Pensavo erroneamente che la figura alla Emilio Fede fatta dal segretario del Partito Democratico sangiulianese Matteo Cecchelli con la sua uscita, molto infelice, sulla presenza di due poliziotti al gazebo della Lega , fosse dovuta al giovane ardire, poco ponderato, di un esponente del PD locale ed invece sembra che la malattia individuata da Emilio Fede si stia propagando nelle file zingarettiane. Sindrome da gazebo della Lega, con annesso DOC, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni, sembra aver infettato anche la deputata del PD Lucia Ciampi che attacca il governo per la presenza e l'impegno delle forze dell'ordine ai gazebo leghisti.
Non intendo assolutamente prendere le difese della Lega, ma cerco di usare quel poco di materia grigia, ormai ai minimi storici, che mi è rimasta per un'analisi il più possibile imparziale.
Se il prefetto, il questore o il comandante dei carabinieri, le principali tre figure deputate, in primis, alla tutela dell'ordine e della sicurezza sul territorio provinciale non attuassero alcune azioni atte a sconsigliare ed eventualmente a bloccare possibili/improbabili (?) azioni di disturbo fatte da un qualsiasi gruppo di individui, sia con attacchi verbali che materiali, a coloro i quali hanno chiesto, secondo norma, di svolgere una pacifica manifestazione politica, si potrebbero rendere responsabili di inadempienze o di insufficiente capacità di tutelare l'ordine pubblico. Per fare un gazebo, come Cecchelli insegna, bisogna chiedere l'autorizzazione, che una volta concessa consente di svolgere l'evento nei tempi e nel luogo fissato, che piaccia o no.
Mi vien da ridere quando leggo che l'esponente del PD Lucia Ciampi dichiara che forse Salvini ha paura che i presidi della Lega possano essere anche oggetto di pacate e civili contestazioni. Queste dichiarazioni non sono degne nemmeno del miglior ragionier Ugo Fantozzi, ma la signora non demorde e da astuta deputata del PD per dimostrare la sua equilibrata sete di giustizia, deposita un'interrogazione parlamentare sull'argomento. Vai avanti te che a me scappa da ridere.