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LA BATTIGIA
di Trilussa



7/3/2010- GIOVENTU’ BRUCIATA
E’ sempre più difficile essere giovani di questi tempi. Molti anni or sono la vita era più semplice, si capiva molto bene chi era onesto e chi non lo era, chi rubava e chi invece non lo faceva


GIOVENTU’ BRUCIATA

E’ sempre più difficile essere giovani di questi tempi.
Molti anni or sono la vita era più semplice, si capiva molto bene chi era onesto e chi non lo era, chi rubava e chi invece non lo faceva. Il bene e il male avevano fisionomie e aspetti completamente diversi e opposti, era facile riconoscerli, non si era ingannati dalle apparenze come oggi.

Chi anche a quel tempo rubava lo faceva in modo molto più semplice, più rozzo magari e tutti lo capivano facilmente, non in maniera sofisticata come oggi dove puoi frodare il fisco con passaggi semplicemente contabili sfruttando le possibilità offerte dai tanti paradisi fiscali e dalle società dette delle “scatole cinesi” dove nomi di fantasia coprono il passaggio di enormi quantità di denaro illecito mentre all’interno c’è solo il vuoto (fisico e contabile) simile alla bambolina russa, la famosa Matrioska.
Quindi oggi è molto più difficile semplicemente distinguere e capire.
Ma di fronte a tutto quello che sta succedendo oggi nel nostro paese, il giovane ventenne che idea può farsi della società e della politica italiana.?

In pochi mesi ha visto un presidente di regione ricattato da alcuni carabinieri per la sua frequentazione di transessuali (di cui poi uno ucciso in circostanze misteriose e su cui si sta ancora indagando) e che pare usasse auto e forse anche soldi pubblici per le sue scappatelle. In un caso del genere il giudizio non può essere che di ferma condanna e non si può invocare la riservatezza della vita privata perché la possibilità di ricatti e condizionamenti, leciti e più spesso illeciti, in una situazione del genere è enorme ed un uomo politico, un amministratore della cosa pubblica, non se lo può assolutamente permettere.

Il capo della Protezione Civile, fino a ieri Dio in terra (portava soldi, e chi non ne ha bisogno specie in condizioni critiche e di emergenza!) indagato non solo per un “massaggio” da una fisioterapista brasiliana in bikini “molto stretto” con successiva ricerca di preservativi nel cestino (non trovati, buon per lui), ma soprattutto perché non si è accorto che alle sue spalle, sulle sue tracce uno stuolo di imprenditori disonesti mangiava a tutto spiano sulle grandi opere ed emergenze umanitarie, terremoto compreso, magari facendosi anche delle grandi risate.

Uno di questi teneva un milione di euro in una sacrestia, dal parroco, in una cassaforte nascosta dietro un quadro della Madonna! Bertolaso non è accusato di alcun reato ma è normale che uno si domandi come faceva a non accorgersi di quello che stava accadendo alle sue spalle e chi, se non lui, doveva controllare che tutto fosse fatto non solo bene e alla svelta , ma anche e soprattutto secondo le leggi della Repubblica, visto che i soldi erano pubblici quindi quelli di tutti gli altri cittadini italiani.

In questi ultimi giorni si scopre anche che un senatore della Repubblica non solo era stato eletto in modo truffaldino (aveva dichiarato una falsa residenza in Belgio, già era partito male) ma addirittura le intercettazioni telefoniche che lo riguardano lo fanno apparire come una specie di schiavo della mafia, conversazioni in cui viene trattato come un pagliaccio senza nerbo di cui si possono muovere i fili a piacimento. E’coinvolto, il senatore, in uno scandalo telefonico dove due imperi telefonici sono implicati in una storia di riciclaggio di denaro sporco e di una colossale frode fiscale a base di fatture false.

Non voglio entrare nel merito poi dei problemi del Presidente del Consiglio perché sulla questione i pareri sono molto discordi. Trovo comunque disdicevole il modo come il nostro principale telegiornale tratta gli argomenti di politica con servizi incompleti, fugaci o addirittura negati, editoriali di parte, un modo parziale di condurre un telegiornale di pubblica utilità che dovrebbe rivolgersi a tutti i cittadini senza distinzione di fede politica, limitandosi a fornire informazioni.

Un modo scorretto di dare notizie difficilmente difendibile da chiunque, anche da chi può essere avvantaggiato politicamente da questo modo improprio di fare, e che non fa onore né alla Rai né alla classe politica in generale.
Per il mancato rispetto oramai generale e diffuso delle regole fa fede, proprio in questi giorni, l’ultima vicenda delle liste elettorali, un mancato rispetto dei regolamenti proprio da parte di chi si candida per entrare far parte di chi le regole le deve emanare e far rispettare, un controsenso mostruoso come direbbe il nostro Fracchia.
Ce ne sarebbe già abbastanza per indurre un qualunque giovane desideroso di un futuro normale (non circondato cioè da delinquenti e mascalzoni) a cambiare paese, a recarsi all’estero non solo per trovare lavoro e sviluppare le proprie potenzialità, ma forse semplicemente per sentire di trovarsi in un paese civile.

C’è nel nostro paese ormai una illegalità diffusa che trova riscontro nella sempre maggiore criticità dei rapporti umani, nel cinismo spregiudicato ai limiti e spesso oltre la legalità di tante situazioni lavorative (che stanno diventando purtroppo la regola e non l’eccezione), nella violenza quotidiana e negli atti criminosi più efferati spesso compiuti per pochi soldi, quasi per niente, con quella colpevole indifferenza che è molto più preoccupante di quelli commessi con odio e/o ferocia.

La noia, la mancanza di cultura, la marginalità e ora anche la disoccupazione sono i mali principali che dobbiamo cercare di combattere sul territorio per sottrarre i nostri giovani alla delinquenza e a tutte le mafie, ma prima di questo è necessaria un’opera di moralizzazione molto più in alto, a livello politico, dove nasce e si forma l’idea stessa di paese civile, dove si fanno programmi proprio per i giovani, si discute e si programma il loro futuro, futuro di studenti, di cittadini, di lavoratori.
Perché i giovani aspettano e sperano, ancora pieni di fiducia. Ne abbiamo molti esempi.
In TV si vedono più spesso gli sballati farmacologicamente e apparentemente felici frequentatori delle discoteche intervistati dalle Iene e da Lucignolo, intervistati che dimostrano di quanto in basso nella catena umana può condurre l’alcool e la droga, ma esistono anche altri giovani su cui bisognerebbe che lo Stato fondasse finalmente il futuro proprio, oltre che quello degli stessi giovani.

E non parlo solo dei nostri laureati costretti ad emigrare e a dimostrare, purtroppo solo all’estero, tutto il loro valore e nemmeno dei tanti volontari che con il loro impegno riescono a far sentire meno grave la disorganizzazione sanitaria in molte regioni d’Italia, ma anche dello stuolo enorme di ragazzi che vediamo ogni tanto nelle piazze d’Italia con il loro entusiasmo, i loro colori, la loro bellezza, le loro speranze, si chiamino Papa-boys o i ragazzi del Popolo Viola.
Indipendentemente dalle ragioni che li ispirano, dai motivi che li spingono ad andare in piazza per ritrovarsi o manifestare, appaiono e sono ragazzi normali, con una vita normale, con delle aspettative normali e che vorrebbero, come tutti i ragazzi di questo mondo, semplicemente una vita ed un futuro anch’esso semplicemente normale.

Trilussa
 
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LA BATTIGIA
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