Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Convergenze populiste - La ditta Schlein alla caccia delle Regioni, d’intesa con Conte ovviamente
In vista delle elezioni in Toscana, Marche, Campania e Puglia, la segretaria del Pd vuole rafforzare l’intesa con il leader dei Cinquestelle: l’unico alleato di cui le importa davvero
Elly Schlein lavora quotidianamente al programma sociale del Partito democratico, ma non dimentica certo le questioni più politiche, quelle legate alla conquista delle posizioni di governo, in questo caso le Regioni (Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia, più la Valle d’Aosta) per le quali salvo cambiamenti si andrà a votare in autunno.
Così ieri la segretaria ha parlato di sanità per denunciare che il governo sta tagliando la spesa che «è scesa ai livelli più bassi da quindici anni, questa è la verità che la destra vuol nascondere». E due giorni fa aveva lanciato una serie di proposte sulla casa: la reintroduzione del Fondo Affitto cancellato dal governo Meloni, triplicato; il finanziamento strutturale di edilizia popolare e sociale ad affitti calmierati; l’istituzione di un Fondo specifico per il recupero delle oltre centomila case popolari vuote in attesa di manutenzione; una legge nazionale che regoli in maniera chiara gli affitti brevi mettendo un freno alle speculazioni.
Tutte cose – Schlein lo sottolinea ogni volta che può – su cui c’è convergenza con le altre forze di opposizione. Che per lei sono essenzialmente Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Tanto ha capito che Matteo Renzi segue senza fare troppe polemiche. E quanto a Carlo Calenda, boh, si vedrà: l’importante è il cartello di sinistra fondato su lei, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni.
Ma lo sguardo della numero uno del Nazareno va chiaramente oltre i cosiddetti temi, che comunque servono anche per allentare le tensioni e dimenticare i dissensi sui temi internazionali. Nella sede del Partito democratico da tempo è aperto il dossier delle elezioni regionali d’autunno.
Oggi è una giornata importante perché si tiene la Camera di Consiglio della Corte Costituzionale che deve sentenziare sul ricorso del governo contro la legge regionale della Campania che bypassa quella nazionale rendendo possibile un terzo mandato per Vincenzo De Luca. Impossibile fare previsioni, a parte i soliti spifferi, ma è chiaro che se la Consulta dovesse bocciare la legge campana si aprirebbe una pagina nuova, con lo storico governatore fuori dai giochi. Almeno per la corsa alla poltrona di governatore perché potrebbe darsi che il sanguigno leader campano decida di correre, lui e i suoi, con una propria lista. Ovviamente non con lui candidato presidente: un’eventualità dannosissima per il Partito democratico.
Ma in ogni caso, per Schlein, De Luca non esiste. Il suo candidato, ovviamente concordato con Conte, è da mesi Roberto Fico, un nome che oltre ai deluchiani non piace nemmeno ai riformisti – che in questa regione un po’ contano. Potrebbe in teoria spuntare un nome nuovo, un civico non osteggiato dall’avvocato e gradito da De Luca, una candidatura simile a quella di Gaetano Manfredi a Napoli: il nome che si fa è quello del rettore della Federico II, Matteo Lorito.
Ma Elly deve stringere i bulloni dell’intesa con l’avvocato del popolo, un alleato considerato imprescindibile specie dopo il colpo d’ala della manifestazione romana di sabato scorso. Per questo il nome di Fico, che in questi mesi si è molto riavvicinato all’ex premier, resta forte.
Non è così forte invece quello di Eugenio Giani in Toscana. È praticamente sicuro che in quella regione il Partito democratico vincerà, con Giani o con un altro. Ma esattamente per questo motivo pare che la segretaria voglia dare un segno di novità, appunto, schleiniana, mettendo alla guida della Toscana un esponente a lei vicino: Marco Furfaro, attualmente membro della segreteria, volto televisivo e vicinissimo alla leader del partito.
Conte, che peraltro in questa partita non pesa niente, sarebbe d’accordo: in fondo sono affari del Pd. Via libera anche a Matteo Ricci nelle Marche e ad Antonio Decaro in Puglia, l’unico riformista, peraltro non ostile a Elly, in gara. Obiettivo, vincere in queste quattro regioni, giacché in Veneto c’è poco da fare. Fico, Furfaro, Ricci, Decaro: va bene all’avvocato e alla nuova Ditta schleiniana, lanciata alla conquista del potere.