Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
COMUNICATO
No alla sperimentazione-farsa della valutazione delle scuole medie a Pisa
PISA - "Alcuni giorni fa è stata annunciata la sperimentazione in due "fortunate" province selezionate : Siracusa e Pisa sulla "valutazione delle scuole medie a fronte di particolari risultati". La dichiarazione del Ministro, assieme alla promessa di elargizione di risorse alle scuole pisane "virtuose" qualora rientrino nei parametri di "merito" indicati e valutati da una commissione interna affiancata da un team ministeriale, intendono indurre la categoria ad accettare la sperimentazione e, in prospettiva, a cadere nella truffa della nuova struttura salariale con una parte sempre più ampia veicolata in base al cosiddetto merito e alla valutazione dell’istituto.
Ancora una volta, dopo la sperimentazione dell’autonomia, la provincia di Pisa è nuovamente al centro della sperimentazione ministeriale: il premio, che verrà attribuito alle scuole (15-20% delle scuole di una provincia) con minore dispersione scolastica e migliori risultati -testati tramite INVALSI!. e che, a loro volta, le scuole attribuiranno ai docenti più "meritevoli" (circa il 25% del personale), è il "cavallo di Troia" per abbattere le residue resistenze ad una gerarchizzazione della categoria. Le prove Invalsi rappresentano uno strumento strutturale e decisivo nella direzione della privatizzazione della scuola italiana e stravolgono quella che storicamente è stata la funzione della nostra scuola pubblica.
Esse si basano su una prova oggettiva asettica che annulla la soggettività non solo dell’alunno ma anche dell’insegnante. La standardizzazione delle prove Invalsi è nemica della didattica di qualità flessibile, individualizzata, che tiene conto dei diversi contesti. Le prove non misurano né la buona didattica né il buon insegnante e scientificamente sono un fallimento. L’esperienza della loro applicazione ci dice che vengono penalizzate soprattutto le scuole di periferia con un’utenza di estrazione sociale più bassa, quelle con bambini diversamente abili e casi problematici e/o con una maggiore presenza di figli di migranti. Occorre perciò rifiutare questa sperimentazione-farsa, rigettare la proposta indigeribile del Ministro Gelmini non partecipando al concorso a premi e a questa assurda competizione tra le scuole ed esigere che i "risparmi" derivanti da tagli agli organici e agli stipendi non siano utilizzati per dividere la categoria, ma vengano restituiti a tutte le scuole e a tutti/e i/le lavoratori/trici, docenti e ATA, precari e "stabili."
Guia Giannessi docente scuola media RSU Cobas