L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
INTERVENTO
Risposta alla Lettera aperta a Simone Cioli
VECCHIANO - Ringrazio Simone Cioli per la lettera appassionata e animata da spirito costruttivo. Simone Cioli è stato proposto da molti delegati del Partito Democratico, per assumere la responsabilità di segretario, in una consultazione che mi ha visto coinvolto personalmente, e che mi ha portato ad essere eletto segretario sulla base di un accordo politico, extra regolamento, che ha visto anche l'elezione diretta del vicesegretario.
Ricordo questi fatti per richiamare l'attenzione sul fatto che la costruzione del partito e degli organi dirigenti a Vecchiano è stato un percorso poco burocratico ma ispirato invece a trovare una soluzione e un assetto a un partito che fa della diversità una ricchezza. Il percorso per individuare la candidatua a Sindaco è stato condotto dal gruppo dirigente con grande senso di responsabilità e di ricerca di equilibrio. Non è stato un percorso facile, e non esente da difficoltà. Al di là delle procedure e delle regole, che fra l'altro noi a Vecchiano siamo stati i primi ad infrangere, conta il senso di appartenenza.
La lettera che scrivi è molto bella proprio perchè delinea una appartenenza diversa da quella che concepisco io. Delinea un partito fatto solo dalla periferia e senza un centro, un luogo, uno spazio aperto di discussione, di passione civile, dove convenire e confrontarsi, un luogo di partecipazione, ma senza un luogo della decisione; un luogo, consentimi una citazione classica, dove le assemblee siano deliberative, dove cioè si parla con l'orologio davanti. Il partito diffuso, tutto perferia, senza centro, è un luogo bellissimo, al quale guardo come obbiettivo da raggiungere, ma che non si contrappone ad un'altra visione del partito, a me più congeniale, dove le persone sono al servizio dell'organizzazione, e dove la partecipazione è prima di tutto responsabilizzazione di una scelta.
Non trovo difficile leggere nelle tue righe la feroce critica di Orwell all'organizzazione totalitaria sovietica. Al potere centrale del partito che come un Grande Fratello controlla il popolo, in questo caso democratico. Una suggestione alla quale resta difficile sfuggire. Ma che risulta anche molto forzata, anche se nella storia di molti di noi, ci sono tessere o voti al Partito Comunista Italiano. Un grande partito che ha scritto la Cosituzione con altri partiti e tradizioni, che ha Governato in anni difficili, che ha espresso in questi anni in molte parti d'Italia figure oneste di grandi amministratori. Un tradizione di pensiero di impegno, e mi rifereisco sempre al Partito Comunista Italiano, che negli anni ha legato questa grande esperienza a modalità organizzative nuove. Perchè i partiti sono organismi vivi e rappresentano lo specchio della società che li esprime.
Il Partito Democratico è stato la più grande innovazione nel quadro politico degli ultimi vent'anni – scriveva nella mozione congressuale Bersani – una grande innovazione che però è stata solo comunicazione, senza corpo, senza organizzazione. Solo l'organizzazioneè in grado di trasforma le passioni e le idee in azioni, l'organizzazione trasforma l'intuizione in interventi. E l'organizzazione è fatta di organismi dirigenti.
La costruzione del Partito Democratico è un compito collettivo, aperto al contributo di tutti, ma che non può ospitare tutti; penso che i nostri percorsi possano convergere, che non siano esclusivi, e che si possa costruire una classe dirigente a partire dal basso, come abbiamo fatto noi. Incontrandoci come delegati del Partito e parlando con un unico obiettivo, quello di trovare la soluzione che rappresentasse tutte le nostre sensibilità e dove tutti trovassero delle garanzie. In questo senso condivido in pieno le parole del nostro segretario provinciale quando, citando Cesare Damiano ricorda come “Lo scontro è benefico se porta ad una sintesi di maggioranza da tutti riconosciuta come vincolante”. E ancora: “Il nemico è l'ambiguità, l'indeterminatezza, la fumosità delle schermaglie, il falso unanimismo di facciata. Tutto questo opacizza il nostro profilo.”
L'abbiamo fatto come delegati del Partito democratico, delegati appunto a rappresentare la sintesi migliore e più unitaria delle - per nostra fortuna - diverse visioni dei deleganti, che poi sono gli iscritti e i simpatizzanti. Se non siamo riusciti ad accontentare tutti ce ne assumiamo la responsabilità, ma solo le sintesi di posizioni diverse rendono un partito, un partito davvero democratico. PS La lettera pone anche il problema della qualità del gruppo dirigente, che è un'altra questione, sulla quale senz'altro avremo modo di confrontarci.
Massimo Marianetti
Segretario Unione Comunale del Partito Democratico di Vecchiano