Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
Il consiglio comunale di San Giuliano ha approvato nei giorni scorsi la consulta degli stranieri. La "consulta degli stranieri" è un organismo di partecipazione che serve da ponte tra la società civile e l’amministrazione. Ha diritto di parola nel consiglio comunale e nelle commissioni consiliari su argomenti di sua competenza; alla fine dà un parere non vincolante, che però viene menzionato nelle decisioni. Si aggiungerà a quella del volontariato (che conta 70 membri), delle pari opportunità, dei giovani e dello sport.
SAN GIULIANO.
Sono poco più di 1500 (esattamente 1511) gli stranieri residenti nel comune termale. In pratica quasi il 5% dell’intera popolazione sangiulianese è composto da cittadini provenienti da altre nazioni; un dato significativo se si considera che nel comune non ci sono aziende o industrie tali da attrarre manodopera straniera.
La maggioranza sono donne (825 contro 686 maschi); gli albanesi i più numerosi (oltre 500), seguono poi i rumeni, polacchi e marocchini. Presenti anche cittadini sudamericani e 11 provenienti dal Senegal. Ovviamente stiamo parlando di residenti a tutti gli effetti e quindi con regolare contratto di lavoro; per quanto riguarda le attività svolte, gli albanesi sono quasi tutti impiegati in imprese edili o di carpenteria, mentre i marocchini in agricoltura. Le donne, rumene e polacche soprattutto, si occupano di assistenza alle famiglie. Stranieri ben integrati nella comunità sangiulianese tanto da accogliere con entusiasmo la costituzione della "consulta", il cui regolamento istitutivo è stato votato all’unanimità nei giorni scorsi dal consiglio comunale.