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Una serata di storie, sapori e voci.

Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.

Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.

Mi dicono di non guardare certe trasmissioni e infatti .....
E invece elezione confermata, spiace.
. . . . visto che ormai va a votare meno della metà .....
. . . della destra, esasperando i propri elettori, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il dolore intimo,
intenso, straziante,
che paralizza,
quello totalizzante che
lacera l'anima e il corpo,
lo spirito e la mente,
che smarrisce, .....
Nessun colpevole, per quel povero ragazzo che si e tolto la vita a causa del bullismo, chi sapeva ha taciuto e non vuole responsabilita; dico questo .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Il mio momento del “ora basta!”

23/9/2025 - 7:14

Il mio momento del “ora basta!”

Il mio momento del “ora basta!” è avvenuto molto tempo fa, quando mi trovavo sul posto di lavoro.

Ero una di quelle donne che si dedicavano anima e corpo, sempre pronte a sacrificarsi, facendo straordinari e cercando di accontentare tutti, soprattutto il mio datore di lavoro esigente.

 

Ogni giorno, mi impegnavo al massimo, mettendo tutta la mia attenzione, energia e tempo in quello che facevo. Un giorno, però, è successa una cosa che ha cambiato tutto. Il mio capo, in un momento di frustrazione ingiustificata, mi ha fatto un rimprovero che non solo era immeritato, ma anche eccessivo. In quel momento, ho sentito un’ingiustizia profonda che mi ha colpita come un fulmine.

Le lacrime sono scese spontaneamente dai miei occhi e, dopo aver terminato il turno con il cuore pesante, sono tornata a casa travolta da un turbamento insopportabile, tanto da pensare di licenziarmi. Nella notte, ho fatto un sogno inquietante che mi ha spinta a riflettere.

 

Al risveglio, mi sono resa conto che dovevo chiudere quel capitolo della mia vita. Ho quindi chiesto un incontro con il mio dirigente per comunicargli che, nonostante il mio impegno e la mia dedizione, quel richiamo era stato troppo pesante per me. Gli ho spiegato che da quel momento in poi avrei lavorato solo durante l’orario previsto, senza più straordinari e che non avrei accettato richieste che eccedessero il mio contratto.

 

Se desiderava, poteva anche licenziarmi; ma quello che volevano davvero era rispetto in ogni interazione. Da quel giorno, c’è stata una svolta. Il mio datore ha iniziato a riconoscere il valore del mio lavoro e io ho smesso di rubare tempo prezioso alla mia famiglia e ai miei figli.

 

Oggi, continuo a lavorare nella stessa azienda, ma con una nuova consapevolezza e con una dignità nuova, con la certezza che quel “basta” è stato un atto di amore per me stessa.


Adele Di Giulio



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