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di Madamadoré



3/9/2008- FAI UN BREAK
Una moda degli ultimi tempi è quella di tenere il telefonino al collo, sempre a portata di mano, una sorta di prolungamento di sé. L’effetto prodotto è che trovi ovunque....


FAI UN BREAK




Una moda degli ultimi tempi è quella di tenere il telefonino al collo, sempre a portata di mano, una sorta di prolungamento di sé.

L’effetto prodotto è che trovi ovunque e dico ovunque, persone con il telefono bene in vista, sempre a portata di mano…ma quando siamo diventati un popolo di reperibili? sembra che si viva in costante emergenza: sai se mi chiamano… - oh povera te, chi hai in ospedale? - nessuno, no non ho bambini piccoli…è solo che se mi chiamano… ma chi ti deve chiamare??????????

Ci siamo costruiti un mondo senza pause.

Vi ricordate la tv di 50/40 anni fa? La mattina non c’erano trasmissioni e se accendevi c’era quell’immagine che non ricordo bene , ma un immagine di una specie di matassa bianca che significava: caro telespettatore niente trasmissioni, puoi dedicarti a qualcosa d’altro.

La cosa fantastica era l’intervallo, quello scorrere di cartoline delle nostre città.

Adesso non ci sono più interruzioni, programmi non stop.

Ci siamo costruiti un mondo senza pause.

Perfino i bambini hanno una vita senza pause, la scuola, il tempo pre o dopo scuola, musica, sport…e a pensarci bene si parla sempre più spesso, a volte con superficialità, di una malattia “senza pause”: ADHD che è la sigla della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Non solo ci siamo costruiti un mondo senza pause, ma ci siamo costruiti un meccanismo che erode tempo, energie, sostanza alla nostra vita.

Ci siamo costruiti un mondo senza pause anche in vacanza, il malessere del non fare niente, viene combattuto con mille attività e giochi proposti dagli animatori, giochi rubati alla nostra tradizione sono diventati il lavoro di altri: le bocce ne sono un degno esempio.

Nel supermercato vediamo che anche le vendite alimentari ci raccontano un tempo senza pausa: confezioni di cibi precotti, insalate già lavate, verdure già tagliate…per la massaia moderna che non deve perdere tempo.

Ma la pausa in cucina è il tempo di cottura, è il tempo della lievitazione, fasi determinanti per la riuscita della famosa “ciambella con il buco” vera o metaforica che sia.

Le pause sono importanti: in natura sono la linfa vitale, offrono la possibilità di rigenerarsi.

Nella musica le pause creano il ritmo, generano stili musicali, nuove melodie.

Nel parlare le pause, i punti, le virgole…danno enfasi al discorso, vanno di pari passo con la densità delle emozioni.

Nell’amore la pausa è guardarsi negli occhi, nell’anima, abbracciarsi, perdersi nell’altro e ritrovarsi
….ci vogliono 9 mesi di attesa per veder nascere un bambino.

Nella nostra vita la pausa è tempo per noi, per nutrire il nostro pensiero, la nostra capacità di rielaborare le cose, i fatti accaduti, quelli che dovremo far accadere, le parole dette e da dire.

La pausa genera tempo per gli altri, per qualcosa oltre il proprio io.

La pausa genera tempo per la cura delle cose, di noi, delle nostre emozioni.

La pausa è il tempo per i sogni, per i desideri, per le possibilità, per pensare cambiamenti.

Nelle pause ritroviamo il senso del nostro viaggio.

La pausa è capacità di so-stare nella propria vita e nel mondo.


 
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