Manca un mese alla scadenza del concorso internazionale “Equilibri”, promosso da MdS Editore con il sostegno del Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, di Unicoop Firenze e dell’Associazione Culturale La Voce del Serchio, in un progetto che unisce cultura, territorio e riflessione sociale.
C’è tempo fino al 10 luglio 2025 per partecipare alla seconda edizione del concorso artistico e letterario Equilibri, promosso da MdS Editore, realtà indipendente da sempre attenta alla valorizzazione dei nuovi linguaggi espressivi.
Che fare? Schlein congela il Pd, ma si avvicina la resa dei conti con i riformisti
La Direzione del partito è rinviata al 20 luglio, ma cresce il malessere della minoranza (tranne Bonaccini). Dopo il flop al referendum si rischia una spaccatura, e non è detto che la segretaria sia contraria
La Direzione del Partito democratico non si terrà prima del 20 luglio, cioè, tanto per capirci, a un mese e mezzo dai referendum che malgrado tutte le capriole dialettiche e contabili hanno costituito una sconfitta sonora. Mentre la politica viaggia da un capo all’altro del mondo in due secondi, è un tempo irragionevolmente lungo. Tra l’altro, non c’è bisogno di spiegarlo, la situazione internazionale richiederebbe un punto fermo nell’analisi e nelle decisioni da prendere. Se l’idea del gruppo dirigente e del presidente del partito Stefano Bonaccini è quella di diluire i tempi puntando a una riunione balneare è probabile che facciano male i conti. Perché il nervosismo c’è. E, se non trova un qualche sfogo, la situazione è destinata a peggiorare, come ha fatto capire Lia Quartapelle: «Il Pd è l’unico partito strutturato in Italia, il che implica anche vivacità democratica. Certo, se gli organismi dirigenti si riunissero quando serve (per esempio per una valutazione del voto), ci sarebbero meno interviste. Se si soffoca il dibattito interno, questo poi emerge altrove».
In effetti è tutto un fiorire di interviste. Pina Picierno parlando con Domani ha osservato che «nel Pd ormai zero confronto. Il rischio è che diventi un club ideologico». Lorenzo Guerini in una dettagliata intervista alla Stampa ha praticamente rifatto la linea di politica estera del partito. Ieri sul Corriere un personaggio ormai fuori dal giro, ma attento a ciò che si muove, Luigi Zanda, ha detto che «i partiti sono stati trasformati in movimenti comandati da leader che parlano per slogan. Anche il Pd è caduto in questa trappola», che non è esattamente un omaggio a Elly Schlein. Anzi, la segretaria è definita apertis verbis «senza carisma», come pure Giuseppe Conte: forse un indizio, e non sarebbe il primo, che in certe aree del Partito democratico si comincia a pensare che tra i duellanti Elly e Giuseppi forse è meglio pensare a un terzo uomo (da notare che i nomi che girano sono tutti maschi).
La richiesta di tenere una riunione della Direzione, ormai l’unico posto dove si può discutere, essendo la segreteria, che pure non si riunisce mai, quasi monocolore, era stata avanzata formalmente dalla riformista Simona Malpezzi diversi giorni fa e probabilmente non a titolo personale.
L’irritazione dei riformisti per la gestione accentratrice del partito da parte di Schlein e del suo gruppo ristretto è crescente, di pari passo con le perplessità o l’esplicito dissenso sulla linea politica ritenuta schiacciata su Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni. Per cui è assai probabile che in Direzione la pattuglia dei riformisti metterà nero su bianco la propria critica alla segretaria, anche votando contro la sua relazione. Sarebbe un atto che tra le altre cose sancirebbe la rottura della minoranza con Stefano Bonaccini, che a sua volta finora non ha mostrato intenzione di rompere con la leader, tutt’altro. Soprattutto, si sancirebbe la spaccatura del partito, per la prima volta in modo così formale da quando Elly Schlein guida il Pd.
La segretaria ha comunque molti giorni per evitare il patatrac, se vuole. Il che non è detto: potrebbe trovare utile una chiara scesa in campo della minoranza, per batterla meglio.