Una serata di storie, sapori e voci.
Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.
Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.

Beni confiscati alla criminalità organizzata in Toscana, Mazzeo: "Affidarli a comuni, associazioni ed enti del terzo settore. Dalla Toscana una legge nazionale”
La proposta del candidato Pd nel collegio di Pisa durante una diretta Facebook con Maurizio Pascucci, responsabile nazionale beni confiscati per la Fondazione Caponnetto, Sonia Luca, assessore del Comune di Pontedera e Francesca Mori, coordinatore provinciale di Avviso Pubblico.
"Sul tema della confisca dei beni alla criminalità organizzata la Toscana fa tanto ma dovrebbe fare di più.
La democrazia passa anche dal fatto di saper combattere l’illegalità e il mio impegno politico è nato proprio dalle stragi mafiose del 1992, da quella voglia di non restare semplici spettatori.
Sono 671 beni confiscati in Toscana, tra immobili e aziende, di cui 63 in provincia di Pisa con 13 procedimenti giudiziari in corso.
Dietro questi beni ci sono storie di violenza e illegalità, ma la possibilità concreta di trasformarli in luogo di rinascita per le comunità locali è importantissima.
Il rischio più grande è farli diventare luoghi di abbandono e inefficienza, anche come Regione dovremmo contribuire a farli rivivere, luoghi da cui far nascere coesione sociale, lavoro, comunità.
Abbiamo cercato di dare delle risposte e la creazione dell’Osservatorio sui beni confiscati alla criminalità organizzata in Toscana, che ho voluto fortemente, è andata proprio in questa direzione.
La criminalità organizzata, purtroppo, in Toscana continua a esserci: non è più quella che uccide ma si avvicina a persone e imprese in difficoltà e agisce lì.
Troppi beni oggi restano bloccati nei depositi giudiziari in attesa della sentenza e penso sia necessario, a fronte di una giustizia troppo lenta, affidare in forma temporanea a comuni, associazioni ed enti del terzo settore questi beni per dare subito vita e utilità a ciò che oggi resta fermo.
Sarebbe bello se la Toscana, insieme ad altre regioni, contribuisse a scrivere una legge nazionale per realizzare questa proposta.Il bene confiscato finisce nel fondo unico della giustizia e credo che quelle risorse debbano tornare invece a sindaci e comunità, perché la criminalità organizzata danneggia anzitutto i territori e le comunità. Penso alla tenuta agricola di Suvignano, sequestrata proprio da Giovanni Falcone, che ho avuto modo di visitare più volte: penso che sia un modello produttivo e un laboratorio di economia pulita da migliorare e valorizzare sempre di più.
Per cui grazie a Libera, Fondazione Caponnetto, Avviso Pubblico e a tutte le realtà che lavorano quotidianamente nel sanare le lacerazioni causate dalla criminalità organizzata nel tessuto sociale in ogni angolo d’Italia.
La Toscana non abbasserà mai la testa ed è pronta a fare la propria parte in prima linea.
Qui la memoria di Falcone, Borsellino e di tutte le vittime della criminalità organizzata non vive solo nelle parole, ma anche nei fatti".