L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
Dai! Usciamo di casa e andiamo all’Arsenale...
Incontrai Liliana Cavani un sabato sera e vidi il suo “Galileo” ormai introvabile. Ricordo benissimo dove Gillo Pontecorvo parlò per più di un’ora e tutti noi in platea incantati. Ho ancora gli appunti della splendida lezione del professor Maurizio Jacono, che sembrava avesse intuito la mia ignoranza, prima della proiezione del film “Matrix”. Ricordo il posto in cui ho visto alcuni film della Rassegna Europacinema brillantemente introdotti dalla professoressa Sandra Lischi. In quella piccola sala mi toccò il fascino discreto e intelligente di Luciana Castellina che, tra tante cose, presentò il documentario “Di me cosa ne sai” sul cinema italiano degli anni ’70, allora tanto importante e oggi tanto in crisi. E poi una sala gremitissima con Nanni Moretti produttore e Valia Santella per il film “Te lo leggo negli occhi”. Proprio lì Gabriele Salvatores venne con Diego Abatantuono per “Mediterraneo”, poco prima dell’Oscar del 1992. E alle cinque di una sera di giugno del ’91 un fuori programma con Pedro Almodovar arrivato per ricevere il premio Pisa.
Conosco il luogo dove ho incontrato questi e altri registi importanti nel panorama internazionale. A Pisa, in Vicolo Scaramucci n° 4, al Cineclub Arsenale. Aperto il 20 gennaio 1982, la festa di compleanno dell’Arsenale è rimandata a febbraio (forse il 10), ci sarà anche Nanni Moretti a festeggiare questo splendido trentenne. Nonostante le difficoltà, l’Arsenale c’è sempre con la sua programmazione di qualità: quattro film al giorno (più di 200 l’anno), incontro con registi, cinema muto con accompagnamento musicale dal vivo. Tanti appuntamenti impensabili nelle altre sale, organizzati in collaborazione con l’Università o con Associazioni, le proiezioni la mattina con il coinvolgimento delle scuole (6000 bambini nel 2010) e il pomeriggio con gli anziani rendono l’Arsenale un centro per la formazione culturale dei cittadini.
Qualche sera della settimana spegniamo la tv dove il cinema viene a noi (purtroppo) e andiamo lì se vogliamo vedere pellicole che vanno oltre l’intrattenimento e i circuiti ufficiali. Solo se ci mettiamo tutti in fila davanti alla biglietteria, una fila chiassosa che si estende nel vicolo, una fila calma che esce fino in via San Martino e aspettiamo il nostro turno per prendere la tessera Arsenale 2011 con il comico dal volto triste, possiamo togliere il Cineclub pisano dai guai bancari e finanziari aggravati dai tagli all’editoria. Mi sembra bello mantenere in vita con i nostri spiccioli (la tessera costa 5 euro) questo strano e curioso gingillino, questa piazza pisana col grande schermo e punto di incontro intergenerazionale. Un angolo di mondo che va ben oltre Pisa, per esempio su Facebook si è costituito in pochi giorni un gruppo con circa 2000 persone che sta discutendo sulla chiusura dell'Arsenale; per una lettura più attenta dei messaggi di solidarietà provenienti da tutta Italia rimando all’indirizzo “Non vogliamo i titoli di coda!”:
http://www.facebook.com/pages/Cinema-Arsenale/47168548604
Frequento l’Arsenale con regolarità: d’inverno quasi ogni sabato sera; d’estate al Giardino Scotto o al Parco della Pace di Pontasserchio. Anche quest’anno ho rinnovato la tessera. Ne ho acquistate altre quattro da regalare. Ho anche acquistato dieci biglietti d’ingresso. Qui è cominciata la mia educazione cinematografica. Quando cala il buio in sala, l’Arsenale mi risucchia, mi lascio travolgere dal flusso di immagini e la mia poltrona diventa un rifugio a stanchezza e delusioni. Quando scorrono i titoli di coda esco più ricco di storie e di emozioni, imbocco via San Martino, a volte incontro qualche amico e mi fermo a discutere in una pizzeria sul film visto. A casa leggo le schede dei film che mi coinvolgono e mi impressionano tantissimo e da questa frequentazione ho imparato molto. L’Arsenale è uno spazio culturale bellissimo, talmente bello da sembrare un film a colori, ma qui e ora c’è una realtà in bianco e nero assai più reale, come dice Wim Wenders, anche lui di passaggio in Vicolo Scaramucci.
IN PROGRAMMA DOMENICA 16 GENNAIO (ore 15,30 - 18,30 - 21,30)
NOI CREDEVAMO di Mario Martone che tratta alcuni aspetti della lotta combattuta per l’unità d’Italia.
Nota
Mi ha aiutato a ricordare Simonetta Della Croce e a fotografare Massimo Ceccanti. E ora li ringrazio. In cerca di storie e di immagini ci si perde e ci si trova.