Quanta poesia in questo caco mordicchiato, becchettato,
degustato
da questa splendida Cincio-allegro pasciuto, appagato!
Carissimo pennuto
a te la natura ha insegnato
come assaporare al meglio un caco...
uno di quelli resilienti sul ramo,
pazienti, vogliosi di incamerare
il sole
per poi trasformarlo in colore e sapore
Tu mio caro uccellino che non sei abituato
a rifornirti al supermercato,
voli costantemente alla ricerca
di un frutto,
vivendo senza sprecare:
mangiucchi quella dose giornaliera
che ti sazi fino a sera.
Ebbene da te dovrebbe imparare
questa generazione "straniera"
di economia domestica,
a non sperperare, sciupare, dissipare...
senza alcun rispetto del lavoro.
Lode a te piccolo splendido capolavoro!

Ma che buongustaia che sei
Cincia mia bella!
E quant'è gustoso questo pomo, questa palla
dalla pelle liscia,
molle e polposo,
giallo-aranciato
e rossastro se maturo...
allora sì che si va sul sicuro!
Frutto antico poco conosciuto
dalle generazioni giovani
perche' poco remunerativo
e quindi
meno commercializzato...
pensare quanta gente ha sfamato!
Ti confesso Cincia cara
di essere più vorace di te,
più ghiotta, e così...
avendone rivevuti in dono una mezza dozzina...
me li sono divorati quasi tutti
dal pomeriggio alla mattina!
Perche' i cachi hanno la pelle delicata
che si scalfisce e si screpila facilmente,
e la polpa purtroppo tende a inacidire...
Così prima di farli marcire,
me li sono scattivati e
trangugiati avidamente!
Ma non senza assaporarne la polpa
zuccherosa, molliccia, viscida, golosa.
Per chi ha la pazienza d'aspettare, i cachi rimasti sulla pianta,
sono uno spettacolo che incanta,
inoltre diversamente dagli altri frutti,
migliorano parecchio ai primi freddi,
perche' la pelle indurisce, diventa resistente
e la polpa ancora più saporosa e interessante.
In questo periodo invece, si può trovare mezzo-acerba,
che avvolge la lingua, annoda, allega, allappa...
ma tu hai "il becco fino" sai benissimo come si pappa!