Una serata di storie, sapori e voci.
Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.
Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.


UNA ORGANIZZAZIONE TERRORISTA CHE SA DI AVERE COPERTURE DIVENTA PIÙ AUDACE
Un terrorista che sa di avere professori, giornalisti e scrittori pronti a giustificarlo diventa inevitabilmente più audace. Non ha più bisogno di nascondersi: gli basta che l’Occidente “progressista” riscriva la narrazione al suo posto. Così Hamas, organizzazione che nel proprio statuto predica la distruzione di Israele e l’uccisione degli ebrei, è diventata per molti “resistenza armata”. Israele, invece, non è più lo Stato democratico sorto da un voto dell’ONU, ma un presunto “colono occupante”. Una mistificazione culturale che ha ribaltato vittime e carnefici.
Le parole, oggi, sono armi potenti. E contro Israele sono state sparate le più pesanti della storia: genocidio, carestia e apartheid. Tre termini che evocano tragedie reali, ma che in questo contesto vengono usati impropriamente, con intento politico più che con rigore storico.
Genocidio?
Il genocidio è l’annientamento sistematico di un popolo per motivi etnici o religiosi. Israele non ha mai perseguito la distruzione del popolo palestinese. Al contrario: ha ritirato truppe e coloni da Gaza nel 2005, lasciando ai palestinesi la possibilità di autogovernarsi. Hamas, invece di costruire scuole e ospedali, ha costruito tunnel e depositi d’armi. Gli scontri tragici che seguono agli attacchi del 7 ottobre non sono un piano genocidario: sono una guerra, con colpe e limiti, ma non un progetto di sterminio.
Carestia?
La carestia è una tragedia che si misura in milioni di morti per fame. A Gaza non si muore per mancanza di cibo dovuta a un piano deliberato, ma per la gestione criminale di Hamas, che sequestra gli aiuti, ruba carburante e impedisce la distribuzione. Israele, pur in guerra, ha continuato a consentire il passaggio di convogli umanitari. La sofferenza civile è enorme, ma non è “carestia indotta”.
Apartheid?
L’apartheid era un sistema legale di segregazione razziale, imposto dallo Stato sudafricano. In Israele, gli arabi votano, siedono in parlamento, studiano nelle università e lavorano negli ospedali accanto agli ebrei. Criticare le politiche di un governo è legittimo, ma paragonare Israele al Sudafrica dell’apartheid è un insulto alla verità storica e alle vere vittime di quel regime.
L’errore più grave dell’Occidente non è la critica, ma la complicità semantica. Usare parole sbagliate per coprire il terrore, scambiare Hamas per libertà, Israele per oppressione. È così che il terrorismo trova legittimità.
E un terrorista che sa di avere coperture ideologiche, non teme più nulla.
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