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Lago: la risposta a Lunardi
13/11/2007-
LAGO DI MASSACIUCCOLI- Non convince il progetto di un tubone per prelevare l'acqua dal Serchio.
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RISPOSTA A GIANCARLO LUNARDI
UN PROGETTO CHE NON CONVINCE
Non per spirito polemico, ma solo per fare chiarezza. Il Tirreno di Viareggio ha riferito un paio di mesi fa con due articoli successivi che l'Autorità di Bacino aveva bloccato 1500 licenze edilizie al Comune di Viareggio perchè queste nuove utenze (avendo necessità di essere rifornite di acqua e pescando gli acquedotti in falda), avrebbero contribuito ad abbassare il livello del lago di Massaciuccoli. Queste notizie sono del 5 e del 12 di settembre. Ma il blocco risale evidentemente ad almeno un anno o due prima, perché altrimenti non si accumulerebbero 1500 richieste. Pochi giorni dopo, e precisamente il 15 di settembre, il Tirreno scrive, che gli imprenditori del mattone possono tirare un sospiro di sollievo, perchè l'Autorità di Bacino ha revocato l'embargo. Il motivo che viene detto ufficialmente da Gaia, l’azienda di gestione? Eccolo. Si è scoperto all'improvviso (e cioè dopo aver tenuto ferme per mesi 1500 licenze edilizie) che in realtà - scrive Il Tirreno - "i consumi sono bassi. Proprio cittadini e imprese riforniti dell’acqua del bacino del Massaciuccoli consumano molto meno di quanto sarebbe loro consentito e cioè 1 milione e mezzo di metri cubi l’anno contro i 2 milioni e 600 mila previsti dalle norme di salvaguardia sul Massaciuccoli. Insomma: non è colpa delle nuove utenze se il lago soffre. Dunque via libera alle concessioni edilizie a Viareggio come pure a Vecchiano e a Massarosa".
Insomma le licenze edilizie (1500) erano state bloccate per mesi perchè qualcuno si era sbagliato a fare i conti. E’ possibile che sia accaduto proprio così? E' un versione credibile della storia? Ad ogni modo, credibile o meno, la versione ufficiale che viene fornita parla di un errore di calcolo, non dell’utilizzo di “risorse idriche poste nel nord della Versilia”, così come sostiene Lunardi. Queste risorse, per consentire di sbloccare la licenze edilizie, avrebbero dovuto essere aggiuntive rispetto alla situazione esistente. Allora ci si chiede, se Viareggio ha trovato nuove fonti di approvvigionamento, tanto da avere ottenuto il permesso per costruire nuove case, perché in questi giorni ha i rubinetti all’asciutto, e si parla di razionare l’acqua? (vedi articolo del Tirreno del giorno 12 novembre).
Il dubbio che le cose stiano in modo diverso, rispetto a queste due versioni, è inevitabile. Allora, quale fatto nuovo potrebbe avere indotto l’Autorità di Bacino a ritornare sulla sua posizione? Non sarà per caso la decisione assunta da Vecchiano e dal Parco di prelevare dal Serchio 250 litri al secondo da gettare nel lago, così come comunicato in un articolo del Tirreno del 25 agosto? Non sarà per caso che l’Autorità di Bacino è stata convinta a fare marcia indietro in seguito alla decisione del Comune di Vecchiano e dell’ Ente Parco di raddoppiare i prelievi con la pompa alla Baccanella, portando l’acqua pompata da 250, a 500 litri al secondo? Insomma i dubbi che l’acqua del Serchio serva a sostenere lo sviluppo edilizio della Versilia sono tutt’altro che fugati, non solo per questo episodio specifico, ma anche in prospettiva (come dirò più avanti).
Passiamo ora agli altri aspetti.
L’utilizzo dell’acqua del Serchio può avere due finalità: 1) Portare nuove risorse idriche al lago, 2) diluire l’acqua inquinata.
Per quanto riguarda il primo aspetto è un errore considerare il lago come fosse un catino autonomo. In realtà galleggia sulla falda sottostante, anzi è esso stesso una parte visibile della falda. Il lago dunque si abbassa perché a causa della siccità, e dei prelievi eccessivi si abbassa tutta la falda della Versilia (quest’anno siamo già a meno due metri rispetto all’anno scorso). I pozzi che pescano acqua dal sottosuolo sono in parte pubblici e in gran parte privati. Intorno al lago ci sono migliaia di pozzi di famiglie, aziende agricole, aziende artigiane, industrie, che prelevano acqua senza alcun controllo. Per salvare il lago bisognerebbe fare un’operazione analoga a quella che venne compiuta per la torre di Pisa, allorchè si impose la chiusura dei pozzi privati in tutta la pianura pisana. Se non viene fatto questo, che senso ha gettare acqua fresca nel lago? E’ come buttare l’acqua in un colino, prima o poi se ne andrà via tutta, è solo una questione di tempo. Senza questa operazione non si salva il lago, ma si alimentano solo i pozzi della Versilia (e quindi si sostiene la sua crescita edilizia).
Lo stesso discorso vale per il secondo aspetto. Il potere diluente dell’acqua del fiume è inutile, se prima non vengono eliminati i fattori di inquinamento, come gli scarichi fognari che si gettano direttamente nel lago e le sostanze tossiche adoperate in agricoltura. Su questi problemi mi pare che siamo ancora molti lontani da una soluzione.
Rispetto invece al progetto di eliminare dal lago l’acqua dei depuratori, ritengo che questo sia un grave errore. Anzi ritengo che la soluzione (almeno in parte) dovrebbe essere proprio questa, e cioè il riutilizzo dell’acqua dei depuratori per rimpinguare il bacino del lago. E’ vero che l’acqua che esce da questi impianti è ancora ricca di sostanze nutritive, ma con opportuni trattamenti successivi, o con bacini di decantazione il problema potrebbe essere risolto. In questo modo l’ecosistema del lago ritroverebbe il suo autonomo equilibrio. Questa non è una soluzione astratta, ma è proprio la scelta che è stata compiuta, ad esempio per il padule di Fucecchio. Anche in questo caso inizialmente si voleva costruire un tubone che prelevasse l’acqua di 65 depuratori (fino a quel momento gettata in padule) per trasferirla a S.Croce. La rivolta dei cacciatori e degli ambientalisti ha costretto gli enti locali e la regione a rivedere il progetto e a lasciare parte di quest’acqua per il rifornimento del padule.
Per quanto riguarda infine la firma da parte dell’ente parco del protocollo di intesa, non mi convince l’idea che ogni responsabilità sia del ministro Matteoli. Se gli enti locali non fossero stati convinti di questa operazione, una volta caduto il governo Berlusconi, avrebbero potuto chiedere uno stop al nuovo ministro. E invece l’assessore provinciale Valter Picchi ha scritto alcuni mesi fa proprio a Pecoraro Scanio, per chiedere il rispetto di quanto era stato firmato, con l’erogazione dei previsti diciotto milioni di finanziamento.
M.P.
GLI ARTICOLI A CUI SI FA RIFERIMENTO NEL TESTO SONO IN DOCUMENTI:
Lago: ecco gli articoli (13-11-2007) CLICCA QUI
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