Cinque giorni di lutto nazionale per la morte del Papa non si erano mai verificati, nemmeno per la morte di Pio XXII, di Giovanni XXIII, o di Papa Woytila.

La regola era di solito da uno a tre giorni, senza chiusura delle scuole, o cancellazione di avvenimenti sportivi e di intrattenimento di qualsiasi tipo, cosa che invece questa volta ci è stata riservata, perché evidentemente dobbiamo pentirci di qualcosa.
Togliamo da questa critica ovviamente Papa Francesco, che aveva chiesto, scrivendo in modo chiaro le sue disposizioni, di evitare dopo la sua morte, gesti diversi da quelli che toccano a una qualsiasi persona normale.
Ovviamente di ciò che ha scritto Papa Francesco, e delle sue volontà non glien'è fregato niente a nessuno e hanno costruito e gonfiato questo racconto in stile medioevale, contrario e opposto sia alle disposizioni, che alla natura del Papa stesso. Probabilmente per decisione del governo italiano, che vorrei ricordare è diverso dalla Città del Vaticano che costituisce uno stato a se stante, mentre noi lo ripeto, dovremo essere consapevoli di essere uno stato laico dove vivono milioni di cittadini che si ispirano a una religione diversa da quella cattolica o che di religioni non ne seguono nessuna.
Questo avvenimento comunque ha dato l'occasione per prendere certe decisioni. La Presidente Meloni, ha anzitutto annullato il viaggio previsto tra venerdì e domenica in Uzbekistan e Kazakhstan, per poter partecipare ai funerali del Papa.
Ci sono state indicazioni da parte del governo di "sobrietà" per la celebrazione del 25 aprile, ottant'anni dopo la fine della guerra, che probabilmente senza questo consiglio, avremo celebrato come una festa di canti e balli per strada e con la presenza di comici sul palco.
Ma oltre questo la Meloni ha scelto di cambiare l’agenda dei lavori parlamentari che la riguardavano direttamente.
Oggi pomeriggio era previsto al Senato il cosiddetto “premier time” cioè la Presidente del Consiglio doveva intervenire per rispondere alle domande dei Senatori.
Il regolamento del Senato prevede infatti che il capo del governo risponda al “premier time” almeno una volta ogni DUE MESI.
Ma in questi due anni e mezzo, cioè dall'inizio del suo mandato, la Meloni si è presentata al Senato un unica volta!
Che pensiero gentile quella data scelta da Francesco... e perché non approfittarne??