al Parlamento europeo leggesse e capisse i testi che si votano: il “riarmo nazionale” non esiste, così come è una sciocchezza dire che si spendono miliardi in armi anziché in ospedali: nel piano ci sono gli eurobond e gli acquisti congiunti, c’è una piena consapevolezza della dimensione comunitaria, c’è il primo deciso passo verso la Difesa europea. 
E non c’è nessuna sottrazione di finanziamenti alla spesa sociale o diversione dei fondi di coesione: la scelta spetta agli Stati membri, e il governo italiano l’ha già escluso. Si è fatta una gran confusione.

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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22/3/2025 - 12:06

AUTORE:
Piero C.

Giusto per capire. Lei dice che non c'è nessun riarmo nazionale mentre alcuni esponenti politici, nazionali e non, anche la stessa Von Der Leyen, dicono il contrario. Al momento, pare, ci si deve accontentare di questo, poi si vedrà. In Italia intanto ci si porta avanti : il ministro Giorgetti, tanto per citarne uno, parla di un disagio personale a vedere soldati tedeschi di nuovo in armi.
Ma tornando al suo dire " un primo passo per la difesa europea " ; e l'Europa parte da lo stanziare x miliardi per l'acquisto di armi ? La mia ragionevolezza contadina mi porta a pensare che si voglia costruire una casa, europea ci mancherebbe, partendo dal tetto. Prima non sarebbe doveroso creare le fondamenta con un comando unico, con una sede unica, con programmi comuni, con strategie altrettanto comuni ? Mi perdoni ma mi viene da ridere. Perché tutto questo c'è già, ha un nome, si chiama Nato.
E a meno che non la si voglia sciogliere deve dire la sua, visto che comprende anche paesi non EU.
Dunque parliamo di " difesa europea " come sostiene lei e altri o parliamo di riarmo dei singoli eserciti nazionali come appare sempre più ? Alla prossima risoluzione.