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Una serata di storie, sapori e voci.

Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.

Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.

Mi dicono di non guardare certe trasmissioni e infatti .....
E invece elezione confermata, spiace.
. . . . visto che ormai va a votare meno della metà .....
. . . della destra, esasperando i propri elettori, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il dolore intimo,
intenso, straziante,
che paralizza,
quello totalizzante che
lacera l'anima e il corpo,
lo spirito e la mente,
che smarrisce, .....
Nessun colpevole, per quel povero ragazzo che si e tolto la vita a causa del bullismo, chi sapeva ha taciuto e non vuole responsabilita; dico questo .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
BASTA!

6/10/2025 - 9:23



Basta. Esco  e me ne torno a casa mia.


Ho circa dieci anni e frequento la scuola elementare Armando Diaz di Coltano intorno agli anni cinquanta.

Classe mista di maschi e femmine e multipla: terza, quarta e quinta insieme con un solo maestro. In una altra stanza una maestra tiene la prima  e la seconda insieme. I maschi erano ovunque più numerosi. C’erano figli  e figlie dei contadini e dei pastori della zona e, come nel mio caso, di qualche dipendente della stazione radio Marconi distrutta da poco dai tedeschi. Il maestro spesso ci dava dei compiti da fare e se ne andava a parlare a lungo con la maestra della classe accanto: erano giovani…….In classe allora si scatenava il pandemonio.

 

Alcuni ragazzi facevano a lotta tra di loro,  chi cercva di rubacchiare le merende e alcuni più azzardosi si interessavano a noi bimbe. Ci tiravano le trecce, ci davano i pizzicotti sul sedere e i più audaci, magari in due o tre, cercavano di guardarci sotto le gonnelle fino a sbirciare le tanto fantasticate mutandine. Fermarli era impossibile.

 

Nessuno faceva i compiti; infatti non si imparò nulla e quando mi preparai per l’esame di ammissione alle medie che allora era obbligatorio dovetti imparare tutto da capo. Di questa situazione mi lamentai e babbo mi disse che la prima volta che rimanevamo senza maestro potevo tornarmene a casa. Poi ci avrebbe pensato lui. Mia madre non prese interesse a questo mio problema. Covai questa possibilità per un bel po’ finché un giorno arrivò la famigerata goccia che mi fece dire dentro: basta; ora esco e vado a casa. E me ne andai.

 

Io allora di molestie sessuali, di stupri, di vagine, di imeni non sapevo nulla ma sentivo con chiarezza di voler custodire quelle mie parti più gelosamente delle mani, dei piedi e di tutto il resto. Era quel  mistero di come eravamo fatte noi bimbe là sotto  che affascinava  quei ragazzini.

 

Decine di anni dopo il Femminismo ci fece gridare nelle piazze Il corpo è mio, me lo gestisco io….ma allora, da piccola, fu solo una cosa non ragionata, istintiva. Era già la mia anima femminista che stava prendendo forma? Non credo.

 

Non cercai di creare alleanze con le altre bambine tra le quali era anche mia sorella che non prese parte alla mia rivolta. Non andai a cercare il giovane maestro per riportarlo  da noi, in classe, al suo lavoro; non  avevo alcuna coscienza dei miei  diritti di alunna bambina di quello che sarà poi l’impegno che mi vedrà  partecipe alle tante iniziative per una istruzione di base per le bambine di tutto il mondo.


Basta, non mi dovete più toccare con quelle manacce, smettetela di guardarmi sotto le gonnelle. Basta, e  uscii.


Matilde Baroni



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18/10/2025 - 9:17

AUTORE:
AUTRICE Giuseppina

Quando aver detto un BASTA ad un rapporto insopportabile è costato la vita. Ancora una volta il 25 novembre penseremo insieme in tante a come uscire VIVE da le trappole che avevamo sottovalutato.Mai isolarsi mai.

7/10/2025 - 14:47

AUTORE:
AUTRICE Antonella Marazzi

Più che un commento, questa è la storia della mia esperienza di bambina a scuola e fuori. Sono nata a Roma e ho frequentato classi solo femminili all'asilo, alle elementari e alle medie. Poi il liceo con l'incontro con i maschi. Debbo dire che non sono mai stata molestata come Matilde. I nostri rapporti intersessuali, avevo infatti amici e parenti maschi con cui giocavo in casa e fuori, sono sempre stati improntati al rispetto reciproco, anche se indirettamente le curiosità sessuali si avvertivano. Ricordo solo che dopo il menarca mi crebbe il seno e quando andavo a scuola a piedi da sola qualche ragazzo mi fischiava o diceva frasi di apprezzamento, che io non gradivo affatto, ma a cui non rispondevo. Poi, da più grande mi capitò di urlare BASTA!!. Io ero al liceo e tornavo a casa in autobus con mia sorella più piccola di me di quattro anni. Io avrò avuto 16-17 anni. Mi accorgo che le si mette dietro un individuo abbastanza giovane che comincia a strusciarglisi dietro tanto che ha una eiaculazione. A quel punto piena di ira, cominciò a gridare "Basta non ti vergogni, sei un grande sporcaccione, allontanati da mia sorella". Lui non disse niente e neppure si spostò come se ciò che aveva appena fatto fosse un suo diritto. Ci spostando noi. Mia sorella non aveva neppure capito bene cosa era successo. Era troppo piccola. Nessuno, assolutamente nessuno, né maschio né femmina, di quanti erano in autobus, reagì, neppure verbalmente, il mio Basta non era stato avvertito, non aveva provocato reazioni. Fu questa la cosa che mi sconvolse di più: sentirmi sola nella mia reazione, nella mia piccola battaglia di difesa femminile. Le donne mute e imperscrutabili. Doveva essere il 1966. E ora qualche piccola riflessione. Ora non prendo più gli autobus e vivo in un piccolo paese. E mi auguro che le donne, tutte le donne oggi abbiano il coraggio, l'ira e la rabbia per reagire alle molestie. Spero che il femminismo, di cui sono stata e sono ancora militante, almeno sia servito a costruire il coraggio delle donne. Non di tutte però, purtroppo, visto il grande e sempre crescente fenomeno dei femminicidi. Insegnamo da madri e da nonne alle nostre figlie e nipoti a imparare a riconoscere la violenza maschile non solo negli estranei, ma anche negli amici, fidanzati e mariti. E soprattutto a sentire il diritto di dire Basta!! E andarsene, aiutate, si spera dalle istituzioni, che spesso sottovalutano le violenze familiari, come se i mariti avessero il diritto di possesso sulle loro donne e dunque anche il diritto di picchiarle e ucciderle. Ma sta a noi donne portare avanti le nostre battaglie e dire appena possiamo i nostri Basta! in casa, sul lavoro, per strada, ovunque ci capiti di essere molestate in qualsiasi modo. Nessuno farà le nostre battaglie al posto nostro. Impariamo a difenderci e a gridare alto i nostri BASTA!!