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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

#NotizieDalComune #VecchianoLavoriPubblici #VecchianoSport
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Pisa, 17 marzo
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Comune di Vecchiano
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Vallo a far capire al cavolo riscaldato e garzone ritornato .....
. . . lo diceva anche il grande Totò che è la somma .....
. . . . e Calenda Carlo ha rimasto solo. . .
. . .....
. . . in tv c'era uno che diceva che tanti elettori .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Qui si discute su: La morte dei Centri Commerciali

In risposta a: del
La morte dei Centri Commerciali
AUTORE: Broncolini Coopperland
email: -

1/12/2010 - 13:58

I luoghi dello shopping sono specchio e anima della nostra quotidianità. Rappresentano il modo con cui ci relazioniamo con le altre persone, con gli oggetti, con l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Parlare di shopping significa parlare della nostra società. Disegnare i luoghi di aggregazione e del commercio significa disegnare gli spazi entro cui queste relazioni diventano possibili.
Il tema che voglio proporre qui è quello della morte dei centri commerciali, ossia del precoce invecchiamento di quelle strutture – di solito a forma di “scatoloni” – che, atterrate sul territorio, deturpano il paesaggio, rendono la viabilità della zona un incubo e, almeno sino a un po’ di tempo fa, rappresentavano lo standard socialmente accettabile di destinazione del tempo libero e delle risorse finanziarie di giovani e anziani.
I centri commerciali di mezza Europa stanno morendo. Diminuiscono il numero delle presenze e i fatturati, e si accorcia il ciclo di vita.
Un centro commerciale mediamente oggi diventa vecchio dopo pochi di anni dall’apertura o nasce già con difficoltà.
Si impone la necessità di capire le cause di questa tendenza e comprendere verso quale evoluzione questo format si sta spostando.
- sicuramente la saturazione del territorio, e la sovrapposizione dei centri commerciali sullo stesso bacino di utenza, rende più difficile sostenere la competizione;
- le offerte dei cc sono sempre più uguali tra loro e comunque poco innovative. I brand rappresentati sono gli stessi – poche le novità – e non sono diversi da ciò che offrono anche un centro cittadino o un aeroporto;
- la sovrapposizione territoriale e la mancanza di differenziazione fanno sì che la frequentazione sia ormai basata sul vicinato più che sulla capacità di attrazione. Questo fatto riduce i margini economici ma cambia anche profondamente le esigenze riguardanti il mix di offerta e la capacità di soluzione. Viene inoltre ridefinita la dimensione ottimale del centro commerciale;
- ultimo elemento: lo shopping, a causa della crisi economica, è sempre meno un motivo di attrazione per le persone che, anzi, si stanno muovendo verso una maggiore pianificazione e sostenibilità degli acquisti e rifuggono l’impulso.
In sostanza sempre più raramente lo shopping è pura occasione di intrattenimento e aggregazione e sempre più funzionalità. Si evidenzia una contraddizione difficilmente risolvibile: da un lato solo operatori commerciali riescono a sostenere i costi di affitto di un cc ma questi fanno sempre più fatica a funzionare da “locomotive”, dall’altro lato le offerte non o meno commerciali (ad esempio quelle legate alla socialità e all’intrattenimento) non riescono a produrre sufficiente reddito e a creare circoli virtuosi consistenti per le attività commerciali.
Insomma, il format del centro commerciale sembra essere completamente da ridisegnare o abbandonare. Senza dubbio meglio rivivere le piazze: queste ci hanno sempre accompagnato da diversi secoli.
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In risposta a: La morte dei Centri Commerciali del 1/12/2010 - 13:58
PAROLE SANTE
AUTORE: simone7002
email: [protetta]

1/12/2010 - 18:05

L'analisi è esatta anche se tali organizzazioni sono in grado di reinventarsi i ruoli e rinascere dalle loro stesse ceneri.
Stà al consumatore stabilire come vuol spendere i suoi soldi e stà nelle istituzioni educare i cittadini ad una spesa consapevole in rispetto dell'ambiente, volta alla produzione ridotta di rifiuti e se possibile col minor impatto per l'ambiente, il territorio e la salute.
A conti fatti, in un regime virtuoso che porti al ritorno di piccoli centri commerciali naturali (le vecchie botteghe), il risparmio di denaro pubblico oggi impiegato a risolvere disastri ambientali, smaltimento dei rifiuti e cura da malattie connesse al traffico, all'uso intensivo di sostanze conservanti negli alimenti, di antiparassitari e concimi chimici nei terreni, val la pena anche a costo di un lieve rincaro dei prodotti stessi, peccato che a tutt'oggi, la pubblicità e l'idustria del consumo ancora non l'hanno capito, ma sopratutto i nostri governi sono accecati ancora dal luccichio delle monete derivate dalle speculazioni edilizie per la costruzione di nuovi centri di spesa deturpando irrimediabilmente il territorio e favorendo i disastri ambientali che di questi tempi animano la cronaca e finanziano l'industria della perenne emergenza.
----------------  RISPONDI





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