Manca un mese alla scadenza del concorso internazionale “Equilibri”, promosso da MdS Editore con il sostegno del Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, di Unicoop Firenze e dell’Associazione Culturale La Voce del Serchio, in un progetto che unisce cultura, territorio e riflessione sociale.
C’è tempo fino al 10 luglio 2025 per partecipare alla seconda edizione del concorso artistico e letterario Equilibri, promosso da MdS Editore, realtà indipendente da sempre attenta alla valorizzazione dei nuovi linguaggi espressivi.
IL PRIMA E IL DOPO.
Non voglio dare lezioni ad alcuno e peso le parole per essere compreso per quello che sono, un oppositore radicale alla destra, italiana, europea e ovunque sia presente nel mondo. In particolare quando si presenta sotto mentite spoglie parademocratiche, come da un pezzo fa la destra. Dunque condivido la fatica che Matteo Renzi sta facendo per cercare di mettere insieme le forze d’opposizione e costruire una alternativa di governo alla sciaguratissima esperienza di Meloni & C.
Una fatica che sta compiendo praticamente da solo, tentando di convincere le forze politiche, che per pigrizia chiamiamo di centro – sinistra, ad una logica di coalizione che non sembrano condividere.Perché ciascuna è convinta di essere più nel giusto dell’altra e, quindi, migliore dell’altra. Ma soprattutto perché ai loro leader interessa arroccarsi nei propri possedimenti, dai quali traggono il po’ di potere che ancora esercitano, quel tanto di merce di scambio che riescono ad utilizzare per riempire una casella marginale nel cruciverba di Meloni.Insomma Renzi si sta comportando come si comporterebbe il leader lungimirante del più grande partito di opposizione che sente la responsabilità di dare un governo democratico ad un paese che sta scivolando lungo il piano inclinato di un autoritarismo sempre più subdolo e soffocante.
Ma ha solo il 2/3%.Vide giusto, Renzi, quando repentinamente collocò Italia Viva, dopo la dura sconfitta elettorale europea, sul fronte del centro – sinistra. Lo fece con la sua caratteristica di navigatore solitario, un pregio e un difetto insieme. Che come in questo caso, ma non in altri se pensiamo all’operazione Draghi, colloca Italia Viva al centro di un campo di forze che la attraggono, per i pregi, e insieme la respingono, per i difetti, lasciandola sempre ferma a quella quota. Largamente immeritata, sia per la qualità alta della proposta politica, sia se confrontata a percentuali superiori di pupazzi prezzolati, disfattisti seriali e velleitari miracolati dall’imbecillità italiota.Per questo Meloni sembra andare avanti tranquillamente, come il capitano del Titanic, assicurata dalla polizza vita di una opposizione che da inutile sembra sempre sul punto di diventare dannosa.Ma qui Renzi, e chi come me ne condivide la visione di una Italia democratica e liberale, ha un problema.Tutti i suoi/nostri critici chiedono di sapere come si faccia a mettere in una stessa coalizione chi è schierato senza tentennamenti con la resistenza ucraina e chi ne chiede il disarmo, la resa e la ripresa dei rapporti commerciali con il macellaio del Cremlino. Oppure come sia possibile condividere una linea di politica estera con chi considera essere la stessa cosa l'opposizione all’esistenza dello Stato di Israele con l’opposizione ad un suo governo pro – tempore. Con chi brucia le bandiere dello Stato ebraico e discrimina i suoi cittadini.
Ma anche come si possa condividere una linea di politica industriale, energetica, ambientale con persone avvezze a pensare ad una economia assistita.Tuttavia credo che non sia questo il principale problema che abbiamo. A differenza di tanti credo che sui punti programmatici di un governo di alternativa sia possibile arrivare a convergere.Il problema politico non è quello, ma il fatto che un insieme così disparato seppure trovasse una intesa programmatica, ammesso che non arrivi dopo una spettacolazione divisiva e controproducente, non credo avrebbe credibilità elettorale presso larghi strati di opinione pubblica preoccupata in larga misura dalle derive estremiste nel campo del centro – sinistra.Vale a dire che il problema non è la tenuta di una siffatta maggioranza “dopo” un esito elettorale positivo, come è gia capitato, ma il fatto che quella formazione non arriverebbe neanche a vincere "prima", tanto la sua eterogeneità non convincerebbe gli elettori.Non è un problema di antipatie o di scontro di personalità. E’ il problema di quelli “che ci azzecco io con Conte agli esteri, Fratoianni alla difesa, Bonelli all’ambiente" Per non parlare di Schlein, la Meloni degli scappati di casa.
Di Calenda e Marattin non parlo per carità di patria.
Dunque il problema che credo abbiamo oggi e non domani, non è che si sfasci tutto dopo, ma è quello che non si vinca prima.E quindi? Se vi sembra che il problema esista, la soluzione non chiedetela a me. Se ce l’avessi mi candiderei a capo del governo. Però uno spunto di lavoro posso darlo: Invece di chiederci ora con chi andare per costruire l’alternativa di governo alla destra, proviamo a cambiare il punto di partenza del discorso chiedendo a tutti chi viene con noi a fare l’opposizione unitaria e vera. Dato che siamo gli unici a farla seriamente e che è ora che la finiscano di fare ognuno la sua corsa separata.
Perché chi si incontra poche settimane prima del voto perde!