Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi. Il ricercare informazioni e documenti ha richiesto un grandissimo impegno per Franco, ricompensato dall'interesse dimostrato dai lettori, decisamente significativo.
La delegazione indiana di Slow Food a Vecchiano
Vecchiano - Ricevuti anche a Vecchiano i due rappresentanti delle comunità del cibo indiano che in questi giorni sono in visita in Toscana nella zona dei Monti Pisani.
Ieri pomeriggio il sindaco di Vecchiano Rodolfo Pardini e l'assessore allo Sviluppo economico Federico Meini hanno accolto nella Sala Riunioni del Comune una delegazione indiana composta da Selvam e John, accompagnati da Fabrizio Marcacci, coordinatore della condotta Slow Food del Monte pisano.
Selvam è coordinatore del Curcuma Food Producing della Erode Region situata nel Tamil Nadu dell'India; John è invece direttore di Keystone, un gruppo sempre del Tamil Nadu che cura iniziative per lo sviluppo ambientale.
Si è trattato di un incontro in cui i partecipanti hanno confrontato le politiche agrarie italiane e quelle indiane: la delegazione era molto curiosa di capire quali fossero le fonti di finanziamento dell'agricoltura organica italiana. A tale domanda gli amministratori vecchianesi hanno risposto che le sovvenzioni agricole giungono da enti diversi dal Comune, e cioè dalla Provincia e dalla Regione.
Il sindaco e l'assessore hanno poi spiegato agli ospiti stranieri quale sia il concetto di azienda agraria in Toscana e come gestiscano l'attività agricola i coltivatori locali. Selvam e John hanno infine espresso grande soddisfazione per l'accoglienza ricevuta dalle Amministrazioni del Monte Pisano, tra cui quella vecchianese appunto, ed hanno affermato che tali Enti contribuiscono ad un ritorno all'agricoltura vecchio stampo, libera cioè da alcuni deleteri condizionamenti causati dall'industrializzazione e dalla globalizzazione.