Una serata di storie, sapori e voci.
Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.
Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.


UNA GRANDE NOVITA’ POSITIVA.
La strage Jihadista del 7 ottobre ’23 fu pianificata dall’Iran per impedire la firma del Trattato di pace, la così detta Pace di Abramo, tra Israele e Arabia Saudita, che avrebbe isolato irrimediabilmente il regime sanguinario degli Hayatollah. L’Iran, attraverso Hamas, voleva provocare la tragica reazione di Israele che, spinto dalle sue correnti politiche più estremiste, è caduto nella trappola tesagli, nonostante gli inviti del mondo a guardarsene dal farlo.Nessuno ricorda l’invito di Biden dell’8 ottobre? “Non fate l’errore che abbiamo fatto noi in Iraq!”.
Ma Netanyahu, anche puntando sulla guerra per prolungare il suo potere insidiato dalla magistratura e dalla protesta di massa degli israeliani, non ha seguito quel consiglio e ha agito, come meglio non avrebbero sperato i terroristi di Hamas, in modo da isolare Israele, facendo emergere tutto l’antisemitismo represso dalla destra o nascosto nell’inconscio di certa sinistra. Questo fino a ieri. Il Piano di Pace siglato ieri è un passo storico, perché contiene la novità più importante degli ultimi 100 anni: il riconoscimento di fatto, al quale seguirà quello di diritto, dello Stato di Israele da parte dei 22 Stati della Lega Araba. Ad eccezione dell’Iran tutti gli Stati a maggioranza musulmana, non solo quelli mediorientali, ma anche dell’Asia e dell’Africa, non perseguiranno più l’obbiettivo di cancellare Israele e gli ebrei dalla Palestina, come hanno sostenuto per decenni, dichiarandogli tutte le guerre e fomentando tutti i terrorismi.Questa è una assoluta novità in grado di produrre la svolta storica della pacificazione che si attendeva da prima del 1948.Ora bisogna attuare la prima fase del Piano: la restituzione di tutti gli ostaggi, lo scambio coi prigionieri arabi, la piena assistenza dei gazawi, il disarmo e l’esilio di Hamas, il ritiro dell’IDF dalla Striscia di Gaza. Tutto assai delicato, una mossa sbagliata può compromettere tutto.Per questo motivo c’è da chiedersi che senso abbia insistere con manifestazioni di piazza nel momento in cui si è raggiunto un punto assai vicino ad una pace duratura, negoziata con la stessa Hamas.
Ci sono ProPal di professione preoccupati di perdere posto e reddito? Saranno "vittime" della pace.In ogni caso è giusto procedere per fasi. Anche perché nei lavori per programmare la seconda fase, la ricostruzione fisica di Gaza e quella istituzionale dello Stato di Palestina, Hamas non dovrà intervenire.Il popolo arabo di Palestina sarà rappresentato in un primo tempo da un governo “tecnico”, con personalità occidentali e palestinesi, per lasciare in seguito il potere all’ANP da riformare e rieleggere.Per quel poco che ne so credo che sia nell’interesse della pacificazione che il popolo palestinese, di Gaza e Cisgiordania, sia rappresentato da leader riconosciuti, prestigiosi e non legati ad Hamas. In grado, cioè, di guidare il processo di pace e di nascita dello Stato di Palestina in collaborazione con la Lega Araba e l’occidente.
A quanto leggo da anni quell’umo potrebbe essere Marwan Barghouti, il più prestigioso dirigente dell’Olp, nemico di Hamas e dell’Iran, rinchiuso da anni in un carcere israeliano .Sembra che Israele, che non se lo ritrova - ovviamente - negli elenchi di Hamas, non intenderebbe scarcerarlo.Farebbe bene, invece, a riflettere sul fatto che Barghouti potrebbe esercitare un ruolo positivo nell’attuazione del Piano di Pace come forse nessun altro leader arabo - palestinese.Posso sbagliarmi, la mia è una semplice opinione fatta in base a quanto si pubblica in Europa.Se il problema è quello del pregresso penale di Barghouti credo si possa superare come è stato superato, non solo per il passato, ma anche preventivamente, con la promessa della grazia presidenziale per Netanyahu che credo, maliziosamente, sia stato uno dei punti che ha sbloccato il si del governo israeliano al Piano di Pace..
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