Manca un mese alla scadenza del concorso internazionale “Equilibri”, promosso da MdS Editore con il sostegno del Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, di Unicoop Firenze e dell’Associazione Culturale La Voce del Serchio, in un progetto che unisce cultura, territorio e riflessione sociale.
C’è tempo fino al 10 luglio 2025 per partecipare alla seconda edizione del concorso artistico e letterario Equilibri, promosso da MdS Editore, realtà indipendente da sempre attenta alla valorizzazione dei nuovi linguaggi espressivi.
Vuoto di idee - Schlein accusa il governo di avere una linea debole sulla politica estera, ma la sua qual è?
Le posizioni dell’opposizione sul conflitto in Medio Oriente e sugli altri dossier fondamentali sono quanto meno rivedibili, anche perché la segretaria del Pd lascia che siano Conte e gli altri a dare le carte
De-escalation è una bella parola, ma nessuno ha capito come metterla in pratica. Mentre divampa l’ennesima escalation in Ucraina contro la quale non c’è uno straccio di manifestazione, la sinistra accusa il governo di avere una linea debole, subalterna a Donald Trump (ma qual è la posizione reale di Trump? Ieri lui stesso ha detto: «Nessuno sa che cosa farò»). Però non si capisce bene quale sia la linea forte della sinistra sulla guerra Israele-Iran. Alla fine è la stessa del G7 e dell’Unione europea: de-escalation, appunto.
Le opposizioni criticano il governo perché non sa bene che fare, il che è vero, come è vero che a cospetto di questo caos mediorientale è una critica facile. E la sinistra se fosse al governo cosa farebbe? La domanda è lecita tanto più che si vocifera di Giuseppe Conte come possibile ministro degli Esteri in un governo Schlein.
Ma come si sta muovendo, il sedicente avvocato del popolo? Lo stiamo vedendo. Va a una manifestazione come quella di sabato chiaramente sbilanciata contro il cosiddetto riarmo, contro la Nato, contro Israele, e ci va perché pensa di diventare il riferimento elettorale di tutta l’area pacifista compresi i pro-Pal duri e puri che in queste ore si stracciano le vesti per la sorte dei Pasdaran.
Lo stiamo vedendo Conte disertare – lo ha rivelato il Foglio – un pranzo di lavoro organizzato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, uno sgarbo mai visto: e questo dovrebbe andare alla Farnesina? Lo vediamo anche a Bruxelles, il partito di Conte: ieri ha montato un’inutile polemica su una risoluzione sul Pnrr presentata dal socialista rumeno Victor Negrescu. Ecco la storia: in questa relazione c’è la richiesta dell’Europarlamento di prorogare di un anno e mezzo i progetti finanziati dal Next Generation Eu non ancora completati alla data della prevista deadline dell’estate 2026. Il Partito democratico ha ovviamente votato a favore della proroga: «Il Next Generation Eu – ha detto Nicola Zingaretti – si è confermato una spinta all’economia che ha salvato e prodotto milioni di posti di lavoro in Europa: per questo voteremo a favore della proroga di diciotto mesi di questo strumento per evitare che, anche a causa dei ritardi del governo italiano, milioni di investimenti in opere pubbliche nei territori vengano bloccati».
Su questo voto assolutamente ragionevole il Movimento 5 stelle ha votato contro, come fa sempre quando anche lontanamente si allude alla difesa. E su questo, come sempre, il Partito democratico non si è voluto far scavalcare a sinistra, votando contro (tranne Elisabetta Gualmini e Giorgio Gori, assente Pina Picierno) sui due punti in cui compare la parola “difesa”. Ovviamente i dem non si sono fatti scrupolo di votare in dissenso dagli altri socialisti e democratici europei.
Ora, queste sono cose poco minori, non decisive, eppure sintomatiche dell’allergia che i dem provano ogniqualvolta si sfiori l’argomento della difesa. E allora torna una questione decisiva che riguarda l’egemonia che ormai Conte e Alleanza Verdi-Sinistra esercitano sul centrosinistra nella politica estera e di difesa. Il Partito democratico è succube di questa linea antieuropea e anti-Nato, il che non è esattamente un buon biglietto da visita per un partito che si candida con la sua leader (ammesso e non concesso) a governare il Paese. Ma è succube o condivide una politica estera estremista che contrasta con anni di lunga elaborazione europeista della sinistra italiana? Questo sì che sarebbe un chiarimento utile.