Oggi è deceduto Oliviero Toscani.
Era ricoverato presso l'ospedale di Cecina per l'aggravarsi della sua malattia, l'amiloidosi, malattia rara e incurabile.Rimane la sua opera rivoluzionaria nel mondo della fotografia.
Lo ricordiamo con le parole di Paola Gavia, che ha avuto il privilegio di conoscerlo e di essere fotografata da lui per una campagna mondiale
SAN GIULIANO - Il Gruppo "Salviamo l’Acquedotto Mediceo di Pisa" con oltre 1700 Cittadini aderenti, costantemente attivi per la salvezza dell’Acquedotto Mediceo di Pisa che è parte del SITO UNESCO DI PISA ed a protezione di tutto l’ambiante agricolo paesaggistico del padule che ne è parte essenziale.
Espongono qui le proprie osservazioni su l’impatto disgregante a danno dell’Acquedotto e di tutto il territorio protetto, se fosse realizzata la Superstrada a nord-est di Pisa.
Nel Comune di San Giuliano Terme è in fase di approvazione la variante urbanistica che darà il via libera alla fattibilità urbanistica della tangenziale nord est. Secondo i piani, questa nuova arteria, dal costo di 60 milioni di euro, in parte finanziati dalla Regione Toscana, dovrebbe fluidificare la direttrice Cisanello-SS1 con una nuovo passaggio a nord, liberando così la città da gran parte del traffico veicolare. I benefici di quest'opera sono però effimeri mentre i danni arrecati saranno di gran lunga più rilevanti.
Siamo intanto sicuri che la tangenziale possa risolvere i problemi di traffico? La decisione di costruire quest’opera si basa su un paradigma, divenuto purtroppo un modo di dire ormai datato e storicamente smentito dai fatti, cioè che per decongestionare del traffico veicolare sia sufficiente realizzare una nuova strada, piuttosto che potenziare il trasporto pubblico ottimizzando parallelamente i sistemi di rete esistenti.
Purtroppo, la costruzione di strade non ha mai risolto il problema in maniera definitiva: interventi di questo tipo infatti tendono ad incentivare il trasporto privato, riversando sulle strade molte più automobili di quante inizialmente programmate. Questo vanifica del tutto, già nel medio termine, i benefici iniziali e ripropone su scala amplificata il problema del traffico.
Poi nello specifico dell'opera lo studio su cui si basano le proiezioni sui volumi di traffico (e che, a detta dei tecnici, giustificherebbero l'opera) risalgono al 2006, anno in cui la viabilità era molto diversa, ed erano basati su un'unica simulazione effettuata per la fascia oraria 7:30-9:00. Anche senza essere uno statistico è facile capire come il traffico veicolare di un unico giorno non possa essere considerato rappresentativo rispetto a quello che scorre durante il resto dell'anno. Gli stessi studi citati riportano anche il fatto notevole che nella stessa fascia oraria il flusso veicolare non ha avuto incrementi.
Per completare il quadro è bene aggiungere che la nuova strada sarà utilizzata perfino da numerosi mezzi agricoli (essenzialmente trattori) che, visto il posizionamento del tracciato, potranno usarla per spostarsi tra i campi. Quali saranno i loro effetti sulla 'fluidificazione' del traffico è facile immaginarlo.
Un altro problema che appare rilevante è il contributo potenziale che questa tangenziale darà all'espansione urbanistica: la campagna, tagliata in due dalla nuova strada, sarà facile preda della speculazione edilizia, la quale finirà per richiamare ulteriori quote di traffico, riproponendo quindi le medesime condizioni che avevano determinato la richiesta della tangenziale stessa. Il problema della cementificazione del territorio è peraltro uno degli elementi a torto più sottovalutati.
La campagna non è soltanto un bel paesaggio da guardare dal finestrino dell'automobile, ma è una condizione imprescindibile per mantenere la qualità della vita della popolazione. Il vantaggio di un paesaggio ben conservato va oltre quello effimero di spostarsi più velocemente da una parte all'altra della città.
Cementificare significa ridurre la capacità del terreno di assorbire l'acqua con il conseguente rischio di esondazioni (ne vediamo le recenti conseguenze in Veneto), significa ridurre la capacità di rigenerale le falde acquifere, significa incrementare il rumore e l'inquinamento, significa alla lunga trasformare la campagna pisana in un unica, sterminata periferia fatta di reticoli di strade e circonvallazioni, capannoni e centri commerciali.
Il pessimo uso del territorio è peraltro una peculiarità tutta italiana.
Gli altri paesi europei hanno adottato, già da molti anni, leggi urbanistiche proprio per limitare o addirittura azzerare i consumi di suolo: basta vedere quanto ordinate siano le campagne francesi o come siano ben delimitate le zone edificate della vicina Germania.
I comuni toscani, a cui la Regione delega la tutela paesaggistica, dal 1999 al 2003 hanno perso 169 mila ettari di territorio a causa del cemento per case, stabilimenti industriali e infrastrutture, con un’erosione del 10,2 per cento della sua superficie, dato superiore alla media italiana (9,5 per cento).
Una volta cementificato, il suolo è compromesso per sempre, venendo meno quello scambio con gli agenti esterni (acqua, aria, luce) che ne garantisce la fertilità. Così, mantenendo l'attuale politica urbanistica, in meno di 50 anni buona parte delle zone naturali limitrofe saranno scomparse e la campagna pisana sarà diventata un'enorme e monotona periferia. È davvero questo che vogliamo?
L’ultima considerazione, ma non per questo meno importante, riguarda la scellerata decisione di creare un sottopasso per far transitare la tangenziale sotto l'Acquedotto Mediceo. Questa è l'ennesima dimostrazione della scarsa attenzione con cui trattiamo il nostro patrimonio culturale, all’indomani dei crolli di Pompei. L'acquedotto, costruito tra il 1588 e il 1613, ha portato l’acqua sorgiva caduta sui Monti Pisani alle fontanelle cittadine per oltre tre secoli.
Oggi versa in uno stato di conservazione pessimo. Molte aree sono abbandonate a sé stesse, senza alcun intervento, fino a vederne compromessa la stabilità statica in alcuni punti, numerosi archi hanno una pendenza che arriva a 12° e presentano vistose crepe. Nella completa indifferenza delle istituzioni locali e nell'imminente prospettiva di cedimenti, l'unico restauro degno di nota è quello effettuato gratuitamente dall'Istituto Tecnico Industriale "Leonardo da Vinci" di Pisa (i cui laboratori sono stati recentemente dismessi proprio dalla Regione Toscana) all'interno del progetto "La Scuola Adotta un Monumento".
Ci viene spesso ripetuto dalle Amministrazioni locali che la bellezza della Toscana risiede nell'incantevole patrimonio paesaggistico e nell'ineguagliabile bellezza dei suoi monumenti. Bene, la tangenziale riuscirà nell'arduo compito di assestare un duro colpo ad entrambi: comprometterà la già precaria stabilità dell'acquedotto e degraderà il valore ambientale della campagna limitrofa.
Concludendo appare evidente che la scelta delle amministrazioni comunali di dare il via libera alla costruzione della tangenziale rientra quasi esclusivamente in una politica di potenziamento indiscriminato della rete di trasporti su gomma, inquinanti ed inefficienti o nel caso migliore in un’errata valutazione della complessità dell’intervento.
Questa decisione è in completa contraddizione con l'attenzione sbandierata dalla stessa amministrazione pisana sui temi dalla mobilità sostenibile e produce un duplice effetto negativo: da un lato si scempia prezioso territorio pensando ingenuamente di risolvere il problema; dall'altro, si compie l'errore di favorire ed incentivare il trasporto privato utilizzando risorse economiche altrimenti destinabili ad un più lungimirante potenziamento della mobilità sostenibile.
Come dire che da una parte si invitano i cittadini a lasciare a casa l'automobile, dall'altra si costruiscono nuove strade e non si investe nei mezzi pubblici e si continua a spostare automobili e non persone.
Il Comitato per l'Acquedotto