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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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In risposta a: del
SE L'ALTRO SIAMO NOI
AUTORE: Francesco Tagliente (da fb)
email: -

29/2/2020 - 8:52

Cari Amici,
A proposito di CORONAVIRUS
vi propongo la lettura di questo contributo del socio nazionale dell’Associazione Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana(ANCRI)

Il Commendatore Pietro Pietrini è uno psichiatra, neuroscienziato, Direttore della Scuola IMT Alti Studi Lucca.
L’articolo è stato pubblicato oggi su Avvenire, in terza pagina con richiamo in prima.
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SE L'ALTRO SIAMO NOI

“Questi giorni in cui l'essere più piccolo dell'Universo - un virus per l'appunto - domina il nostro pianeta in ogni angolo dello spazio e del tempo, offrono lo spunto per considerazioni di diverso genere. Tra il consueto propagarsi, anch'esso virale, delle fake news e la sparizione della fiducia nell’esperto, rimpiazzata dalle immancabili critiche e granitiche certezze che ognuno ha su quello che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto e viceversa - che ricordano i discorsi da bar del lunedì mattina, se non fosse che ora al bar non ci va più nessuno - tra tutte ve n'è una che ha un che di nuovo, ancorché di antico.
Ora che il piccolo virus, ignaro o incurante di confini regolati da trattati, demarcati da limiti geografici e persino da muri, sprezzante di bellezze artistiche, realtà produttive, feste e tradizioni, rapporti sociali fa quello che un virus fa per sua natura, girare il mondo intero come il vento, ora che, a furia di invocarlo come obiettivo da parte di improvvida propaganda partitica, siamo finalmente primi in Europa, ci accorgiamo che vacillano certezze che fino a ieri sembravano incrollabili. Un dato di fatto così radicato che neppure ci ha mai sfiorato l'idea che non potesse essere che così: ci siamo noi e ci sono gli altri. L'altro è tutto ciò che non siamo noi. L’altro è chi viene da fuori. L’altro è chi è per qualunque motivo diverso: chi prega un Dio differente. Chi non la pensa come noi. Chi non ha il nostro stesso orientamento sessuale. È davvero forte la convinzione baricentrica del Noi: basti pensare alla dicotomia tra “comunitario” ed “extra-comunitario”, tra “residente” e “migrante”, tra “casa nostra” e “casa loro”, in cui nozioni relative vengono indebitamente assolutizzate, come se ciascuno di noi non fosse extra-comunitario, migrante e lontano da casa a seconda delle persone e dei luoghi con cui si rapporta e in cui si trova a vivere.
Dietro a queste parole si annida una xenofobia multiforme, che assume di volta in volta sembianze diverse: etnica, religiosa, culturale, economica, geografica e così via. Questa xenofobia è l'espressione di un’attitudine che, se il termine non si prestasse a fraintendimenti, potremmo chiamare “etero-fobia”, paura di tutto ciò che è altro e diverso. Per carità, la paura dell'altro, di ciò che è diverso, ha le sue ragioni, che affondano radici nella notte dei tempi. Se la biologia non ci avesse dotato della capacità di distinguere prede da predatori, consimili da estranei, verosimilmente non saremmo qui oggi. Ma quelle della biologia sono ragioni che la Ragione oggi conosce e può comprendere. Invece, in molte parti del mondo, compreso il nostro Paese, c’è chi fa leva proprio su questi meccanismi ancestrali per rinforzare la paura e la discriminazione.
È bastato un piccolo virus a far dissolvere la nostra granitica certezza come neve al sole. L'altro ora siamo noi. Siamo noi i migranti che nessuno vuole, siamo noi che veniamo respinti alle frontiere, scansati negli aeroporti, rifiutati nei resort. Un che di nuovo, ma anche di antico: ci erano già passati i nostri nonni e bisnonni che arrivavano, spinti da disperazione e speranza, ad Ellis Island tra la fine dell'800 e l'inizio del '900.
Nella sua sfericità, il nostro Pianeta sembra volerci ricordare che ogni punto è equidistante da un immaginario centro di riferimento. Questi giorni convulsi passeranno. Ci lasceranno lutti e perdite. E un insegnamento: che l'altro, per l'Altro, siamo Noi, per dirla con le parole dell'indimenticabile Camilleri.”
----------------  RISPONDI





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