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LA BATTIGIA
di Trilussa



30/8/2009- ANOMALIA ITALIA
Sono stato in vacanza all’estero, solo pochi giorni, purtroppo. Mi succede sempre, appena rientro in Italia, che un senso di malessere, di rabbia, di impotenza, una specie di sconforto mi nasca dentro nel vedere come sia maltenuto il nostro “bel paese”.



ANOMALIA ITALIA

Sono stato in vacanza all’estero, solo pochi giorni, purtroppo.

Mi succede sempre, appena rientro in Italia, che un senso di malessere, di rabbia, di impotenza, una specie di sconforto mi nasca dentro nel vedere come sia maltenuto il nostro “bel paese”.

Le strade sono quasi tutte scassate, i cigli pieni di antica spazzatura tagliuzzata dai trituratori d’erba, le strisce bianche e pedonali inesistenti o cancellate dal tempo, le buche riparate alla meglio dall’unico operaio che si limita a calarvi dentro un po’ di bitume che prima sporge facendo una montagnola e subito dopo torna buca, le rotonde fatte non solo in ritardo rispetto a tutti gli altri paesi europei ma anche abbandonate a se stesse come se rappresentassero solo uno spiacevole inconveniente.

Mentre all’estero le rotonde sono ovunque usate come motivo di abbellimento, di ornamento ad un prodotto, la strada, che non può essere che una striscia di asfalto, da noi appaiono soprattutto un contrattempo. Obbligatoriamente realizzate perché è oramai dimostrato che sono molto più efficienti di un semaforo vengono sistematicamente lasciate lì, abbandonate a se stesse, lasciando che si riempiano di quella flora naturale locale che perfino il Parco non avrebbe difficoltà ad autorizzare in quanto pura flora autoctona e non di importazione.

La cosa mi appare più evidente, mi colpisce di più quando torno da un viaggio all’estero perché quando ci viviamo tutto l’anno impariamo a conviverci, non ci facciamo più tanto caso. Un po’ come quando ogni giorno il telegiornale annunciava qualche morto o ferito al tempo delle BR ed anche ora quando alla nuova autobomba a Kabul fra la pastasciutta e la braciolina fritta reagiamo con un “mih, anche oggi 48 morti, passami un po’ di insalata!”

Quando invece rientriamo e paragoniamo i nostri paesi così mal tenuti a quei paesini tutti ordinati e pieni di fiori in cui abbiamo vissuto purtroppo solo per qualche giorno in qualche altro paese dell’Europa, questo appare in tutta la sua evidenza.

E non parlo solo di Paesi ricchi come la Germania o la Francia o dei paesi nordici in cui il rispetto dell’ambiente è al primo posto nel programma di tutti i partiti politici e su cui poi verranno giudicati dagli elettori, ma anche di paesi che erano dietro di noi come la Spagna od anche i paesi emergenti dell’est Europa che ci stanno dando delle sonore lezioni sul tema del rispetto della natura e dell’ambiente dove vivono i cittadini.

Solo nel nord dell’Italia ci sono già alcune regioni che sotto la guida di amministratori sensibili stanno dimostrando una maggiore attenzione alla qualità della vita dei cittadini sia attraverso la realizzazione di opere pubbliche (aree e piste ciclabili ovunque , zone pedonali estese, arredi urbani impeccabili, pulizia costante e attenta del territorio) che attraverso forme incisive di controllo amministrativo (rispetto dei divieti con la presenza costante degli organi di vigilanza sul territorio).

Ci dobbiamo quindi domandare se questo abbandono, che in alcune zone può definire tranquillamente degrado, sia legato ad una incapacità amministrativa dei nostri rappresentanti che, una volta eletti, si dedicano a questioni di più alto livello (e di cui noi non siamo a conoscenza, e forse nemmeno riusciremmo a capire) che impediscono loro di esplicare il mandato di cui sono stati incaricati, oppure ci sia una tale carenza di fondi che ogni intervento non solo straordinario ma di semplice manutenzione risulti impossibile da realizzare.




Eppure i comuni di questa parte della Toscana godono di una posizione estremamente favorevole riguardo al turismo e alle possibilità di sviluppo ad esso legate. Sono a ridosso della costa e vicino ad attrattive turistiche di livello internazionale, città d’arte famose in tutto il mondo, a Puccini, al Parco Naturale. Dovrebbero essere giardini, pieni di fiori, di belle strade alberate, di poco traffico perché dotati di superstrade che passano all’interno, lontane dalla costa, di centri culturali, sede di eventi artistici di livello internazionale.

Passando per i paesi invece si viene presi dallo sconforto a vedere l’incuria in cui sono lasciate le strade e le piazze, con piccole discariche disseminate ovunque, sotto i ponti, lungo i cigli, o ai cassonetti rotti e puzzolenti di cui siamo dotati. Ben lontani da quelli interrati presenti in tutti i paesi
europei (Spagna compresa) di cui sporge solo un contenitore stagno in cui i rifiuti differenziati
cadono in basso, sotto il piano stradale da cui poi verranno raccolti senza emissione di odori e senza quella sporcizia così poco gradevole che staziona intorno ai nostri obsoleti mezzi di raccolta.

Certamente anche noi cittadini abbiamo la nostra responsabilità (legata alla nostra atavica maleducazione) ma dovremmo pretendere che l’Amministrazione pubblica desse l’esempio per prima di attenzione al decoro delle frazioni e non le lasciasse abbandonate a se stesse come ora spesso appaiono.

Esprimo qui un giudizio naturalmente personale attribuendo questa situazione a due fattori.

Il primo è una mancanza di sensibilità da parte dei nostri amministratori pubblici perché gli esempi del nord Italia lo stanno a significare. Nel sud molti soldi pubblici si perdono per strada, lo sappiamo benissimo, ma qui da noi questo non dovrebbe succedere ed allora come mai non si trasformano in opere pubbliche a vantaggio della popolazione residente? Forse vengono impiegati per scelte diverse, per sensibilità e priorità diverse? Lo dico senza voler entrare nella polemica recente che ha coinvolto i nostri due comuni più vicini ma può essere una prima spiegazione.

La seconda è la mancanza di una regia inter o sovracomunale che facesse un progetto a lungo termine in funzione della vocazione naturalmente turistica del nostro territorio.

Solo miopi o interessati (e qualche ingenuo) possono pensare al futuro di un territorio situato in Toscana, in riva al mare, con un Parco Naturale, vicino a Pisa Lucca e Firenze come adatto ad uno sviluppo diverso da quello turistico.

Ma per questo si doveva partire, molti anni fa, con un progetto organico di sviluppo di tutto il territorio con questa ben precisa vocazione e tutte le opere programmate con questa precisa finalità.

Purtroppo l’unico parto dei nostri amministratori locali, un parto piuttosto sofferto e ancora contestato è stata l’idea della città di 200.000 abitanti, un progetto che ridurrà tutte le realtà locali che gravitano intorno alla città e che con grande sforzo hanno cercato di mantenere un residuo di spirito di comunità ad una semplice periferia urbana, ed ultimamente anche una tangenziale di Sud-Est che convoglierà giornalmente migliaia di macchine in coda nell’imbuto di Migliarino finchè si sentirà un solo grande botto, ma non certo quello dello spumante.

Trilussa
 
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LA BATTIGIA
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