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Manca un mese alla scadenza del concorso internazionale “Equilibri”, promosso da MdS Editore con il sostegno del Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, di Unicoop Firenze e dell’Associazione Culturale La Voce del Serchio, in un progetto che unisce cultura, territorio e riflessione sociale.
C’è tempo fino al 10 luglio 2025 per partecipare alla seconda edizione del concorso artistico e letterario Equilibri, promosso da MdS Editore, realtà indipendente da sempre attenta alla valorizzazione dei nuovi linguaggi espressivi.

Perché è prevista la sua partecipazione alla manifestazione .....
. . . a dare di balta alla svelta il passo è breve. .....
Possibile che nessuna istituzione Italiana, presidente .....
Notiziola di prima mattina : ai nostri guerrafondai .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Valdo Mori
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di Valdo Mori
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di Valdo Mori
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Arriva piano piano
Si annuncia da lontano
Brontola il cielo
mentre scaccia il sereno
Nuvole arruffate
grigie biancastre
galoppano sostano
si abbracciano
si .....
Buongiorno,
guardiamo se scrivendo qualcosa anche qui, oltre che averlo fatto su PisaToday, qualcosa si possa muovere.

Alla c. a Resp. Servizio .....
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Provare o non essere… questo non è un problema!

27/4/2025 - 20:24


Tanto per cambiare lo status del nostro giornale che sembra di tutto tranne “notizie del Serchio”, mi rifaccio la faccia di raccontare i miei viaggi, a volte avventurosi, di lavoro di mezzo secolo fa (scusatemi ma sono a corto di novità).

Questo che scrivo sembra un film dell’assurdo, ma nel 1969 non c’era tutto il “questo sì questo no” per la sicurezza. Sarà meglio che vada al nocciolo.

Chiamata in servizio all’EUR di Roma per fiera a Varsavia. Arrivo di buon’ora tanto da permettermi una visita a mia zia, sorella di mio padre, che abitava lì vicino. Dopo i saluti prima sorpresa: sciopero dei mezzi pubblici e, come se non bastasse, si mette a piovere!

Ecco il primo degli incredibili fantastici inspiegabili incontri.

Una ragazza che passava mi si avvicina e mi offre riparo sotto il suo ombrello, poi inizia una serie di domande di prammatica ed educazione; dove vai, cosa fai, da dove vieni eccetera ecc. “Sei di Pisa? …io andrò all’università della tua città, perché sei qui?... anche mio padre è un diplomatico e gira il mondo, come ti chiami?... io Cristina Amoroso… e la chiacchierata va oltre al tempo che avevo per poter arrivare a Fiumicino per prendere il mio volo.

Un taxi no, ero senza soldi, pensavo che non mi servissero, ma la ragazza aveva i suoi piani. C’era lì vicino una cabina telefonica e Cristina chiamò suo padre che mandasse un’auto per una urgenza, poi avrebbe spiegato tutto. Un auto blu con autista mi accompagnò all’aeroporto correndo oltre il limite, ma l’aereo per Varsavia era già partito! Niente da fare per la notte e la faccenda si stava complicando. Non so a che titolo l’autista avesse facoltà di parlare per cercare di aggiustare le cose di uno sconosciuto qual ero io.

Si avvicinò un militare, con la divisa di un altro colore, che aveva seguito la discussione e disse che lui poteva risolvere i miei problemi con qualche telefonata. Qui la storia si fa davvero da film di Hitchcock, il militare, era un generale russo, doveva riportare un Tupolev di nuova generazione a Mosca con scalo a Varsavia e poteva darmi “un passaggio”!

Io mostrai il passaporto che era una collezione di timbri di decine di paesi e questo giocò in mio favore, ma erano altri tempi, la fiducia te la dava la “persona” ed io forse ero predestinato. Ve lo immaginate lo stupore di salire su un aereo in prova con ingegneri e militari? E c’è di più: una telefonata alla torre di controllo per sapere se l’aereo da Roma era arrivato e in caso contrario avvisassero che  “avevano loro il viaggiatore perso”!

Un’avventura da non dimenticare!

La fiera di Varsavia però ne avrebbe lasciata una seconda, anch’essa degna di stupore, come questa capitatami qualche sera dopo. La scena (sembra anche questa un film) si svolge in un locale da ballo o da incontro: sono in compagnia di una magnifica mora che parlava italiano come e meglio di me, quando due poliziotti mi chiedono di seguirli in quella che era la loro questura. Susanna, la polacca, chiede il perché ma viene allontanata. Io non avevo nessun timore, ma la cosa ovviamente non mi piaceva, va bene che non ero un ricercato e che la caccia all’ebreo era finita, però con la polizia è meglio non averci a che fare!

Il passaporto mi avrebbe aiutato, ma non lo avevo con me, la lingua diversa divideva ancor di più e un interprete non si trovava. Restava la notte in “galera”!  Arriva l’alba, arriva l’interprete e arrivano le scuse e le “mie” risate! I due poliziotti avevano sentito Susanna che mi chiamava “Umberto”, ero italiano, e loro cercavano un italiano “ricercato” che si chiamava Roberto che era un contrabbandiere che aveva sposato due polacche per avere due passaporti e…era “livornese”.

Fu difficile far capire alla polizia polacca che noi a Pisa si dice: “meglio un morto in casa che un livornese all’uscio” e la cosa finì con un bicchierino, poi una fermata al primo bar e anche al secondo e terzo e il poliziotto che mi abbracciava destando sguardi poco amichevoli dai primi cittadini che erano alle fermate dei bus e che coglieva fiori dalle aiuole comunali per farmene dono! Per scusarsi ancora una volta per la brutta figura che la polizia aveva fatta con me, ricevetti un paio di visite in fiera!

Quindici anni dopo ero diventato un ferroviere, capo gestione alla biglietteria di Pisa centrale. Una mattina, nell’ora di punta del passaggio del rapido per Roma, allo sportello vicino al mio una donna chiese il biglietto e la collega si rivolse alla viaggiatrice chiamandola per nome: “ciao Cristina come stai?”, parole che mi fecero balzare il cuore, ma non riuscivo a vedere bene il volto della donna e alla domanda chi fosse mi fu risposto che era una ragazza di Roma che aveva fatto l’università con lei.

“Si chiamava Amoroso per caso?”.

Alla risposta che sì e come facevo a saperlo non ebbi il tempo di spiegarmi perché volevo correre al binario dove avevano già annunciato l’arrivo. La voglia di rivedere il mio angelo custode era tanta, tantissima, ma il dovere mi tratteneva e quando potei liberarmi il treno stava partendo.

Cara Cristina, quel lontano giorno non ti salutai come avrei voluto ma ti ho pensato per lunghissimi anni e questo giorno sarebbe stato un incontro fantastico, ancor di più di “in due sotto l’ombrello”!  

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7/5/2025 - 13:47

AUTORE:
F.C.

...benevole ti fece incontrare Cristina.. a distanza di anni fu ancora benevole nel non fartela incontrare. Immagina dove saresti andato a abitare..lontano da Migliarino..lontano dagli amici e dal Serchio

6/5/2025 - 10:34

AUTORE:
Paola

caro Umberto, non finisci mai di stupirmi con i tuoi racconti, con le tue avventure che sembrano davvero uscite da sceneggiature di film.
Dai ti prego, continua a scrivere, scrivi tutto quello che ti viene in mente, scrivi i tuoi ricordi che per me sono espressioni di una vita vissuta in altri tempi, in tempi dove la creatività ti invitava a pensare ora per ora e non far programmi.

grazie grazie grazie