Una serata di storie, sapori e voci.
Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.
Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.

Sono già quattordici anni che Giorgio Casini non è più tra noi lasciando un grande vuoto nel teatro amatoriale pisano e non solo.
Autore, attore, regista per anni colonna della Brigata dei Dottori, ha seguito varie compagnie amatoriali, ha collaborato alla rivista del vernacolo e delle tradizioni popolari Er Tramme.
Attivo nelle varie associazioni che si occupavano sia dello spettacolo, come l’Accademia della Sembola, l’Università della Terza Età.
Ha collaborato inoltre con vari gruppi teatrali come Il Crocchio Goliardi Spensierati, l’Atiesse, l’Alambicco, Il Portone, La Tartaruga, gli Skiantos.
Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricevuti ricordo quello del Tramme nel 2002l e dal Circolo Artistico e Letterario La Soffitta.
Giorgio Casini arrivava in questo o quel paesino “per fissare la piazza”,
come lui stesso diceva, con in tasca il suo prezioso "libriccino"
contenente i numeri di telefono dei responsabili dei teatri e delle feste paesane della Toscana.
Non c’erano ancora i telefoni portatili né internet e le date per le rappresentazioni della Brigata dei Dottori ,si determinavano per telefono o addirittura concordando lo spettacolo da un anno all’altro.
Dagli anni 50 fino agli anni ’90 La Compagnia era sulla cresta dell’onda e non mancavano certo le richieste di recite tanto che, specialmente nel periodo estivo, era difficile avere un fine settimana libero da impegni teatrali. Ogni ingaggio era attentamente valutato da Giorgio che, oltre a essere un preciso contabile, era soprattutto attore, autore , regista oltre che organizzatore.
Quando iniziai a recitare insieme a lui nel 1983 Giorgio aveva già 30 anni di attività alle spalle con la Brigata dei Dottori avendo debuttato il 1° gennaio 1953 a 26 anni recitando a Firenze nella parodia delia Traviata.
Dal dopoguerra a metà degli anni ’70 il duo Pinori - Podestà fu protagonista di una meravigliosa stagione teatrale, dopodiché le redini della Compagnia passarono a Giancarlo Peluso che insieme a Atos Davini, Enzo Fiori e lo stesso Giorgio Casini porteranno il teatro vernacolare pisano a ulteriori gratificanti traguardi.
Alla compagnia si unirono un gruppo di giovani che rimarranno poi sulla scena per molti anni ancora: Roberto Birindelli, Fabrizio Primucci, Antonio Masoni, Leonardo Begliomini, Walter Meocci, e ancora Marco Geri, Gianni Lucchesi ed io stesso.
Giorgio nel 1954 ebbe l’onore di interpretare il ruolo del protagonista Dreino nelle ultime repliche di Macèrie in quanto le precarie condizioni di salute di Domenico Sartori non gli consentivano più di calcare le scene. Macèrie è stata la pietra miliare del vernacolo pisano scritta nel 1945 subito dopo la liberazione e la fine della guerra.
All’attività artistica di attore e di autore Giorgio si occupava anche di raccogliere le memorie storiche goliardiche del passato. Rimangono di fondamentale importanza i due libri pubblicati da Il Portone del Prof. Stefano Sodi negli anni ’90. I due volumi sono esposti al Museo della Goliardia di Bologna.
SIAMO UN CROCCHIO DI BRAVI RAGAZZI
Presentazione di Giulio Allamandri, altro rappresentante storico della letteratura e del teatro vernacolare pisano, che tratteggia con cura le opere di Giorgio e il suo modo di comunicare.
Giorgio stesso in una nota introduttiva in chiave comica presenta il suo lavoro terminando con queste profetiche parole: “E fra quarant’ anni un altro che non si chiamerà Giorgio Casini, confinerà a tediarvi con i suoi “secondi quarant’anni”: di siuro saranno un po’ piu meglio dè mia. Per intanto, puppativi ‘vesti ‘vi !”.
Nel piccolo libro Giorgio ci narra dei viaggi, delle classiche recite di una volta (La Traviata, La Francesca da Rimini) dei ritardi , degli imprevisti e tanti, tanti curiosi e a volte comici aneddoti.
BIMBE DI PISA – Il teatro goliardico pisano – Copertina di Enrico Fornaini – Presentazione di Stefano Sodi.
E’ una raccolta di testimonianze narrate da vecchi attori sia del Crocchio Goliardi Spensierati che della Brigata dei Dottori. Bimbe di Pisa è infatti la stessa sigla iniziale che le due compagnie cantano all’inizio di ogni spettacolo con solo il volto fuori dal sipario.
Il primo importantissimo contributo è quello di Gilio Allamandri che cerca di fare chiarezza sulla vita delle de compagini. Infatti il titolo è: Il Crocchio Goliardi Spensierati e La brigata dei Dottori: due vite parallele”.
Oltre a Giorgio ci sono le testimonianze di: Roberto G. Pierotti, Renzo Vettori, Francesco Patti, Luigi Poli, Giovanni Cioni. E qui un ricordo particolare per Giovanni Cioni, mio professore di Educazione Fisica negli anni ’60 presso l’I,T,I, di Pisa con il quale si parlava spesso anche di temi sociali e del teatro popolare.
Da segnalare che, in questo libro, il Mencacci ricorda l’articolo pubblicato il 5 maggio 1950 sul Corriere d’Informazione a firma O.V. (Orio Vergani) che ripropone l’episodio della partecipazione di Indro Montanelli alla recita di una Francesca da Rimini. Argomento interessante, se ne occupò anche la rivista Toscana Qui, ma è un episodio controverso del quale ho già scritto unitamente a Lorenzo Gremigni sulle pagine della rivista Er Tramme. (n° 2 anno 2020).
Giorgio chiude il volume raccontando la Brigata post-goliardica.
Agli inizi degli anni ’80 una sua commedia Febbre di ‘alore fu messa in repertorio dalla Brigata dei Dottori. Il titolo parafrasava le numerose Telenovelle allora molto in voga nelle maggiori reti televisive. Io la vidi a Perignano e percepii uno strano sentimento tra gli attori e un certo smarrimento tra il pubblico. La trama scorreva ben, i personaggi credibili ed originali, mancava la presa sullo spettatore abituato alla travolgente comicità delle battute nelle commedie del Peluso. Dopo solo tre repliche la commedia fu abbandonata
Con la Brigata ei Dottori ha portato il vernacolo pisano in giro per l’Italia da Amalfi a Maranello (Modena) alla Bussola domani di Bernardini, a Mantova, a Vicenza vincendo un concorso di teatro amatoriale a carattere nazionale che il giornale di Vicenza così recensì: L’arguzia toscana vince ancora”.
Durante i miei 12 anni di attore ho condiviso con Giorgio oltre che il palcoscenico le prove, la vita della compagnia, i problemi organizzativi. Inoltre, come per altri giovani attori, la casa di Giorgio era il luogo delle prime letture dei copioni e delle prime prove di recitazone.
Mi sono sempre divertito con Lui, e ho imparato i trucchi per superare vuoti di scena, porgere al meglio le battute alle nostre primedonne Cesira e Coomba o al nostro briao fisso Otello, rispondere a tono e superare l’impasse se uno spettatore buontempone commentava a voce alta durante la rappresentazione.
Nelle numerose serate estive che ci portavano in giro per la Toscana avevo spesso l’occasione di viaggiare con lui e fu proprio durante un rientro dal La Rufina che mi parlò di una commedia in vernacolo che stava scrivendo dal titolo La Porverina. Il tema era già, attuale parlando anche se in chiave comica, di droga. Quando la vidi rappresentata dagli Skiantos di Alfonso Nardella ebbi la conferma che Giorgio era anche un buon autore comico-brillante.
Attendo ai nuovi mezzi di comunicazione e consapevole della loro potenzialità, Casini arrivò ad avere sulle piattaforme Internet 24 copioni fra commedie, atti nici, monologhi tutti originali e di attualità. Con orgoglio mi mostrava i documenti SIAE che certificavano le rappresentazioni di compagnie locali in tutta Italia delle sue commedie, dalla Lombardia alla Puglia.
Tra questi testi mi piace ricordarne un monologo in particolare che attirò subito la mia attenzione : Il Trombone . Racconta la vita di un vecchio attore con una grande carriera alle spalle, dei suoi ricordi belli che si contrappongono ora alla triste realtà odierna che vede il vecchio leone in attesa di una nuova opportunità. Cerca ancora di combattere e di trovare nuovi slanci di vita. Prova il tono della voce ed i gesti per prepararsi al meglio al colloquio che, spera, lo porti ancora su quella scena da lui tanto amata e che ancora sogna di calcare.
Un personaggio che adesso, che anch’io sono giunto alla fine della mia carriera artistica apprezzo e condivido ancora di più immedesimandomi in questo vecchioTrombone
Altra commedia di successo sono Amore strippam e Vernaolando.
Qest’ultimo presentato come “Un gran bailamme del vernacolo pisano di tutti i tempi, un vero zibaldone utile anche come canovaccio per rappresentazioni didattiche del nostro vernacolo.
Ebbi l’occasione di vederlo in una calda serata estiva nel cortile della Sapienza e verificai il buon lavoro che Giorgio sapeva fare con i gruppi giovanili In questo caso l’Attiesse di Vecchiano.
Giorgio lasciò la Brigata nel 1995. In quei giorni il Maestro Alberto Fremura stava disegnando il manifesto che in seguito sarà la locandina ufficiale della Compagnia. Io frequentavo da tempo Fremura e tenevo i collegamenti tra gli attori da raffigurare ed il Maestro.
Nella Torre sul mare a Calafuria ero di casa e ho raccontato e scritto delle mie visite in varie occasioni sulla rivista Er Tramme e su queste colonne.
Sperando che l’addio di Giorgio rientrasse pregai il Maestro di traccheggiarsi ed aspettare a terminare il disegno. Fremura mi disse “ Guarda qui accanto alla manopola della radio sul mobiletto c’è posto per aggiungere un volto”. Ma il ripensamento non ci fu e quella radio rimase spenta !
Un motivo che contribuì all’addio alla Compagnia dove aveva recitato con successo e soddisfazione per ben 42 anni, fu il contrasto con li altri membri del gruppo sulla necessità di dare vita ad una Brigata dei Giovani.
Pensando al futuro Giorgio voleva gettare le basi per far proseguire la cultura del nostro vernacolo sempre più assediato dalle nuove influenze linguistiche sia nazionali che internazionali e quindi sempre più difficile a dargli ina vita propria.
Oltre alla nuova compagnia voleva istituire una scuola per insegnare le nostre tradizioni non solo vernacolari ma anche storiche, linguistiche, artistiche.
Giorgio lavorava in un negozio situato in Piazza dei Miracoli e sia il portamento che la conoscenza del inglese lo portavano a curare particolarmente i rapporti commerciali ma anche quelli umani. Caratteristiche che poi riproponeva con attori, agenti teatrali, giornalisti presentando nel migliore dei modi la Compagnia per la quale operava in quel momento.
Chiudo questo parziale ricordo di Giorgio, utilizzando le frasi con le quali saluta i suoi lettori del libro Siamo un Crocchio di brai ragazzi” dove emerge bene il carattere dell’artista che pensa al futuro ma che vede tutto anche on la giusta ironia.
“ “E per il futuro ‘ Cosa c’è dietro l’angolo ? Tutti si affrettano ad arzigogolare previsioni più o meno catastrofiche. Nel mio caso, restando in ambito teatral-vernacolo, se mi venisse chiesto : “Cosa ci sarà detro la ‘antonata ?” risponderei : “ Ci sii un po’ ‘osa gni pare. Basta che un ci sii una bua cèa !...
Ciao Giorgio !
Foto 1 – Giorgio Casini nel personaggio di Arturo “capo di ‘asa che ‘un comanda nulla”
Foto 2 – Dedica autografa del gennaio ’93 a Valdo Mori : “A Valdo quasi una ‘irrealtà’ umana d’ entusiasmo e dedizione, in un mondo di egoismi e materialismo. Con tanta, tanta simpatia.”
Foto 3 – “Siamo un crocchio di bravi ragazzi” - Quarant’anni con la Brigata dei Dottori – Il Portone – 1993 – Presentazione di Giulio Allamandri
Foto 4 – “Bimbe di Pisa” – Il teatro goliardico pisano – a cura di Giorgio Casini – Il Portone – 1994 – In copertina IlCampano disegno a china di Enrico Fornaini