Una serata di storie, sapori e voci.
Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.
Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.
E adesso? L’eredità di Bergoglio, e la speranza di un nuovo Papa che sappia opporsi al trumputinismo
La morte del Pontefice in quest’epoca febbricitante con un predatore alla Casa Bianca, e con la baldanza criminale dell’imperialismo russo, apre una nuova fase della storia, in cui la Chiesa potrà rilanciarsi come soggetto di opposizione alle forze illiberali
E adesso? Già, in un tempo nel quale tutto si consuma con la rapidità di un fulmine, senza tregua neppure per la consumazione del dolore umano e per la riflessione che necessariamente l’accompagna, le pagine si girano in fretta: anche per provare a colmare lo smarrimento che la morte reca con sé. E dunque la domanda – «e adesso?» – è anche l’appiglio per restare saldi, credenti e non credenti, perché è chiaro a tutti che la morte di Papa Francesco scoperchia un vuoto per la Chiesa e per il mondo, e provare a capire.
Allora ci si chiede se ci sarà un nuovo Pontefice in continuità con Bergoglio oppure no. Alcuni segni sembrerebbero indicare che ci saranno elementi di novità importanti. È ovviamente una questione difficilissima. Il punto da cui partire per qualunque ragionamento che tenga presente il ruolo storico, in qualche modo politico, della Chiesa è guardare allo stato del mondo, mai da decenni così slabbrato, sbandato, sbagliato.
Non si tratta solo – e già questa è una cosa mostruosa – della «guerra mondiale a pezzi», come si espresse Bergoglio nell’ormai lontano 2014, ma dell’assalto da più parti alla razionalità umana e alla dignità dei popoli. Non è questa la sede per riepilogare le piaghe di questa fase storica. Ma è evidente che la fine del multipolarismo e dell’ordine mondiale basato, pur con tutte le sue imperfezioni, sulla ragione, ha portato la violenza e la pratica della sopraffazione ai vertici della politica mondiale: il trumputinismo ne è il frutto più evidente.
Di fronte all’escalation del potere fondato sulla violenza nelle tre grandi potenze mondiali occorre che tutti gli altri oppongano ragione, solidarietà, politica: con il recupero della mediazione, ma anche con la lotta politica e ideologica contro le dittature variamente in campo o le democrazie squassate dall’imperio antilberale.
Non è l’era del Bene conto il Male, di qua o di là, con l’Occidente contro l’Oriente: è più difficile perché le forze anti-illuministe sono ormai ovunque, ma proprio per questo sarebbe auspicabile una Chiesa di battaglia non sotto il profilo dottrinale, che è questione che esula da questo articolo, ma proprio dal punto di vista del suo posto nel mondo in questo drammatico tornante della storia. Ciò significa il recupero di un forte ruolo di mediazione e di protagonismo che superi le istanze populiste che hanno punteggiato il pontificato di Bergoglio, il Papa sudamericano sensibile al grido degli ultimi ma meno a suo agio nel gioco della grande politica.
La discussione sul populismo del Papa argentino è aperta e complessa, e tuttavia è difficile negare che in quella categoria molto sudamericana si celi un nocciolo duro di istintiva avversione verso le élite e dunque verso un sistema che sbrigativamente qui definiremmo liberale e occidentale. Il che lo ha portato in alcuni passaggi a «non comprendere la politica italiana», come disse lui stesso, o neppure a saper giudicare certi fenomeni populisti come quelli francesi degli anni scorsi: un’incompensione verso alcuni aspetti del mondo presente che può averne frenato l’iniziativa se non addirittura ad avergli ispirato valutazioni errate come quella sull’«abbaiare della Nato alle porte della Russia».
C’è da chiedersi se la concomitanza dell’avvento di Donald Trump e della scomparsa di Jorge Mario Bergoglio apra una nuova fase della storia contemporanea, in cui la Chiesa dovrà attingere dal suo enorme patrimonio per rilanciarsi sul teatro del mondo come soggetto di pace e di opposizione alla dittatura russa e alla pratica antidemocratica che sta animando gli Stati Uniti.
Come in altri momenti della storia, un nuovo Pontefice più politico potrà scendere in campo per la libertà mai cosi a repentaglio, in Oriente e in Occidente. La speranza è che un grande Papa come Francesco abbia disposto quanto in suo potere nel senso di poter cogliere questa necessità storica e morale, prima di lasciare questo mondo.